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L’étoile, la stella

L’étoile, la stella

Sylvie Guillem - La ballerina che ha svelato la relazione intellettuale armoniosa fra l’espressione del corpo e il resto del mondo

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2008

Alta, sottile come un giunco, sguardo penetrante, una lunga chioma rossa, Silvie Guillem, la ballerina francese, che ha attraversato i palcoscenici di tutto il mondo meravigliando con impalpabile leggerezza, possiede la capacità fisica e la tecnica di adattare la flessibilità del suo corpo longilineo ad ogni tipo di espressione, da quella classica del grande repertorio a quella postmoderna, esprimendo al meglio i fremiti segreto di un’arte difficilissima. Proprio come Maria Callas, che con la sua voce prodigiosamente agile passava dai timbri scuri e intensi del registro drammatico a quelli coloriti e virtuosistici del registro leggero. Le sue qualità fisiche e tecniche sono uniche, nelle evoluzioni e nei vortici che crea la verticalità è perfetta ed è incredibile l’apertura delle gambe che si aprono anche in volo come le aste di un compasso fino a tracciare una linea retta.
Al Teatro Regio di Torino, con una produzione del 2005 intitolata Push (nel cartellone di TorinoDanza e MiTo), con la sua grazia felina e l’agilità dei movimenti, ha acceso l’entusiasmo del pubblico.
Nata a Parigi il 2 febbraio 1965, la Guillem che dal 1989 fa parte del Royal Ballet attualmente risiede a Londra. Figlia di un’insegnante di ginnastica, deve molto all’incoraggiamento della madre che aveva capito le sue qualità innate già manifestate nei primi anni dell’infanzia. Giovanissima, entra a far parte dell’équipe olimpica francese per la ginnastica artistica. Quando il direttore della Scuola dell’Opéra la vede, ne intuisce le possibilità e le offre una borsa di studio. Silvie ha solo 11 anni. Cinque anni dopo entra nel corpo di ballo di quel teatro. Qui Nureyev è sedotto dall’eccellente capacità tecnica e artistica della sedicenne e la vuole come partner nel Don Chisciotte: del grande ballerino russo Silvie diventa la sua étoile più giovane e fra le più acclamate. Al tempo di Jacques Lang alla Cultura, la ballerina abbandona la Francia suscitando costernazione e addirittura un’interrogazione parlamentare. Comincia così l’avventura di Londra, che segna altri trionfi. Prima di compiere i trent’anni, l’étoile francese è già investita di premi e di inviti da parte delle più importanti compagni del mondo.
Appare radiosa e tenera nei grandi ruoli classici, (Cenerentola, Lago dei Cigni, Giselle...), ma l’impulsività e il temperamento imprevedibile, uniti alle sue doti fisiche la renderanno un’interprete ideale per la danza contemporanea di Maurice Béjart, di Forsythe e Mats Ek.
A Torino, dove in Push si è esibita insieme a Russel Maliphant, coreografo e partner dall’incisiva presenza scenica, ha incantato nella prima parte, quando immersa in un cono di luce ha tracciato con il suo corpo disegni lievi come spirali di fumo sulla musica di una chitarra spagnola. Poi la purezza abbagliante della sua tecnica è apparsa nei movimenti disarticolati e morbidissimi di spalle braccia e capo in una esecuzione che partendo da gesti lenti si intensificava fino al vertice del parossismo. Eccellente anche Russel Maliphant: ispirato allo yoga e alle arti marziali ha danzato con la proiezione della sua ombra in quattro pannelli creando sorprese continue. Con lei, in un pas de deux perfetto ha creato un intreccio che ha ipnotizzato con il suo fascino. Ecco, uno spettacolo come questo è imprescindibile per chi nella grande danza contemporanea cerca una relazione intellettuale armoniosa fra l’espressione del corpo e il resto del mondo. (M. C.)


(15 gennaio 2008)

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