Sardegna - Presentata la ricerca sui casi di discriminazione trattati dalla Consigliera Regionale di Parità
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008
Siglato da Virginia Mura della Direzione Regionale del Lavoro e Luisa Marilotti, Consigliera Regionale di Parità, alla presenza dell'Assessore Regionale del Lavoro Romina Congera il Protocollo d’Intesa – che fa riferimento ai numerosissimi interventi normativi, direttive, leggi e decreti, a carattere nazionale ed europeo, in materia uguaglianza uomo-donna e non discriminazione sul lavoro, e in particolare al Decreto Legislativo 11 aprile 2006 n. 198 - finalizzato a contrastare tutte le forme di discriminazione di cui le donne sono vittime nei luoghi di lavoro, spesso nascoste e ambigue e quindi più difficili da combattere.
“Il Protocollo è un atto concreto, il "segno" delle iniziative avviate nell'anno in cui si celebra il centenario della istituzione della Giornata Internazionale della Donna, che deve recuperare pienamente il significato originario di giornata di lotta contro le discriminazioni e le diseguaglianze uomo-donna e per l'affermazione delle pari opportunità – ha osservato la consigliera regionale di Parità -. Così come un altro importante suggello scaturisce dai dati concreti presentati nella ricerca sui casi di discriminazione effettivamente trattati nel triennio 2004/2007 dalla Consigliera Regionale di Parità, che mettono la Sardegna al terzo posto in Italia per il numero e la qualità dei casi trattati, dopo il Piemonte e l'Emilia Romagna e prima assoluta fra la regioni del centro sud, come rilevato dalla indagine nazionale dell’ISFOL”.
Il Protocollo, che avrà tre anni di durata. fa seguito alla collaborazione avviata da tempo fra la Direzione Regionale del Lavoro e l'Ufficio della Consigliera Regionale di Parità, finalizzata alla verifica della redazione e trasmissione dei rapporti biennali sulla situazione del personale femminile e maschile nelle aziende con più di 100 dipendenti, che ha prodotto proficui risultati nella conoscenza delle caratteristiche del mercato del lavoro "al femminile" in Sardegna.
I dati relativi alla discriminazione sul lavoro attivata dalla Consigliera Regionale di Parità sono stati presentati nella ricerca "Sardegna, mai più discriminazioni in ragione del sesso! Casi, vertenze e successi dell'Ufficio della Consigliera Regionale di Parità" curata da Tiziana Putzolu, nell'ambito della collaborazione tra la Consigliera Regionale di Parità e l’ente di formazione IFOLD. La ricerca ha dimostrato che le discriminazioni possono essere individuate e sconfitte nella maggioranza dei casi. Su 60 casi affrontati, infatti il 57% si è concluso con successo e soltanto il 12% non è andato a buon fine, mentre molte sono le procedure ancora in corso. Alcuni di questi casi sono assurti alla ribalta nazionale per il loro valore emblematico e per la rilevanza, come è il caso della sentenza del TAR Sardegna, che accogliendo l’istanza presentata dalla Consigliera Luisa Marilotti, ha obbligato il Comune di Cagliari, che negava il diritto al part-time per i vigili urbani, a ripristinare questo principio nei bandi e nei regolamenti. Questo rappresenta un precedente importante per le infinite situazioni presenti nelle pieghe delle normative operanti nella Pubblica Amministrazione. La ricerca ha dimostrato alcuni dati di tendenza molto importanti, che dicono molto sull'identikit della donna discriminata che arriva a rivolgersi alla Consigliera Regionale di Parità: il 70% ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, il che significa che ha più coraggio nell'affrontare la propria condizione e minore è il timore di perdere il posto di lavoro; il 42% si tratta di donne discriminate nel periodo della maternità, che rappresenta in assoluto il periodo più critico per le donne, in cui subiscono le maggiori vessazioni; il 77% sono casi di discriminazione individuali e il 20% sono casi collettivi, che rivestono una grande importanza perchè coinvolgono un gruppo di donne, a volte anche molto numeroso: è il caso dei vigili urbani di Cagliari, già citato, ma è anche il caso delle lavoratrici del Corpo Forestale che hanno ottenuto il riconoscimento del part-time, da cui prima erano escluse, ed è il caso delle vigilesse del fuoco che, grazie a un accordo stragiudiziale, oggi possono finalmente accedere alla professione; il 59% dei casi di discriminazione riguardano il settore pubblico, il che dimostra che la donna si sente in qualche modo più tutelata rispetto a quella che lavora nel privato; nel settore privato il 71% dei casi riguarda donne che lavorano in grandi aziende, il che significa che è assai difficile intervenire nelle piccole aziende private. In sintesi, le donne del nostro campione sono perlopiù sposate, istruite, hanno figli, un’età compresa tra i 30 e 49 anni, lavorano in grandi aziende pubbliche o private e con contratto a tempo indeterminato. Queste donne si rivolgono alla Consigliera di Parità quando il caso ha già una storia alle spalle ed è di difficile soluzione, precludendo tutta quella azione preventiva che invece sarebbe utile.
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