CHIEDI AL CRASFORM - Capacità di previsione, ottimizzazione delle risorse, precisione, attenzione, senso pratico, problem solving, mediazione, contrasto degli sprechi, definizione delle priorità, attenzione ai bisogni… … …
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2006
Marina Piazza individua quelle competenze specifiche che le donne esportano dal lavoro di cura nel mondo del mercato del lavoro. Le donne porterebbero nel lavoro professionale un insieme di competenze trasversali, “un plus aggiuntivo di intelligenza organizzativa, cognitiva e relazionale, direttamente agganciato a quel lavoro di cura, finora rimasto invisibile e non riconosciuto”
“Dal lavoro materiale della casa - per definizione invisibile, per definizione visibile solo quando non é fatto o quando viene riconosciuto dall’altro - portano la capacità riparativa, la sublime arte del rammendo - che tanto più è perfetto quanto più è invisibile - la capacità cioè di far sì che tutto proceda bene senza attirare l’attenzione”. Da questo tipo di lavoro le donne mettono in campo nel lavoro professionale, la precisione, l’attenzione e il senso pratico.
“Dal lavoro di mediazione tra la famiglia e lo Stato ( servizi sociali, sanitari, ecc.)” le donne traggono una capacità-competenza richiesta ormai esplicitamente dal mercato del lavoro: il problem solving, cioè la capacità di risolvere problemi complessi e affrontare situazioni nuove.
“Dal lavoro di rapporto (all’interno della famiglia e con l’esterno)” portano nel lavoro professionale l’attitudine alla relazione, alla mediazione, alla negoziazione nei conflitti, la capacità di tener conto delle differenze, l’attenzione ai pareri degli altri, il senso dell’equilibrio.
“Dal lavoro materno portano l’umiltà, la mancanza di arroganza, l’attenzione ai bisogni dell’altro, la disponibilità, in una parola potremmo chiamarla l’espressività”.
“Dal lavoro di manutenzione dell’apparato tecnologico-domestico portano nel lavoro professionale la cura per gli strumenti di lavoro”.
“Dal lavoro di consumo, portano la capacità di previsione e programmazione, l’ottimizzazione delle risorse, l’attitudine a contrastare lo spreco”.
“Dal lavoro di organizzazione complessiva del lavoro di cura portano la capacità di tenere contemporaneamente sotto controllo molte variabili, di avere il quadro di insieme della situazione e soprattutto la capacità di definire la priorità”.
Per saperne di più, chiedi al CRASFORM
Crasform Onlus – Referenti: Alida Castelli e Stefania Fadda
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