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Lavoro è 'occupabilità'

Lavoro è 'occupabilità'

Roma, Centri per l'impiego - La chiusura del progetto nei Centri per l'Impiego di Dragoncello e Torre Angela pone delle basi per il futuro, verso un welfare che "non sia mera filosofia politica, ma concreta trasformazione in esperienze"

Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008

"Le azioni dedicate alle donne devono essere permanenti"; la chiusura del progetto nei Centri per l'Impiego di Dragoncello e Torre Angela pone delle basi per il futuro, verso un welfare che "non sia mera filosofia politica, ma concreta trasformazione in esperienze".
"Le azioni dedicate alle donne devono essere permanenti. Dobbiamo continuare a lavorare per costruire un servizio sempre più efficace per le donne, che rappresentano il segmento più fragile del Mercato del Lavoro." Con queste parole Alida Castelli, Consigliera regionale di parità, ha aperto i lavori del seminario conclusivo del progetto I Centri delle donne tenutosi il 10 novembre, realizzato con il contributo della Provincia di Roma e del Fondo Sociale Europeo.
Il progetto ha visto l'attivazione negli scorsi mesi di sportelli dedicati alle donne all'interno dei Centri per l'Impiego di Dragoncello e Torre Angela. Esperienza valutata positivamente da tutti gli intervenuti al dibattito, anche alla luce dei dati presentati.
Le esigenze formative, la ricerca di lavoro, i bisogni specifici delle donne vanno supportati sia per quanto riguarda la scelta del tipo di occupazione, sia la retribuzione e i tipi di contratto, sia la conciliazione dei tempi. "Abbiamo seguito le attività con un monitoraggio costante, ex ante, in itinere ed ex post. Uno dei punti di forza del progetto è stato il coinvolgimento di tutte le forze politiche e istituzionali, con la Provincia di Roma. La costituzione di tavoli con tutti gli attori rappresenta una delle buone pratiche attuate per il dialogo e la comprensione reale delle situazioni." ha sottolineato la Consigliera.
Sono state 756 le utenti che si sono rivolte allo sportello donna in questi mesi; la previsione di 600 contatti è stata superata. Non solo, ma i materiali distribuiti sono stati 25.000 (previsti 4.000) e ben 931 le partecipazioni a percorsi seminariali, laboratori e altro (primo contatto, orientamento, percorsi individuali, laboratori di gruppo, ecc.).
La crescita è stata progressiva, come hanno illustrato analiticamente Anna Crisi, Paola Frezza e Claudia Piccini, entrando nel merito dei dati, per delineare punti di forza e criticità. "La presenza degli sportelli donna e di operatrici attente e motivate, ha fatto sentire le utenti più accolte e più capite; impostare una relazione di ascolto permette di far emergere le richieste reali. Non si tratta soltanto di donne che vengono a cercare un lavoro, ma di donne che vengono a cercare un lavoro che dia loro dignità." Ha spiegato Paola Frezza. Sono elementi importanti da valutare, anche in considerazione della provenienza e del profilo delle utenti (titolo di studio, situazione occupazionale, stato civile, età). In modo diffuso il gradimento delle utenti è stato molto elevato. Laddove l'utenza è caratterizzarta da bassa scolarità e difficoltà economiche, si riscontra un atteggiamento più passivo, in cui l'obiettivo unico è trovare lavoro e diviene marginale l'impegno a lavorare su di sé, a investire nella formazione.
Un altro elemento importante emerso dal lavoro di questi mesi è stato quello del linguaggio: spesso c'è una difficoltà a capire termini quali conciliazione, lavoro di cura e così via. Ad esempio, se pensiamo che solo il 9% delle donne accolte ritiene di essere impegnata nel cosiddetto 'lavoro di cura', probabilmente la maggior parte delle donne ritiene che quello non sia un lavoro (per quanto non retribuito, quindi non riconosciuto). Strano soprattutto alla luce del fatto che 38% delle donne sono coniugate, 60% hanno figli, e 90% dichiarano di essere 'libere'. Non si usa più dire celibe, nubile, o altro. Questo termine, 'libera', da un lato vorrebbe evidenziare la potenzialità di auto determinazione, indipendenza, autonomia; dall'altro lato nasconde invece una profonda solitudine, una fragilità, quella cioè di essere rimasta sì libera, ma sola nelle responsabilità di gestione familiare, comunque essa sia connotata (figlie, figli, genitori anziani, persone disabili a carico, nuclei costituiti da una sola persona…).
Alcune differenze tra le utenti di Dragoncello e Torre Angela per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione. È emerso comunque un analfabetismo di ritorno, con una grande fragilità di donne o ragazze, sia italiane sia immigrate, con il rischio di una perdita di competenze e capacità a cui si associa la perdita di autostima. Di contro, è in atto una svalutazione dei profili di persone straniere scolarizzate, profili che non vengono utilizzati o demansionati.
Riguardo alle straniere, si può notare come la vita nel paese di origine e la vita nel paese ospite, un po' per fattori linguistici e culturali, un po' forse anche per la svalutazione di sé, vengono percepite con un forte scollamento, come se fossero realtà separate e inconciliabili, scollamento che impedisce di dare una valenza positiva alle competenze, specifiche e/o trasversali, e di recuperare le esperienze effettive per investirle nel paese ospite. La città viene percepita come un elemento esterno in cui è difficile ritrovare una parte di sé.
Sono le donne tra i 35 e i 55 anni quelle che più si sono rivolte agli sportelli donna; il fatto che molte vengano al CpI per cercare lavoro è un segno di fiducia per la struttura.
"Sono commossa per il lavoro svolto fin qui, e di questi risultati raggiunti in tempi così ridotti. Significa che sono stati compresi i bisogni delle utenti; per questo dobbiamo continuare a lavorare insieme con l'assessorato Formazione e Lavoro, continuando a porre attenzione ai territori e alla cittadinanza con le rispettive specificità". Questo il commento di Paola Bottaro, che dirige il III dipartimento Servizi per la formazione.
"Il 92% del lavoro viene ancora trovato tramite conoscenze personali, solo in minima parte dai Centri per l'Impiego e da altri soggetti. Ritengo che si debba investire ancora, continuando a indicare la misura E1: c'è, in Italia, la specificità femminile. Questo andrebbe fatto anche nella provincia. Ma che tipo di lavoro posssiamo effettivamente offrire?" questa la domanda di Luigi Guariniello, Direttore XI Dipartimento, che ha detto "Dobbiamo trovare i mezzi per accompagnare all'occupazione, per aiutare nel lavoro di cura, trovare dei mezzi che tengano conto di tutto questo, ad esempio i voucher; dobbiamo promuovere una struttura moderna. Sta finendo l'epoca della burocrazia nei CpI."
Maurizio Piccinetti, responsabile del progetto, ha evidenziato come ci siano emergenze da affrontare: "Roma ha la più alta presenza di laureati flessibili e precari. Solo il 40% dei part-time sono per scelta. Il 35% dei giovani non arrivano al diploma, la popolazione lavorativa invecchia, mentre aumenta il tasso di dispersione scolastica. A fronte di ciò, si rende necessario potenziare l'accessibilità e il ruolo dei CpI come presenza istituzionale forte".
Franca Cipriani, consigliera di parità della Provincia di Roma, ha fatto presente che i risultati positivi dipendano anche dall'aver messo in campo le cultura delle donne, che tende a dare risposte concrete a problemi reali. "Le istituzioni hanno risposto positivamente, ma questa è un'eredità di informazioni che può e deve essere la base per il futuro. Le indicazioni delle ricerche azioni, dei progetti, i bilanci di genere e così via sono strumenti che ci permettono di dare risposte maggiori e migliori. Teniamo conto che il 60% di chi si rivolge ai CpI sono donne, e nonostante tutto quanto è stato detto, la trasformazione dei contratti da tempo determinato e tempo indeterminato avviene ancora solo per il 16% delle donne contro il 32% degli uomini. Dobbiamo usare questa cultura femminile per dare continuità ai risultati".
Risultati valutati positivamente anche dalla Presidente di Crasform, Stefania Fadda.
Claudia Foschi, responsabile del CpI di Dragoncello, ha commentato "è gratificante aver avuto un impatto immediato, stiamo andando avanti per fare tesoro di quanto raggiunto".
L'Assessore Massimiliano Smeriglio ha concluso l'incontro con parole molto concrete: "È necessario tenere in considerazione la crisi dell'economia materiale in cui ci troviamo, e che è solo all'inizio. C'è una disponibilità a sostenere progetti innovativi, e dobbiamo ripensare ai nostri servizi alla luce dello stato dei fatti. In un momento in cui assistiamo alla crisi di diversi comparti, a smantellamenti e ad altri episodi, i soggetti più deboli vengono colpiti prima. I meccanismi per pianificare gli interventi devono tenere conto di tutti gli elementi, per creare più rete, più efficacia, più accoglienza. Abbiamo elementi complessi da analizzare, non possiamo fare una competizione al ribasso del poco di offerta pubblica che c'è. Cerchiamo di semplificare l'approccio alla struttura pubblica per le persone, di eliminare la confusione e la dispersione di risorse, di costruire un meccanismo che riconosca le esperienze, ma vincolando tutti a progetti comuni. Gli intrecci concreti tra formazione e lavoro vanno valorizzati, attraverso percorsi formativi individualizzati, rafforzamento dei CpI, progetti su target specifici, sulla conciliazione, forme di sostegno al reddito diretto e indiretto delle persone, tenendo conto che il reddito è strettamente connesso non solo al lavoro ma anche al diritto di cittadinanza. In questa prospettiva di qualità la banditura per il prossimo triennio terrà conto di tutto questo, per un welfare che non sia mera filosofia politica ma che sia concreta trasformazione in esperienze".
18 novembre 2008

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