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Le donne e la guerra

Le donne e la guerra

Tavola rotonda nell’ambito della mostra Sex-Zwangsarbeit in NS-Konzentrationslagern (La Prostituzione forzata nei lager nazisti)

Venerdi, 12/02/2010 - Venerdì 12 febbraio – Museo della Liberazione di Via Tasso Roma



Le donne e la guerra

Tavola rotonda nell’ambito della mostra

Sex-Zwangsarbeit in NS-Konzentrationslagern

(La Prostituzione forzata nei lager nazisti)





La mostra, per la prima volta in Italia, illustra la costrizione alla prostituzione subita da molte prigioniere del regime nazista e rende nota una pagina di estrema crudeltà rimasta finora nascosta alla conoscenza e alla coscienza civile e politica del nostro paese.



Programma:

Ore 10.00: Visita guidata agli studenti delle scuole medie della mostra “ Sex-Zwangarbeit in NS-konzentrationlagern”

Ore 11.30: Tavola Rotonda “Le donne e la guerra”



INTERVENGONO:

Cecilia D’elia, assessore alla politiche culturali della Provincia di Roma

Gemma Azuni, commissione delle elette del Comune di Roma

Francesca Koch, storica casa internazionale delle donne

Vittoria Tola, storica

Oria Gargano, presidente di “Be Free” , Cooperativa sociale contro la tratta, la violenza e le discriminazioni



Ore 13.00: Lunch

Ore 14.30: Proiezione del film “Il portiere di notte” di Liliana Cavani

Ore 14.00: dibattito “

Ore 18.00: Proiezione del film “Aimèè e Jaguar” di Max Färberböck





Orario di apertura della mostra

Dal 23 gennaio- al 14 febbraio

Martedì-domenica: 9.30 – 12.30.00;

Martedi giovedì venerdì: 15.30-18.00

lunedì chiuso- Ingresso Gratuito



Ufficio Stampa Angela Ammirati; cell. 3297508794 Mail. befree.ufficiostampa@gmail.com

 





La mostra contiene circa 200 materiali con interviste a testimoni del tempo e documentazione sull'organizzazione burocratica della prostituzione forzata, compresi dei "buoni premio" che i prigionieri maschili ricevevano dalle SS per una "visita al bordello" .



Getta finalmente una luce sulle vicende delle donne (almeno 400) che furono costrette a vivere. Donne che, come racconta la viennese Irma Trksak, sopravvissuta all'inferno di Ravensbrück “… erano rottami umani quando furono liberate alla fine della guerra. Ogni giorno dovevano concedersi ad un'infinità di uomini. Uscirono dai lager distrutte, rovinate per sempre, molte sull'orlo della morte». E per la maggior parte di esse non c'è stato alcun risarcimento.



Ma offre altresì materiali di conoscenza importanti per capire la valenza dell’istituzionalizzazione della prostituzione forzata nell’ambito del regime Nazionalsocialista, come elemento teso a creare consenso e a rafforzare la dittatura.

Thomas Gaevert e Martin Hilbert, autori di un documentario dal titolo "Le donne come trofeo" sostengono che “la prostituzione forzata rappresenta il più perfido e diffuso modo di riduzione in schiavitù lavorativa nei Paesi Occidentali occupati dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale” , e che “il silenzio delle vittime, motivato dalla loro paura del giudizio sociale, ne ha provocato la rimozione



 

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