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Le donne e il paradosso del nostro tempo

Le donne e il paradosso del nostro tempo

Emilia Romagna - Anche in Emilia-Romagna restano a tutt’oggi rilevanti differenze di genere in termini di opportunità di accesso ...

Mori Roberta Lunedi, 28/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

Il caso ha voluto che in Emilia-Romagna due momenti politici di segno opposto coincidessero: le rivelazioni sul cosiddetto Ruby Gate e la nascita della Conferenza permanente regionale delle Donne Democratiche, avvenuta a Parma lo scorso 22 gennaio. In quei giorni è successo che il segno inequivocabile della decadenza morale e politica di chi governa il Paese ha dato maggiore forza alla voce delle tante donne che di questa decadenza non sono complici e neppure (tele)spettatrici rassegnate. Proprio da Parma è partita la raccolta nazionale di firme per chiedere le dimissioni del premier e, insieme, il rilancio di un protagonismo che forse molte di noi credevano obsoleto o perduto.

Il mondo negli ultimi trent’anni si è capovolto soprattutto grazie alle donne e il paradosso tutto italiano è che le donne non hanno consapevolezza del ruolo assunto né dei loro propri diritti. L’ultimo rapporto del Gender Gap colloca il nostro Paese al 74° posto in una classifica di 114 Paesi e le donne italiane sono le più penalizzate in Europa nell’occupazione, nella carriera, nella rappresentanza politica e nel carico del lavoro domestico e delle responsabilità di cura. Anche in Emilia-Romagna, che pure ha raggiunto prima del 2010 quel 60% di occupazione femminile obiettivo di Lisbona, restano a tutt’oggi rilevanti differenze di genere in termini di opportunità di accesso al mercato del lavoro e alle posizioni di responsabilità, un significativo differenziale retributivo e difficoltà a conciliare il lavoro retribuito con il ruolo di care giver. La crisi economica ed occupazionale non ha potuto che peggiorare tale situazione. La crisi politica scoppiata più di recente ha restituito da una parte un’immagine femminile sconsolante e dall’altra, però, le ragioni di una indignazione che deve portarci a voltare pagina. Noi donne abbiamo tutte le potenzialità per superare quella sorta di conflitto perenne tra l’immagine che ci hanno attribuito e i nostri desideri di realizzazione personale, così come tra la voglia di affermare la nostra parità e l’illusione che il tempo delle conquiste sia alle nostre spalle. In realtà l’unica cosa da lasciare alle spalle è la sudditanza culturale e la passività anche di quella grande maggioranza che non si considera affatto “a disposizione” e men che meno in vendita. Uscire da questo impasse richiede un patto tra donne –prima di tutto- aggiornato ai problemi e alle sfide di oggi e, dunque, un’iniziativa sia propriamente politica che culturale per rifondare la relazione tra i generi. Le conferenze permanenti delle donne democratiche non sono altro che il luogo dove condividere questa volontà ed obiettivi molto concreti: ridurre il gap tra diritti formali e sostanziali, realizzare una piena cittadinanza ed uguaglianza sociale. Consapevoli che se non colmiamo la disparità tra generi che connota, nei fatti, la nostra società, ne deriverebbero pesanti conseguenze rispetto alla stessa convivenza civile e a quel progresso democratico a cui ambiamo. Il Partito Democratico, attraverso la misura statutaria della parità nelle liste elettorali e la costituzione delle conferenze regionali e nazionale, sta facendo la sua parte per rendere le donne soggetti attivi, il loro punto di vista determinante nelle politiche pubbliche. Le istituzioni rappresentative territoriali a loro volta possono e devono fare molto sul fronte educativo e dei diritti. Alcune recenti iniziative che abbiamo promosso o realizzato in Regione ne danno il segno e per questo le stiamo divulgando sul territorio, quale partenza di una nuova stagione di partecipazione femminile.



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Salute e benessere della donna e del bambino

Una risoluzione impegna la Regione a sostenere i percorsi sociosanitari diretti al miglioramento della qualità delle prestazioni in materia di salute e benessere della donna e del bambino, a valorizzare le realtà che già operano in questo senso e ad integrare le esperienze, anche educative, maturate nell’ambito della “cura” materno-infantile, nella prospettiva di ampliare e potenziare i servizi a disposizione della comunità emiliano-romagnola. Nelle specifico il Partito Democratico chiede alla Giunta di valutare positivamente un progetto che veda Reggio Emilia, anche per l’esperienza e il riconoscimento internazionale maturato sulle politiche per l’infanzia, protagonista dello sviluppo della rete regionale dei servizi sociosanitari e delle sue eccellenze specialistiche dedicate alla prevenzione e cura nel percorso di natalità e maternità.



Contro la violenza sulle donne


L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato un atto di indirizzo che impegna la Giunta a sostenere, anche dal punto di vista finanziario, i centri anti violenza e di assistenza, al fine di rispondere alle tante richieste di accoglienza da parte di donne che subiscono maltrattamenti o atti coercitivi. Il PD ha chiesto inoltre un impegno sul fronte educativo e della promozione culturale (vale a dire della prevenzione), a cominciare da un sempre maggiore raccordo fra scuola, servizi territoriali, consultori per adolescenti e per le famiglie per intervenire direttamente nelle politiche educative volte all’uguaglianza e al rispetto delle differenze. Infine, l’avvio di una campagna di sensibilizzazione, con momenti di confronto promossi anche dalle istituzioni locali, che coniughi il tema delle libertà delle donne e il ruolo dell’uomo e della donna nella società contemporanea, per far sì che la violenza di genere diventi un tema che coinvolge prioritariamente gli uomini, con piena assunzione di responsabilità da parte dell’intera comunità regionale.



Conciliazione dei tempi di vita e lavoro


Grazie a una convenzione tra Regione e Presidenza del Consiglio dei Ministri sono in arrivo 3 milioni per la conciliazione dei tempi di vita del lavoro delle donne emiliano-romagnole. La somma sarà investita per azioni riguardanti tre aree di intervento: il sostegno ai servizi educativi per la prima infanzia, l’orientamento professionale con metodologia “retravailler” dedicato alle donne adulte e un insieme di progetti innovativi distribuiti sul territorio. E’ poi in via di approvazione la deliberazione sul riparto del Fondo sociale regionale, con cui la Giunta deciderà come distribuire i fondi tra le diverse linee d’intervento e le procedure per l’erogazione dei finanziamenti: la previsione è che al sostegno ai servizi educativi siano destinati 1 milione e 400 mila euro, ai progetti innovativi da realizzare sul territorio 1 milione e che il resto dei fondi vada all’orientamento professionale.



Regione: la Commissione Pari Opportunità

Un progetto di Legge bipartisan propone l’istituzione della Commissione “per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini”, organo della Regione che dovrà vagliare tutti i provvedimenti ed iniziative che abbiano una ricaduta sulla condizione femminile e sull’attuazione dei principi di uguaglianza e pari opportunità. La Commissione potrà “esprimere pareri e formulare osservazioni e proposte”, anche di adeguamento normativo, e “valutare lo stato di attuazione delle normative regionali, nazionali ed europee in materia di pari opportunità e di contrasto ad ogni forma di discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle persone”. Tra i compiti del nuovo organo, “promuovere iniziative .. volte a sostenere l'adozione di azioni positive da parte di soggetti pubblici e privati, nel lavoro, nella formazione, nell'istruzione, nella cultura, nell'organizzazione dei tempi di vita, familiari e di lavoro, per espandere l'accesso delle donne al lavoro, incrementare le loro opportunità di formazione e progressione di carriera professionale, sviluppare l'imprenditorialità femminile”. E ancora, “sostenere la presenza delle donne nelle nomine di competenza regionale e … favorire la partecipazione attiva delle stesse alla vita politica, sociale ed economica e culturale.”



* Roberta Mori è consigliera regionale PD



(28 febbraio 2011)



(REDAZIONALE)

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