Umbria, Consigliere di Parità - Una lettura approfondita dell'occupazione nella Regione in un'ottica di genere
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
Dove sono le lavoratrici umbre? Quanto guadagnano? Partecipano alla formazione aziendale? Queste sono le domande alle quali le Consigliere di Parità possono finalmente rispondere grazie ai rapporti biennali presentati dalle aziende medio-grandi della regione. All'analisi della situazione e alla condivisione dei problemi emersi è stato dedicato un convegno da titolo "Donna?. 30% in meno!" lo scorso mese di febbraio invitando Aziende, Sindacati, Camere di Commercio, Inps, AUL, AUR, Università. Indubbi i vantaggi anche per le aziende che hanno reso possibile la ricerca, alle quali viene offerta una nuova prospettiva di lettura dei dati del loro personale maschile e femminile, per utilizzare al meglio le Risorse Umane e progettare azioni positive per lo sviluppo delle pari opportunità. La situazione femminile che si delinea dalla ricerca curata da Barbara Garofoli non è delle più rosee, con una presenza di donne che non riesce a sfondare il cosiddetto "soffitto di vetro" che ne blocca le carriere a livello quadro ed un ampio uso del part time da parte delle donne (più di un terzo delle aziende utilizzano il part time esclusivamente per le donne). Fintanto che, all'interno della famiglia persisterà una ruolizzazione che non distribuisce equamente il carico di lavoro, le donne dovranno continuare a trovare soluzioni per conciliare la doppia presenza nel lavoro per la famiglia e nel lavoro per il mercato retribuito; una di queste è l'utilizzo del part time, con la conseguente segregazione sociale che ne deriva, i redditi bassi e la precarietà occupazionale (più di un quarto delle dipendenti totali sono uscite dal Mercato del Lavoro). "La parità di diritti di accesso alle risorse – osserva la Consigliera di Parità Marina Toschi - non crea individui uguali ma tutela le differenze come fonti concrete e preziose per un'economia sempre più globale ma al tempo stesso sempre più differenziata, in continua trasformazione e miglioramento". Questo primo monitoraggio umbro vuole essere uno stimolo, per le parti sociali e le amministrazioni locali, a definire nuove ipotesi di intervento concreto ed indirizzare le politiche del lavoro a considerare l'occupazione femminile come una risorsa.
(31 marzo 2006)
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