CEDAW - La Campagna della rete italiana di politiche di genere per il XXX anniversario
Lunedi, 18/01/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2010
Trent’anni fa l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di Discrimi¬nazione contro le Donne (CEDAW), considerata ancora oggi uno dei trattati internazionali più completi sui diritti delle donne.
La Convenzione, a oggi sottoscritta da 186 Stati, è composta da un preambolo e 30 articoli che identificano aree speci¬fiche di discriminazione e indicano gli strumenti per eliminarla. In particolare la CEDAW chiede di rimuovere le discriminazioni che limitano la partecipazione delle donne alla vita pubblica e lavorativa e ai processi decisionali, di contrastare la violenza di genere e di impegnarsi per modificare la diffusa accettazione degli stereotipi associati ai ruoli tradizionali di uomini e donne nella famiglia e nella società, incoraggiando un’immagine paritaria di uomini e donne, cambiando la percezione tradizionale delle donne come oggetti sessuali, responsabili principalmente della crescita dei figli.
Al fine di supervisionare l’applicazione della Convenzione è stato affidato al Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne il mandato di esaminare i rapporti periodici che gli stati firmatari sono tenuti a presentare per illustrare i progressi realizzati e le misure di ordine legislativo, giudiziario, amministrativo o di altro genere adottate per dar seguito alle disposizioni della Convenzione. Il Comitato può dare consigli e raccomandazioni generali basate sulle informazioni contenute nei rapporti e gli Stati firmatari sono tenuti a considerare le osservazioni che ricevono per orientare il loro lavoro negli anni successivi.
Nell’ottobre del 1999, con l’adozione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del Protocollo Opzionale, il Comitato CEDAW si è dotato di strumenti sanzionatori per l’attuazione della convenzione. Il Protocollo infatti permette a singoli individui o gruppi di persone di presentare al Comitato comunicazioni scritte su violazioni di diritti sanciti nella Convenzione, compresi quelli posti a tutela d’interessi collettivi e il Comitato può dare seguito alla richiesta con indagini e azioni legali.
La scarsa conoscenza di questi strumenti di diritto internazionale presso la società civile implica che in molti Paesi i governi sentano una pressione limitata per porre in essere le raccomandazioni contenute nella CEDAW. Molti Paesi non consegnano con regolarità i rapporti al Comitato e, anche quando lo fanno, le organizzazioni di donne spesso non sono né consultate né informate. Tuttavia la CEDAW continua a essere d’importanza vitale: essa è uno strumento di diritto che ci permette di confrontarci con tutte e tutti coloro che nel mondo stanno lavorando per il miglioramento delle condizioni della donna, a prescindere dal livello di povertà del loro Paese di provenienza. La CEDAW è quindi una piattaforma in cui le battaglie nazionali contro le disuguaglianze di genere possono trovare eco, risonanza e legami nel contesto globale.
Per questo, in occasione del 30° anniversario di questa Convenzione, è stata lanciata la campagna di sensibilizzazione “Lavori in corsa - 30 anni CEDAW” che, in tutta Italia, coinvolge le amministrazioni locali, le università e le diverse espressioni della società civile per:
1. informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza, l’attualità e l’importanza della CEDAW come strumento di avanzamento della condizione delle donne in Italia e nel mondo;
2. contribuire alla diffusione di un approccio basato sui diritti e di una più forte prospettiva di genere proponendo un’immagine positiva, non discriminante e rispettosa delle donne e del loro agire come attrici dello sviluppo a livello locale, nazionale e globale;
3. diffondere iniziative e azioni collegate alla CEDAW intraprese da donne in altri Paesi del mondo su tematiche quali la violenza contro le donne, la rappresentazione delle donne nei media, la partecipazione politica e il contributo delle donne all’economia cercando di mettere a confronto le buone pratiche che provengono dal Sud del mondo;
4. rafforzare la rete di organizzazioni e i legami tra le persone attive sulle tematiche di genere in una prospettiva locale e internazionale, includendo enti locali, gruppi e associazioni femminili, atenei, organizzazioni giovanili e di donne migranti;
5. consolidare i meccanismi di consultazione e dialogo tra le istituzioni e la società civile nei processi di implementazione della CEDAW.
Per approfondire i contenuti della CEDAW e della campagna “Lavori in corsa” si può vistare il sito della Rete Internazionale delle Donne per la Solidarietà: www.womenin.net, dove sono disponibili materiali informativi e schede di approfondimento relative alla Convenzione, notizie sugli eventi organizzati in tutta Italia nell’ambito della campagna e aggiornamenti sulle attività della rete.
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