Lavoro femminile e conciliazione: un business al futuro
Donne impresa - La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è una risorsa determinante a livello di competitività.
Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2008
La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è una risorsa determinante a livello di competitività, soprattutto se si considera che l’Italia, unico fra i partner europei, dopo la incerta crescita degli ultimi due anni, sta tornando drammaticamente allo prospettiva di uno sviluppo al 0,3% per il 2008.
Per far crescere il Paese si potrà anche e soprattutto mettere in atto quel mix di politiche economiche, prospettate sia dal mondo dell’economia che della politica e variamente condivisibili, ma resta il fatto che la inversione di tendenza potrà essere avviata se saremo in grado di rivedere radicalmente una cultura del lavoro che, nonostante i progressi e le dichiarazioni di intenti di questi ultimi anni, colloca l’Italia, per quanto concerne l’occupazione femminile e la rappresentanza delle donne nelle istituzioni, nei posti di coda fra i Paesi, non solo europei.
In merito c’è tutta una corrente di pensiero la “womeneconomic” che rileva come in quelle società in cui si sono approntate misure per favorire un considerevole ingresso di donne nel mercato del lavoro, si è avuta una crescita importante del PIL, che non è avvenuta d’incanto ma per specifici e molteplici fattori come l’aumento del reddito familiare, che quasi di conseguenza porta ad una maggiore capacità di investimento nonché verso una richiesta più elevata di servizi alla famiglia e all’infanzia, che generano di per sé nuova occupazione.
A fronte di questa prospettiva su cui il Paese deve calibrare un impegno forte, superando le attuali indecisioni e ritrosie, si collocano le problematiche della conciliazione e conseguentemente il calo demografico, che ci porterà ad essere nel 2020, insieme alla Germania, uno dei Paesi più vecchi d’Europa.
Donne Impresa ha lavorato con costanza su questo tema rappresentando, come nel panorama generale, la conciliazione rappresenti per le imprenditrici un elemento di seria difficoltà per la gestione dell’impresa considerato che alcune tutele relative alla maternità non sono loro applicabili e come gli strumenti presenti nell’art. 9 della legge 53 non siano stati ancora resi fruibili e modulabili alle esigenze della piccola impresa.
La conciliazione ha di certo un costo ma, pure in tempi di difficoltà come l’attuale, si può comunque lavorare per l’attivazione di interventi innovativi e flessibili che valorizzino le specificità territoriali mettendo sinergicamente insieme i vari attori sociali per promuovere un riequilibrio delle responsabilità familiari fra i sessi ma anche per una riorganizzazione più mirata dei servizi sociali già esistenti nonché su quel capitolo relativo ai tempi delle città, presente nella legge 53 e rimasto, in gran parte, inattuato.
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