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Le donne di Villa Pamphili

Le donne di Villa Pamphili

Toponomastica femminile a Roma - Da Artemisia Gentileschi a Camilla Cederna passando per Simone de Beauvoir il parco romano è un “Pantheon all’aperto” dell’universo femminile

Barbara Belotti Domenica, 31/05/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2015

 Le intitolazioni di vie e piazze delle nostre città riflettono una cultura storica e una dimensione sociale ancora molto misogine; lo squilibrio in favore dei personaggi maschili è l’espressione del potere degli uomini che hanno fatto e hanno scritto la storia, rendendo invisibile il genere femminile.

Al contrario la natura suggestiva del parco romano di Villa Pamphili fa da sfondo a viali quasi tutti dedicati alle donne, un ribaltamento del sessismo che prevale nell’odonomastica cittadina.



 A partire dalla fine degli anni Settanta, ma con una maggior frequenza negli anni successivi fino al 2007, si è seguita la politica di intitolare a donne di valore i viali interni del parco. Le figure commemorate costituiscono un’inversione di tendenza rispetto alle scelte odonomastiche del passato, che privilegiavano nomi di sante, figure religiose o legate all’impegno sociale di tipo assistenziale e caritatevole.

Le protagoniste di Villa Pamphli hanno avuto ruoli attivi e paritari nella società, dimostrando capacità di pensiero e di azione, indipendenza intellettuale e morale. Con questo caleidoscopico panorama di genere si è voluto rimediare alle evidenti e continue “distrazioni” delle amministrazioni politiche, creando una sorta di “Pantheon all’aperto” dell’universo femminile, un risarcimento tardivo alla memoria delle donne e alla loro storia.



 Sono trenta le aree intitolate a donne vissute in un arco temporale che va dal XVII secolo (con il ponte dedicato ad Artemisia Gentileschi) fino ai giorni nostri (con le targhe ad Anna Politkovskaja e Oriana Fallaci, collocate pochi mesi dopo la loro morte).

Sono figure storiche, dalle protagoniste della difesa della Repubblica Romana a quelle che difesero Roma dalla violenza nazifascista; sono donne “di scrittura”, come le sorelle Bronte, Camilla Cederna o Sigrid Undset, premio Nobel per la letteratura nel 1909; sono esponenti del pensiero femminista, come Anna Maria Mozzoni o Simone de Beauvoir.



 Chiuse all’interno del parco le strade femminili possono apparire isolate in una sorta di ghetto che le sottrae allo spazio fisico della città e alla sua sfera simbolica; ma passeggiare fra gli alti pini della villa può offrire un’interessante prospettiva di genere e un’utile occasione per ricordare o scoprire l’altra voce del mondo.



#foto5dx# Il progetto didattico Orienteering: lungo sentieri di parità, organizzato da Toponomastica femminile per le scuole primarie del Comune di Roma, ha trasformato Villa Pamphili in un grande laboratorio nel quale, attraverso il gioco, lo sport e la cultura, si sono avviate nuove opportunità per conoscere la storia e la cultura femminili.

La consapevolezza di quanto è stato creato, inventato, realizzato dalle donne consente significativi rispecchiamenti ed educa le nuove generazioni al rispetto delle differenze e al superamento degli stereotipi culturali, percorso fondamentale per prevenire la discriminazione e la violenza contro le donne.

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