Melchiorri Cristina Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2006
Sono Teresa, ho 26 anni e sono laureata in Scienze della Comunicazione col massimo dei voti. Il mio sogno fin da ragazzina è sempre stato fare la giornalista: per questo ho scelto una facoltà che mi potesse preparare a questa professione. Invece da 10 mesi lavoro in un call center, ho un contratto a tempo determinato, con uno stipendio netto di € 800 al mese, con il quale combino poco… infatti vivo ancora a casa dei miei!
Molti dei miei compagni di lavoro hanno fatto l'università, in facoltà diverse. Spesso ci chiediamo a cosa serve la laurea a chi lavora in un call center. E io mi domando quale sarà la mia effettiva possibilità di lavorare in un giornale. So che è difficile, quasi impossibile, ma non voglio ancora accantonare il mio sogno.
Ho letto che ci sono diversi libri che presentano situazioni di lavoro precario, alcuni scritti anche da giovani come me. Hai qualche titolo da propormi?
Teresa Bedosti (San Lazzaro- Bologna)
Cara Teresa,
in un periodo dove vi sono adolescenti che aspirano a fare le veline è confortante sentire che c'è chi aspira a fare la giornalista. E’ certamente molto frustrante scegliere un corso di studi universitari che teoricamente prepara a questo lavoro e rendersi conto di non avere possibilità di concretizzare o almeno sperimentare la propria aspirazione. Non dici se scrivere per te è una vera passione oppure se è lo stereotipo del mestiere della giornalista che ti ha colpito. In ogni caso, ti consiglio di scrivere tutte le volte che puoi degli argomenti che preferisci e di far leggere quello che scrivi a qualcuno che ti possa dare suggerimenti, magari anche a questo giornale.
Sappiamo che ormai non c'è una stretta coerenza fra gli studi fatti e il lavoro della propria vita. Non il primo lavoro, e molto spesso neppure il lavoro dell’età matura.
Invito te e i tuoi colleghi del call center a non adagiarvi in questa soluzione, se la considerate un’attività temporanea, che si fa perché consente un minimo di autonomia economica.
Continua ostinatamente a cercare la strada della tua realizzazione professionale. In fondo che cos'è il lavoro? Moltissimo! Quando c’è e quando manca, quando non è soddisfacente e quando scandisce il ritmo della tua vita.
Per i consigli comincio dal libro di un’autrice francese, Sophie Talneau, che racconta le peripezie di una neolaureata: “Risorsa umana sarà lei! (ed. Sperling e Kupfer).
Poi c'è “Un anno di corsa” di Giovanni Accardo (ed. Sironi), storia di un laureato in cerca di lavoro. “E tu quando scadi? Racconti di precari” (ed. Manni), storie surreali di lavoratori flessibili. E ancora “Mi chiamo Roberta, ho 40 anni e guadagno € 250 al mese...” di Aldo Nove (ed. Einaudi) dove troverai interviste realizzate per il quotidiano Liberazione.
Decisamente più impegnativo il libro di Maurizio Sacconi e Michele Tiraboschi (ed. Mondadori) “Un futuro da precari”? che difende la legge Biagi e la flessibilità.
Hai voglia di consultare qualche sito dedicato al lavoro precario? Puoi andare su www.sanprecario.info con gli sportelli di San Precario e consulenti cui porre quesiti.
oppure www.sosprecari.it, o ancora www.precarichefare.altervista.org con molte notizie informazioni e segnalazioni sul lavoro atipico. E se vuoi giocare con i tuoi amici puoi scaricare il gioco di società precariopoli su www.euromayday.org, gioco di società che si ispira al Monopoli.
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