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Laura Garavaglia. Quanti di poesia

Laura Garavaglia. Quanti di poesia

Poesia - Nelle leggi della fisica si può trovare il senso delle vicende dello spirito.

Benassi Luca Giovedi, 03/12/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2015

 La cultura italiana lavora per compartimenti stagni: il sapere scientifico e la cultura umanistica non hanno fra loro contatti e, anche al loro interno, specialità e settori sembra staterelli autarchici sempre in procinto di darsi battaglia. In una civiltà che ha le sue basi in Michelangelo, Galileo e Leonardo è sorprendente osservare come non ci sia posto per i creativi e gli eclettici, per coloro che sono capaci di far interagire le diverse branche del sapere, per creare innesti, trovare soluzioni, far progredire l’arte, la scienza, la letteratura. Eppure, limitandoci al campo della poesia, il secolo passato ha offerto esempi illustri di tali fecondazioni, si pensi alla figura di Leonardo Sinisgalli e alla rivista “La civiltà della macchine”, che tuttavia non hanno avuto particolari sviluppi negli anni successivi. Per questo si saluta con estremo favore una poesia come quella di Laura Garavaglia, dove scienza e versi, cosmo e anima si incrociano e si nutrono con esiti sorprendenti. Non si tratta di una poesia descrittiva, che dall’osservazione della natura si limita a trarre uno spunto di scrittura, né di una poesia che si alimenta di un ‘furor mathematicus’ alla ricerca di una sintesi fra linguaggi all’apparenza inconciliabili: la poesia di Garavaglia è piuttosto la presa d’atto che nelle leggi del cosmo, nella conoscenza e nell’osservazione dell’infinitamente piccolo come dell’infinitamente grande si può trovare il senso delle vicende dello spirito, della tensione alla bellezza, all’amore, alla condivisione. Questa poesia, che per certi versi ricorda quella di Giancarlo Isetta, si situa sullo stesso versante del “Tao della fisica” di Fritjof Capra o delle “Sette lezioni di fisica” di Carlo Rovelli, in quanto mette l’essere umano al centro del tempo e dello spazio. Si tratta di una centralità che poggia sulle basi del dubbio e dell’indeterminatezza, sulla necessità di misurarsi con i limiti del suo essere finito, preda del turbamento di fronte all’immensità del cosmo e allo stesso modo temerario nel cercare di comprenderne le leggi che lo regolano. Il mistero della vita, l’insondabilità dei sentimenti –sembra dirci Garavaglia – fanno parte dell’enigma della materia: ciò di cui siamo fatti è, in fondo, ciò che conosciamo meno. Laura Garavaglia ha fondato e presiede l’Associazione culturale “La Casa della Poesia di Como” ed è organizzatrice e curatrice del Festival Internazionale “Europa in versi”. In poesia ha pubblicato “Frammenti di vita” (2009), “Farfalle e Pietre” (2010), “La simmetria del gheriglio” (2012), “Correnti ascensionali” (2013) e “Numeri e Stelle” (2015).









BOX 1

 

È tempo di scavare nella terra

togliere sassi, piantare radici.

Poi verranno i frutti.

Raccogliere le schegge sotto il tavolo

entrare nella vasca di ogni giorno,

emolliente torpore per lavarsi il cuore.

Dire esperienza, oggi, e non più vita

astratto sostantivo singolare,

scommessa inutile, illusoria partita.

 



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