Barbara Montesi - “Questo figlio a chi lo do? Minori, famiglie, istituzioni (1865-1914)”, il libro scandaglia in profondità il delicato rapporto Stato-famiglia tra Otto e Novecento
Patrizia Gabrielli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008
Il bel libro di Barbara Montesi (“Questo figlio a chi lo do? Minori, famiglie, istituzioni (1865-1914)”, prefazione di Marcello Flores, Franco Angeli), concentrando l’attenzione sull’infanzia, sulle sue definizioni e sulle norme, scandaglia in profondità il delicato rapporto Stato-famiglia tra Otto e Novecento. Riannodando con intelligenza e pazienza i fili di un articolato dibattito, l’autrice ricompone un quadro ricco e articolato sul concetto normativo di infanzia e, dunque, su quello di infanzia deviata, sulle strategie di controllo, sui loro esiti e sul loro segno di genere.
Lo scenario si apre sulla condizione delle “discole” e sul loro diverso statuto rispetto ai “discoli”. La devianza femminile, anche nel caso di bambine e adolescenti, è posta in uno stretto rapporto con la trasgressione della morale sessuale, vera e propria onta all’onore e all’integrità della famiglia e della società, in questa cornice allora l’internamento negli istituti di “rieducazione” è la via per occultare la trasgressione e cancellare lo scandalo. Il libro propone uno studio lucido e approfondito in cui si levano voci diverse, soventi discordanti e più spesso in contrasto: tonalità e timbri che la studiosa ha rintracciato mettendo a frutto raffinate metodologie di analisi e di indagine presso biblioteche e archivi diversi, portando alla luce, insieme ad un’ampia produzione pubblicistica (cui concorrono giuristi, pedagogisti, esponenti politici di vari orientamenti), anche documentazione prodotta dalle istituzioni, lettere delle famiglie e quelle dei bambini, i quali appaiono avvolti dalla spessa tela della solitudine, invischiati in una rete di prescrizioni e interessi sorda alle loro esigenze.
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