Mercoledi, 06/04/2011 - Tra il Rubygate e la questione dei profughi nordafricani si inserisce la ricorrenza del terremoto dell'Aquila. Due anni, 24 mesi, dalla scossa distruttiva delle 3.32 che ha fermato il tempo nella bella città abruzzese. Due anni durante i quali è accaduto di tutto: proclami di ricostruzione immediata, un G8 con tutti i 'potenti' della terra a commuoversi a favore di telecamera, assurde interviste notturne a persone sfollate che dormivano in macchina, tendopoli sotto tutela, spostamenti di popolazione, inchieste sulla ricostruzione, tentativi degli aquilani di riprendersi la propria città, lottizzazioni nella periferia della città e nella campagne dei piccoli borghi danneggiati dal sisma, un bel film/documentario sulle tante bugie raccontate, denunce, soprattutto in rete, su quanto stava avvenendo nella città, manifestazioni. Eppure a due anni da tutto questo terremoto, quello della terra e quello delle persone, la situazione è sostanzialmente immutata. Chi cammina nel centro storico dell'Aquila vede la stessa desolazione di macerie abbandonate e palazzi che sembrano bombardati, una comunità che non esiste più.
Sono trascorsi due anni e 14.174 persone sono ancora beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione, 13.906 sono alloggiate nel Progetto C.A.S.E., 7.113 nei MAP, 2042 in affitto e in altre strutture comunali, 1.334 in strutture ricettive (369 fuori dalla provincia) e 270 nelle caserme a L'Aquila. Il calcolo è presto fatto. Oltre 38 mila persone non vivono a casa loro.
Umberto Trasatti, segretario provinciale della CGIL ha denunciato una settimana fa la crescita esponenziale delle ore di cassaintegrazione nella provincia de L’Aquila. Una situazione drammatica con la ricostruzione ancora totalmente bloccata e il consiglio comunale ormai paralizzato da una empasse politica. La disoccupazione – spiega Trasatti - è cresciuta dal 7,5% di prima del sisma all'attuale 11%, dato che però “non comprende i lavoratori in cassa integrazione, mobilità o comunque che usufruiscono di ammortizzatori sociali”.
E anche gli industriali concordano con il sindacato». “Nell'emergenza - dice Antonio Cappelli, direttore di Confindustria - sono state fatte cose straordinarie. Poi però tutto si è fermato. Aver dato un tetto alla gente realizzando una periferia diffusa non vuol dire rilanciare l'economia. La ricostruzione "pesante" non è neanche partita”. Moltissime piccole aziende e imprese artigianali del centro storico hanno chiuso: rappresentavano una delle ricchezze della città, scomparse insieme alla comunità. “Il sistema-università, fra affitti di fuorisede, consumi, servizi, generava un flusso finanziario compreso fra i 220 e i 230 milioni di euro all'anno. Adesso si è quasi azzerato”, continua Cappelli. Gli iscritti sono scesi da 27 mila a poco più di 21 mila, nonostante l'azzeramento delle tasse universitarie.
E a raccontare che l'economia, il lavoro, quello che serve a sopravvivere e ad avere una speranza di ricostruire la comunità, è ferma vengono in aiuto i blog degli aquilani. Stazione MIR-L'Aquila e il resto – blog di Federico D'Orazio fa la conta degli esercizi commerciali che hanno riaperto nel centro della città dopo il sima.
“Considerate che fino al giorno prima del terremoto erano in 700 (...)
PIAZZA DUOMO
- Bar storico Caffè Nurzia
- Bar Florida
- un gioielliere, del quale non ricordo il nome.
- un ottico (...)
CORSO FEDERICO II
- Nero Caffè, nuovo bar aperto lì dove un tempo c’era la profumeria Limoni.
- Bar Corso
CORSO VITTORIO EMANUELE
- Tezenis
- Bar Maccarrone. (...)
VIA LEOSINI
- Percorsi di gusto: un ottimo e minimalista ristorante moderno (...)
-Macelleria della quale non ricordo il nome.
ViA GARIBALDI
- Pasticceria Manieri. (...)
- Un nuovo “lounge bar” del quale non ricordo il nome.
PIAZZA SANTA ELISABETTA
- Ju Boss. Il primo a riaprire, l’8/12/2009. Cantina storica, ha resistito a 3 terremoti distruttivi. L’acqua fracica i ponti, è proprio vero.
-Malacoda, nuovo bar gestito da ragazzi.
-Tabaccheria
FONTANA LUMINOSA:
- Edicola.
E questo è tutto. 16 esercizi commerciali hanno riaperto in tutto il centro.”
La notte appena trascorsa, quella della ricorrenza, una fiaccolata ha riportato la luce nel centro dell'Aquila. 18.000 persone in silenzio hanno ricordato i propri concittadini scomparsi nel boato del sisma, la voce della terra che si apre e che, nei ricordi ancora agghiaccia l'anima. Alcuni organi di stampa, descrivendo la manifestazione silenziosa hanno detto che la popolazione “ha invocato la ricostruzione”. Chissà se si sono accorti di utilizzare un verbo, invocare, che riporta all'implorazione, alla supplica. Perchè dei cittadini devono 'supplicare' un diritto?
Nadia Angelucci
(6 aprile 2011)
L'immagine a corredo del presente articolo è un'opera di Lughia (www.lughia.com). Dedicata al terremoto de L'Aquila l'immagine proposta è una elaborazione digitale riprodotta su alluminio (cm.100x100) e facente parte di una serie di numerosi lavori aventi per titolo: Sotto lo stesso cielo. Protagoniste della serie sono preziose località del nostro paese rappresentate attraverso il patrimonio architettonico e accomunate da un medesimo cielo. La memoria è il fulcro della poetica che vede rappresentate le presenze umane da una sorta di ombra che l'autrice chiama traccia dell'assenza.
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