Politica/ Intervista a Tana De Zulueta - “Le candidate sono poco conosciute perché non hanno i soldi per promuoversi”. “Alessandra Mussolini? Nonostante sia di idee politiche diverse dalle mie, devo dire che ammiro la sua tenacia”
Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2005
Pensa che le attuali leggi italiane garantiscano in qualche modo le candidate?
No. Dipendiamo ancora troppo dalla sensibilità dei singoli dirigenti politici. Ci si ricorda delle donne in prossimità delle scadenze elettorali per fare bella figura. È terribile pensare che in Europa siamo il terz’ultimo paese in fatto di presenza di donne in politica. Dopo di noi, gli ultimi due sono l’Ungheria e la piccola Malta, che in termini di paragone numerico non conta. Nel nostro Paese manca l’intenzione di promuovere in modo serio la presenza politica femminile. Né c’è attenzione verso le problematiche delle donne. Nel lavoro, a parità professionale, sono meno pagate degli uomini, sono quelle maggiormente occupate nel lavoro nero, sono emarginate nei grandi temi della politica nazionale. Sulle loro condizioni di vita in famiglia non c’è una ricerca seria. Riguardo alla violenza, sono state fatte ricerche da associazioni private su piccole fette di territorio, mancano statistiche nazionali ed anche questo è un grave segno della disattenzione dello Stato.
Un consiglio tecnico alle elettrici per meglio orientarsi nella scelta delle candidate da votare?
Spesso le candidate sono poco conosciute perché non hanno i soldi per promuoversi, vengono inserite in lista all’ultimo momento e non hanno il tempo di fare vere e proprie campagne. Oggi per fortuna c’è internet, quindi un aiuto potrebbe essere quello di andarsi a vedere i loro nomi in lista e cercarle in rete per conoscere il loro background, le loro proposte politiche. Così si può scegliere quella che più si adatta alle proprie idee.
Un commento sulla questione Mussolini?
Mah, non saprei di preciso. Ho la sensazione che le sia stata tesa una trappola. Se veramente si volesse fare una truffa del genere non si agirebbe in modo così ingenuo. Le prove erano troppo di facile accesso e piuttosto rozze, come se fossero state preparate all’ultimo momento e messe bene in evidenza. Devo dire che ammiro Alessandra Mussolini, nonostante sia di idee politiche diverse dalle mie, ammiro la sua tenacia. Un uomo avrebbe potuto pensare che una donna, trovandosi di fronte ad un’accusa del genere, avrebbe fatto marcia indietro, invece lei ha dimostrato grande determinazione e coraggio.
Il Rwanda è al primo posto nel mondo per presenza di donne in politica, com’è accaduto?
Per quel che so, in quel Paese sono morti molti uomini a causa delle guerre. Le donne stanno cercando di rimettere insieme i cocci e c’è una grandissima partecipazione da parte di tutte in ambito associazionistico e politico.
Quale il paese europeo più attento alle donne?
La Spagna, dove c’è un sistema proporzionale a liste bloccate e dove sono state inserite il 50% di candidate. L’opposizione per non rimanere indietro ha dovuto adeguarsi ed ora i benefici di questo si stanno cominciando a vedere nella diversa qualità della politica, in particolare quella sociale. Non dimentichiamo che oggi in Spagna il 50 % dei ministri è donna.
Pensa che la presenza delle donne sia utile soprattutto nella sfera del sociale?
Non credo che si possa relegare il lavoro delle deputate a certi settori, io mi sono sempre dedicata alla politica estera, alla difesa, a temi ritenuti per lo più di competenza maschile. Conosco colleghe che si sono impegnate con intelligenza in diversi ambiti politici, denunciando incongruenze all’interno di leggi che si stavano approvando e che avrebbero potuto creare non pochi danni. L’Onu afferma che qualsiasi Paese, per giungere ad una democrazia matura, abbia bisogno di una presenza che definisce “massa critica”. Ecco, credo che quella “massa critica” possa essere rappresentata dalle donne in ogni ambito della politica.
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