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L'Aquila domani

L'Aquila domani

Intervista a Stefania Pezzopane - No alla “new town”; la Presidente della Provincia dell’Aquila fa il punto su priorità, tempi e costi della ricostruzione

Di Sabatino Guendalina Martedi, 02/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009

Il 6 aprile scorso il capoluogo abruzzese ha visto morire centinaia di persone: donne, uomini, giovani, bambini, anziani; i suoi monumenti storici e molti importanti piccoli borghi sono stati distrutti, da mesi le scosse di uno sciame sismico che, secondo la Commissione rischi non destavano allarme, annunciavano, secondo altri, la tragedia. Oggi L’Aquila piange i suoi morti. Duecentonovantanove. Troppi. Ma è pronta a ripartire.



Lei non condivide l’idea del Presidente Berlusconi di costruire una new town, qual è la sua proposta?

Gli aquilani rivogliono la loro città con la sua identità, la sua cultura, le sue attività commerciali e produttive. Non condivido l’idea della new town. Mi piace pensare ad una young town. La città bella, giovane e sicura. Così dovrà essere L'Aquila del futuro senza delegare la ricostruzione, non accetteremo che altri decidano per noi. L’aiuto del governo è indispensabile, e ringrazio quanto sta facendo insieme al prezioso contributo della Protezione Civile. Ma terminata l’emergenza, la governance deve tornare alle istituzioni locali, alla popolazione locale, che va coinvolta, come siamo abituati a fare, da sempre.



Il Presidente del Consiglio prevede tempi rapidi per la ricostruzione, basteranno otto miliardi stanziati dal governo?

Tempi rapidissimi sono la priorità. La sistemazione nelle tendopoli deve essere temporanea. Va trovata una soluzione per rientrare nelle abitazioni agibili prima dell’autunno.

La somma destinata dal governo è assolutamente insufficiente. Basti pensare che per l’Umbria, dove l’entità del sisma è stata inferiore, sono serviti 9 miliardi di euro e la ricostruzione delle case è stata finanziata al 100%. Per L’Aquila il decreto del Consiglio dei Ministri parla di 150 mila euro come contributo per le abitazioni private. Una cifra irrisoria che non copre il totale del costo base. Un’ingiustizia senza precedenti! Chi ha perso la casa dovrà essere risarcito fino al cento per cento del valore. Ora, dopo le nostre richieste, il governo ha annunciato che il decreto cambierà.



Nella ricostruzione quale ruolo dovranno avere le Province italiane?


Di primo piano. Per questo motivo, lo scorso 23 aprile, insieme al presidente dell’Unione Province Italiane (UPI), Fabio Melilli, ho riunito a L’Aquila le Province italiane. Tutte hanno assicurato il loro impegno per la ricostruzione. Ciascuna Provincia adotterà un progetto, in prevalenza scuole ed edifici pubblici, ma anche monumenti. Abbiamo consegnato un elenco di priorità e una prima stima dei danni. Occorreranno almeno 300 milioni di euro per la ricostruzione, la messa in sicurezza e il consolidamento di scuole e di edifici pubblici, di pertinenza dell’Amministrazione provinciale. Almeno 50 gli edifici interessati. Ci sarà una cabina di regia, sotto la guida nostra e dell’UPI, per coordinare tutti gli interventi. Le prime disponibilità certe sono quelle della Provincia di Roma e di Milano. Il Presidente Zingaretti si è impegnato a ricostruire parte del Conservatorio. Milano adotterà due scuole. La Provincia di Trento ha donato 100 case di legno.



Sono sufficienti i provvedimenti sociali del governo per assistere la popolazione e l’economia aquilana colpita dal sisma?

Sono un punto di partenza importante, ma non esaustivo. In un incontro con il Ministro Maroni, a Roma, abbiamo chiesto il riconoscimento della Zona Franca Urbana, l’inserimento della provincia dell’Aquila nel nuovo “Obiettivo 1” europeo, al fine di ottenere agevolazioni per gli sfollati e la ripresa delle attività produttive. È necessario inoltre stornare le spese relative all’emergenza dai saldi utili ai fini del rispetto del patto di stabilità. Estendere gli ammortizzatori sociali, prorogare il processo di stabilizzazione dei precari che lavorano nella pubblica amministrazione delle zone terremotate.



Come considera la decisione del Presidente del Consiglio di spostare il G8 a L’Aquila?


Sono assolutamente d’accordo. Per la nostra città sarà sicuramente un’occasione preziosa, se gestita bene e con oculatezza, per tenere alta l’attenzione nazionale ed internazionale sulla nostra triste vicenda.



Le iniziative di solidarietà non conoscono sosta e non conoscono confini.

Sono commossa. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito e continueranno a farlo. Anche molti artisti hanno messo in moto la macchina degli aiuti. I Nomadi, la PFM, Gianni Morandi, e tanti altri stanno dando il loro contributo. Il cuore della nostra città tornerà a battere anche grazie a loro.



(1 giugno 2009)

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