Consigliere di Parità/Sicilia - Un convegno a Palermo ha fatto emergere ombre e luci sulla situazione del mondo del lavoro delle donne e l’importanza del ruolo delle Consigliere di Parità
Antonella Romano Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 0206
Emarginate, sfruttate, declassate, spesso anche offese e vittime di molestie sessuali sul luogo di lavoro. Ma difficilmente propense a denunciare le vessazioni subite. È il ritratto
delle lavoratrici siciliane presentato nel corso del convegno ‘Il ruolo della consigliera di parità’ che si è svolto a Palermo a fine novembre. Una fotografia che ritrae un mondo del lavoro femminile costellato di casi di discriminazione, nel quale quotidianamente operano le Consigliere di parità siciliane. Sono in tutto dieci, una per provincia, più l’ufficio centrale della Consigliera regionale. Un vero staff d’eccellenza, che lavora per conto della Regione per realizzare di condizioni di parità uomo-donna nel mondo del lavoro. Centinaia le denunce che le Consigliere raccolgono ogni anno in tutta la Sicilia: provengono da donne assunte a tempo determinato negli enti pubblici e nelle Asl, da lavoratrici socialmente utili, inserite con mansioni inferiori rispetto alle qualifiche richieste e danneggiate nei percorsi di stabilizzazione, dalle operatrici dei call center, regno del lavoro interinale e precario, ma anche da dipendenti di banca. Le discriminazione sono a volte a due facce, come la storia di una commessa di un piccolo negozio di Caltanissetta, in pieno entroterra siciliano: il datore non le dava lo stesso stipendio dei due commessi suoi colleghi. Alla fine, con l’intervento della Consigliera di parità sul datore di lavoro, la commessa è riuscita ad avere ciò che le spettava e in più anche lo straordinario, che i suoi colleghi non avevano mai percepito. E adesso, da gennaio, in nome della parità, prenderanno lo straordinario anche loro. Sono state circa quaranta negli ultimi quindici mesi nell’isola le intese raggiunte dopo il tentativo di conciliazione con il datore di lavoro grazie all’intervento delle Consigliere di parità. Ma qualche caso è già finito in Tribunale. A Enna, per la mancata applicazione dell’astensione obbligatoria a una infermiera in gravidanza, l’azienda dopo aver perso il primo grado ha presentato ricorso in appello. Le Consigliere, che operano attivamente in tutte le province, hanno raccontato come lavorano sodo per far conoscere in Sicilia questa figura, ancora poco conosciuta, istituita nel 1991 con la legge 125 sulle “Azioni positive per la realizzazione delle parità e delle pari opportunità nel mondo del lavoro”. Alla presentazione del convegno, sono stati tanti i politici intervenuti. A cominciare dal presidente della Regione Salvatore Cuffaro, dell’Udc, che ha colto l’occasione del parterre molto “rosa” e bipartisan per annunciare: “Se sarò eletto inserirò quattro donne nella futura giunta di governo, anche se lo statuto siciliano non dovesse avere il sì della Camera e del Senato”. La porta alle ‘quote rosa’ infatti in Sicilia è stata già aperta da una legge elettorale, unica nel suo genere in Italia, che prevede nel listino la presenza alternata di genere e nelle liste la presenza del 30% di candidate donna. Le donne in Sicilia, mobizzate o discriminate, timidamente iniziano a venire allo scoperto. “La maggior parte delle donne che si rivolge a noi - spiega Claudia Serio, la Consigliera regionale, che ha l’ufficio presso l’Assessorato regionale al Lavoro - sostiene di aver avuto problemi nel momento in cui ha deciso di avere un figlio. Molte hanno paura di esporsi e di avere ritorsioni. Denunciare per tante significa correre il rischio di perdere il lavoro che in Sicilia può significare perderlo per sempre”. Con il seminario Claudia Serio ha constatato che esiste una particolare attenzione, non solo della classe politica, verso il tema delle pari opportunità. Ma ancora manca un impegno collettivo. “Ho visto che le numerose realtà che si occupano della materia non convergono ancora attorno alla figura della Consigliera di parità, che dispone dei mezzi oltre che della legittimazione per incidere nella realtà lavorativa delle donne. Penso sia necessaria un’azione sinergica di sensibilizzazione delle organizzazioni datoriali e di divulgazione dei diritti delle donne e spero presto di poter incontrare tutte le associazioni femminili per concordare insieme un piano d’azione comune”. Diverse le storie che emergono da provincia a provincia. “I casi da noi affrontati - racconta Rosaria Leonardi, consigliera di Enna - riguardano principalmente le lavoratrici sottoposte a contratto a tempo determinato o dipendenti di enti pubblici di un certo calibro, che di fatto sconoscono o fanno finta di sconoscere la legge sui congedi parentali e tutto quello che riguarda il rispetto dei vari livelli di inquadramento di questi lavoratori”. Tante donne, pur subendo evidenti ingiustizie, non hanno il coraggio di denunciare l’azienda dove lavorano. “Sono arrivate così da noi più richieste da parte di associazioni. Spesso le donne non conoscono l’esistenza di questa figura - racconta Caterina Maria Peraino, la Consigliera di Trapani -. Mi sto impegnando per diffondere nella mia provincia le opportunità che possiamo offrire alle persone che si sentono discriminate. Abbiamo in corso un paio di progetti, di cui sono orgogliosa, per promuovere attraverso seminari la figura della consigliera di parità e per aiutare le aziende, i sindacati, gli enti nella promozione di azioni positive. E sono diverse le associazioni femminile che mi chiedono di fare interventi di formazione per prendere coscienza di quest’argomento”. Anche a Messina spesso vince la paura. Dice Crocifissa Maltese, la Consigliera della città dello Stretto: “Non tutte hanno il coraggio di denunciare, soprattutto le più giovani, sanno che con un’azione di rivalsa hanno le possibilità di vincere ma che il rapporto di lavoro poi potrebbe cambiare. Insomma, la decisione è spesso sofferta. Da noi a Messina c’è una forte presenza delle donne in politica. Questo fa sì che sul tema ci sia più attenzione”. Da poco a Messina è nata la Commissione pari opportunità presso la Provincia, con un suo statuto, di cui fa parte anche la Consigliera di parità. Storie esemplari della condizione lavorativa delle donne in Sicilia sono quelle che racconta Maria Lo Bello, sindacalista e Consigliera provinciale di parità a Caltanissetta. C’è il caso della guardia carceraria che rientrava al lavoro dopo il periodo di astensione per l’allattamento di un anno del suo bambino. “Chiedeva un orario unico dalle 8 alle 14 per poter tornare a casa a pranzo. Mentre prima le avevano negato la possibilità, dopo il nostro intervento è riuscita a ottenere quello che voleva. Le avevano proposto o il notturno o l’orario dalle 12 alle 18, che avrebbe creato scompensi alla sua organizzazione familiare. Siamo intervenuti sul direttore del carcere, e la storia si è conclusa bene”. Sempre a Caltanissetta, spicca un caso di mobbing di una centralinista del call center. “L’operatrice in questione aveva difficoltà di relazione con i suoi superiori. Contemporaneamente aveva avuto problemi con la mano, che le si intorpidiva. Ha dovuto fare degli esami medici. L’hanno accusata di non voler lavorare. Il problema fisico, accertato, le era stato causato invece dallo stress, dal clima di ostilità con i colleghi. Il caso è stato fortunatamente risolto portando i referti medici e abbiamo fatto in modo che lavorasse in una squadra più compatibile. Ora lei è contenta, si è psicologicamente adattata, non ha problemi. Questi casi li abbiamo affrontati tutti nella sede dell’ufficio della Consigliera”. Altri casi sono stati riferiti dalle altre consigliere, Maria Antonia Testone, di Agrigento, Gianna Tempera di Catania, Marcella Greco, della provincia di Palermo, Romina Licciardi di Ragusa, Giuseppa Tempio di Siracusa. Al seminario hanno partecipato anche la senatrice Isa Ferraguti, Consigliera di parità della provincia di Modena, che ha spiegato la normativa in tema di parità, Isabella Rauti, Consigliera nazionale di parità, Raffaella Gallini, vice presidente del Comitato nazionale di parità, Cinzia Alitto, membro del Centro studi attività ispettiva del Ministero del Lavoro, i segretari siciliani di Cgil, Cisl e Uil, il professore Alessandro Ballista, ordinario di Diritto al lavoro dell’Università di Palermo, l’Assessore regionale alla Famiglia Raffaele Stancanelli e l’Assessore regionale al Lavoro Francesco Scoma, che ha osservato: “Questa giornata di riflessione è servita per la diffusione della cognizione del compito e dell’impegno delle Consigliere, per un’attività che vuole fornire un giusto contributo per il superamento delle disparità di trattamento e della discriminazione sui luoghi di lavoro”.
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