La campagna per l’attribuzione del Nobel per la pace alle donne africane ricorda il loro ruolo imprescindibile per il futuro del continente
Giovedi, 03/03/2011 - Nella mattinata di oggi, 3 marzo 2011, a pochi giorni dalla celebrazione della giornata internazionale della donna, sono stati presentati presso la Camera dei deputati, gli ultimi avanzamenti della campagna per l’attribuzione del nobel per la pace alle donne africane (NOPPAW). Ancora una volta i promotori di questa splendida iniziativa, il presidente del CIPSI Guido Barbera e il coordinatore nazionale di ChiAma l’Africa Eugenio Melandri, hanno ricordato l’importanza e il carattere innovativo e simbolicamente rilevante dell’assegnazione del riconoscimento a tutte le donne africane che rappresentano “l’Africa che cammina”. Tra i presenti, Patrizia Sentinelli, già vice-ministro degli affari Esteri, Fausto Bertinotti già presidente della Camera dei deputati e Giuseppina Tripodi della Fondazione Rita Levi Montalcini, che hanno appoggiato la campagna con tutti i mezzi a loro disposizione. L’idea dell’assegnazione del Nobel ad un soggetto collettivo è nata nella mente e nel cuore di chi lavora da anni con le donne africane conoscendone gli sforzi e i sacrifici, le violenze subite, i percorsi e i successi. Gli obiettivi dell’iniziativa sono chiari: promuovere il continente africano attraverso le donne che lo abitano, che più di tutte sono la speranza per un presente e futuro di pace e di giustizia. La cooperazione, come ha ricordato Guido Barbera “in un momento di profonda crisi, deve necessariamente porre l’attenzione sulle dinamiche in atto nel continente e deve favorire la crescita dei legami sociali e delle relazioni umane. Le donne sono indubbiamente i soggetti che maggiormente hanno sofferto e soffrono violenze di ogni tipo durante i conflitti e i disastri che continuano a flagellare varie zone dell’Africa, ma nonostante questo conservano intatta la voglia di rinascere e di progettare un futuro capace di garantire dignità e pace a tutti gli africani.” Il presidente Bertinotti ha richiamato l’attenzione sulla situazione attuale di molti paesi nord-africani in cui soffia il vento della ribellione contro i regimi autoritari. “Ritengo dunque che questa candidatura al Nobel per le donne africane sia perfettamente in linea con il mutare dei tempi. L’elemento innovativo di assegnare un nobel a una collettività ci ricorda come i destini di persone e di popoli siano accomunati e legati gli uni agli altri. Mi auguro che si possano creare sempre di più veri e propri luoghi di contatto e reti tra donne italiane e africane affinché la voglia di democrazia e di giustizia possa contagiare positivamente tutti i popoli”. Ultimo intervento della conferenza, ma non in ordine di importanza, è stato quello di Pauline Kashale, congolese ma residente in Italia che ha fondato a Kinshasa (RDC) l’associazione “Fondarc” che si batte per i diritti delle donne. A noidonne ha raccontato la sua profonda passione per lo studio della condizione femminile in Africa, a cui ha dedicato il suo lavoro di dottorato presso l’Università Lateranense a Roma. “Mi interesso da anni delle donne africane e mi auguro davvero che la campagna NOPPAW possa essere un modo per richiamare l’attenzione sui problemi seri del mio continente. I media stanno dedicando molto spazio a quello che succede nel nord-africa ma troppo spesso dimenticano che numerose altre rivolte contro i regimi sono in atto in altrettanti paesi africani. Purtroppo le notizie sono messe a tacere perché gli interessi economici sono più forti dei diritti umani. Il Nobel può essere l’occasione che aspettiamo da tempo, un’azione che abbatta il muro del silenzio e dell’indifferenza, affinché si parli di più e meglio dell’Africa e dei suoi abitanti.”
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