L’Ottocento poco ‘romantico’ della violenza di genere e sui minori
Libri - Con la sua solita perizia storica e abilità narrativa Fiorenza Taricone ci regala ancora una volta uno straordinario ritratto della donna e delle relazioni umane, tra Ottocento e Novecento
Bufano Rossella Domenica, 27/10/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2013
Con la sua solita perizia storica e abilità narrativa Fiorenza Taricone ci regala ancora una volta uno straordinario ritratto della donna e delle relazioni umane, tra Ottocento e Novecento e tra Occidente e Oriente nel suo ultimo libro ‘Ottocento romantico e generi. Dominazione, complicità, abusi, molestie’, edito da Aracne (2013).
In un volume agevole e di facile lettura, da sembrare un romanzo, si delinea l’affresco di una realtà drammatica: la violenza di genere e sui minori, che vede nella donna, sin dalla tenere età, la vittima privilegiata ma, spesso, anche la carnefice.
Attraverso la testimonianza di molte protagoniste, da quelle che direttamente hanno subito violenze sessuali da bambine, a quelle che hanno praticato l’aborto o l’infanticidio, a quelle che hanno lottato per una migliore condizione femminile e dell’infanzia, sembra di fare un bagno di umanità che genera a tratti sgomento, a tratti incredulità. Eppure tutto quello che viene descritto è normalità quotidiana. Infatti, come la stessa autrice evidenzia, il lavoro più difficile è stato rintracciare le forme di una violenza che nell’Ottocento e buona parte del Novecento non ha nome, perché spesso non è percepita nemmeno come tale.
Fiorenza Taricone riesce, al solito, a descrivere una galleria di personaggi e vicende, a condensare i molteplici aspetti della questione rappresentata. Oltre alle diverse forme di violenza, fino a quelle subite ed esercitate da donne e minori in Oriente (che conosciamo grazie alla narrazione di Cristina di Belgiojoso), l’autrice tratteggia le azioni di donne e uomini volte a migliorare le condizioni di lavoro e personali di donne e minori. Al centro di questa lettura emergono il ruolo della maternità (voluta, subita, inconsapevole, da difendere) e della sessualità delle donne che pur essendo dati privati, come sempre nella storia delle donne, hanno un riflesso pubblico e politico.
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