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Lavoro precario, ma per quanto?

Lavoro precario, ma per quanto?

Strategie private -

Melchiorri Cristina Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2006

Sono Francesca, ho 29 anni e negli ultimi cinque anni ho cambiato sette posti di lavoro, cominciando da lavori di realizzazione di database ad attività poco complesse di tipo amministrativo, a lavori di centralinista e di segreteria.

Questo, nonostante la mia laurea in lingue e una autentica disponibilità a spostarmi per lavoro e a non guardare l'orologio alla fine della giornata.

Come possiamo noi giovani avere voglia di studiare se chi è entrato prima di noi nel mercato del lavoro guadagna di più e ha un lavoro più stabile?

Noi che abbiamo frequentato l'università almeno in apparenza fatichiamo di più a trovare la nostra strada e a vederci riconosciuta quella stabilità che potrebbe consentirci di pianificare la nostra vita anche personale, di mettere su famiglia o comprarci una casa o una macchina senza dover ricorrere alla firma di garanzia dei nostri genitori. Cosa aspetta il nuovo Governo a occuparsi di noi?

Francesca Maria Belli (Milano)



Cara Francesca,

non ho dubbi che il lavoro precario sia uno dei principali problemi dei giovani. E non solo dei giovani ma anche delle loro famiglie che devono farsi carico di questa situazione dal punto di vista economico ma anche emotivo.

Ormai il precariato riguarda anche persone che hanno 30, 35 anni e oltre.

Rischia di essere, questa precarietà, strutturale, non finalizzata a consentire ai giovani di sperimentare diverse soluzioni per cercare la propria strada, ma un modo decisamente speculativo delle aziende per aggirare le regole e risparmiare.

Guardiamo con attenzione le esperienze già realizzate in paesi a noi vicini, come la Spagna, dove il Governo Zapatero ha costituito un patto anti-precarietà.

È stato un percorso di concertazione durato 14 mesi e partito l'indomani della sua elezione. Il primo passo è stato compiuto da sindacati e imprenditori, che hanno sottoscritto un accordo sulla riforma del lavoro, che il governo trasformerà in un decreto-legge. Considera che la sfida contro la temporalidad, il lavoro precario, in Spagna è molto impegnativa, perché riguarda il 34% degli occupati, il doppio della media degli altri paesi dell'Unione Europea.

Il Governo ha deciso di trasformare a tempo indeterminato il rapporto di lavoro di tutti coloro che hanno avuto più contratti temporanei per lo stesso lavoro nell'arco di un biennio. E per supportare questa operazione ha previsto una riduzione straordinaria dei contributi a carico delle aziende. Secondo alcune stime questa riforma riguarderà 700/ 800.000 persone, giovani uomini e donne che da precari diventeranno stabili entro due anni. Questo patto sociale contro la precarietà definito a Madrid ha bruciato sul tempo anche la Francia, che ha visto le proposte di Vilpen e il contratto di primo impiego essere pesantemente attaccati dai giovani in una sorta di nuovo maggio francese.

Anche in Italia una delle priorità dell'agenda del nuovo governo Prodi riguarda il lavoro in generale e la lotta al precariato in particolare.

Non può il nostro paese guardare a un vero progetto di sviluppo senza consolidare la condizione di vita e di lavoro di migliaia di giovani uomini e di giovani donne.

Cristina Melchiorri

(25 agosto 2006)

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