Madri e lavoratrici - A Roma il convegno “Cresce la famiglia, cresce l’Italia” ha fatto il punto sulle politiche attuate. La lettera di protesta di una lavoratrice UGL
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2008
La conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi per la famiglia, le politiche intervenute, le prospettive ed un bilancio del lavoro svolto sono stati al centro del convegno nazionale. Organizzato il 10 marzo scorso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia e presieduto dalla Ministra Rosy Bindi, è stato occasioneper fare il punto sulle politiche e gli interventi realizzati nei due anni di Governo. Un bilancio indubbiamente positivo, non solo per le azioni effettivamente realizzate ma anche per il miglioramento e chiarimento della normativa in vigore soprattutto di quegli aspetti dell’articolo 9 della legge 53/2000 che hanno avuto grandi difficoltà ad essere applicati.
Nella relazione introduttiva presentata dalla dirigente del Dipartimento, Francesca Pelaia è stato evidenziato - tra l’altro - il delicato aspetto della conciliazione che coinvolge la vita dei singoli, la necessità di un riequilibrio tra i tempi dedicati alla vita professionale e i tempi dedicati alla vita privata, alla famiglia, e più in generale alla sfera degli affetti, tutti fattori che non possono essere relegati alla sfera privata del singolo ma che investono la sfera pubblica. Così come appare evidente come la dimensione di genere diventi centrale nelle politiche di conciliazione, anche se a tale proposito il dirigente della Regione Veneto, intervenuto per fare il punto sull’azione delle Regioni, non ha pronunciato la parola “donna” preferendo “famiglia”!
Il convegno ha introdotto da un lato l’analisi degli interventi messi in atto e dall’altro le novità introdotte sul piano legislativo soprattutto dall’ultima legge finanziaria. In particolare gli ultimi provvedimenti legislativi hanno reso più efficaci quegli interventi volti a favorire la sostituzione, il reinserimento, l’articolazione della prestazione lavorativa e la formazione dei lavoratori con figli minori e disabili o anziani non autosufficienti a carico e a qualificare l’azienda come luogo family friendly di promozione di forme di conciliazione. Sono state estese inoltre anche ai genitori di bambini adottati le stesse misure previste per gli altri lavoratori. Nuove norme saranno introdotte dal d.lgs di applicazione della direttiva 2006/54/CE che dovrebbe migliorare tra l’altro il punto che riguarda la sostituzione del titolare d’impresa o il lavoratore autonomo (punto di difficile applicazione fino ad ora).
Oltre alla presentazione dei risultati concreti è stata di grande interesse, in particolare, la presentazione delle “buone pratiche” attivate in Italia. (approfondimenti su: http://www.politichefamiglia.it/primo-piano/seminario-10-marzo-2008.aspx).
Tra queste si cita anche per la sua riproducibilità l’esperienza condotta dalla Provincia di Mantova, dove la Consigliera di Parità con l’Assessore al Lavoro hanno realizzato un Accordo Quadro per lo sviluppo del territorio attraverso la Promozione di Politiche Femminili che ha visto coinvolti tutti gli attori sociali interessati, ed ha dato vita ad una task- force per l’assistenza alla progettazione degli interventi finanziabili. Sulla stessa lunghezza d’onda si è mossa la Provincia di Pisa che ha promosso un Protocollo d’Intesa per la promozione di politiche integrate di conciliazione vita-lavoro.
Purtroppo la tavola rotonda che doveva affrontare il tema del ruolo delle parti sociali nella costruzione di una politica della conciliazione ha visto una attenta presenza delle organizzazioni datoriali, di UGL ed una inspiegabile assenza di CGIL CISL e UIL, e sappiamo quale ruolo e anche quali difficoltà incontri il sindacato su questo tema.
Alla fine della giornata la Ministra Bindi ha portato le sue riflessioni sull’operato del Dipartimento e sulle sfide per il futuro, affermando tra l’altro che l’Italia su questo fronte ha ancora molta strada da fare, specie se si guarda all’esperienza di altri paesi. Eppure proprio quelle realtà dimostrano che la conciliazione non solo è possibile, ma anche necessaria. Nel nord Europa, per esempio, i tassi di occupazione femminile decisamente più alti dei nostri si accompagnano a un’inversione dell’andamento del tasso di natalità: questo risultato è frutto di un’azione di governo che ha portato ad affrontare certi nodi con molto anticipo, oltre che di un retaggio culturale più aperto di quello italiano rispetto ai temi della condivisione e delle responsabilità di cura tra uomo e donna.
Proprio sul tema della condivisione il relatore Robert Anderson (Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro di Dublino) presentando alcuni dati aveva precedentemente illustrato i tassi di condivisione del lavoro domestico tra uomini e donne in alcuni paesi europei, e non ha meravigliato vedere come gli uomini italiani siano quelli che condividono di meno!
Sono una operaia metalmeccanica, tesserata nella sinistra democratica, iscritta al sindacato UGL e rappresentante RSU aziendale.
Non ho mai nascosto la mia appartenenza politica e egualmente non ho mai nascosto la mia appartenenza sindacale all’UGL.
Sono orgogliosa di militare nell’area politica di sinistra, come sono orgogliosa di essere una metalmeccanica RSU votata nelle liste dell’UGL.
Ritengo che il lavoro non ha colore e il sindacato dei lavoratori ha un unico obiettivo quello di difendere i diritti dei lavoratori .
Sento dire da più parti che il sindacato è morto, che non serve più, io non ci credo. L’importanza del sindacato dei lavoratori nelle fabbriche nelle nostre aziende è necessario, è indispensabile soprattutto per noi donne che ogni giorno dobbiamo difendere il nostro lavoro ma anche la nostra vita familiare, le cui esigenze non coincidono, spesso, con i massacranti turni di lavoro.
L’UGL è un’organizzazione molto vicina alle problematiche delle lavoratrici, da sempre ha portato avanti una lotta contro le discriminazioni delle donne sui luoghi di lavoro. La difesa delle lavoratrici ha trovato sempre una grande sostegno da parte del nostro Segretario Generale Renata Polverini.
Per questo motivo lunedì 10 marzo ho provato tanta rabbia quando i sindacati CISL e UIL hanno disertato la tavola rotonda organizzata dal Ministro Bindi prevista durante il seminario "L'evoluzione delle politiche di conciliazione", perché invitata anche il Segretario Generale dell’UGL Renata Polverini.
In un primo momento ho avuto tanto stupore , mi sono chiesta: “ma perché ancora questo”, poi sono rimasta impietrita quando ho letto la dichiarazione del segretario Confederale della CISL “……….Non mi risulta che UGL abbia una rappresentativa sindacale tale da giustificare la presenza a tutte le iniziative dove è prevista la partecipazione dei rappresentati di CGIL, CISL e UIL. A meno che nella scelta del Governo non vi siano motivazioni di carattere politico che nulla però hanno a che vedere con il sindacato e con i lavoratori".
E io che cosa sono, mi sono chiesta, sono una lavoratrice, sono una sindacalista votata dai lavoratori come rappresentante UGL, perché il mio Segretario Generale non ha il diritto di rappresentare me e le tantissime iscritte ed i tantissimi iscritti dell’UGL.
Perché questi signori sindacalisti non vengono qualche volta a vedere le nostre manifestazioni, due anni fa a Terni, per il 1° maggio, abbiamo colorato con l’azzurro delle nostre bandiere tutte le strade, l’anno scorso, a Bologna eravamo tantissimi e tutti contenti di esserci.
Non abbiamo mai fatto sconti a nessuno né a destra né a sinistra, per la finanziari del 2006 siamo stato l’unico sindacato a portare in piazza 70mila lavoratori. Io c’ero, e vi assicuro che eravamo proprio tanti.
Tutti questi lavoratori perché non avrebbero diritto di sedersi a quel tavolo?
Non gli è bastata la figuraccia a questi signori sindacalisti che hanno fatto a Torino disertando il convegno organizzato dal Ministro Damiano?
Non riesco a capire, o meglio mi rifiuto di capire che esistono ancora indecenze di questo genere.
Non nascondo che mi è montata la rabbia, avrei voluto spaccare tutto, ma poi ho pensato a Renata Polverini alla sua forza, alla sua determinazione nel portare avanti il nostro sindacato.
Renata avrebbe potuto cedere alle molte proposte venute da più parti per le ultime elezioni. Ha scelto di rimanere al suo posto, ha scelto di rimanere con noi con le lavoratrici ed i lavoratori iscritti all’UGL.
Sono orgogliosa di appartenere all’UGL, sono orgogliosa di avere alla guida della mia Confederazione Renata Polverini, una donna di valore che non occupa un posto solo per riempire buchi.
La rabbia si è calmata quando ho incontrato in fabbrica i miei colleghi sindacalisti che mi guardano con solidarietà e gli occhi pieni di scuse.
Mi dispiace per loro che oggi non possono manifestare lo stesso mio orgoglio per essere una sindacalista dell’UGL.
GAETANA CIRINO
METALMECCANICA RSU UGL DELLA CRM LOGINT PRESSO FMA DI PRATOLA SERRA (AV)
COMPONENTE DEL COORDINAMENTO DONNE UGL
Lascia un Commento