L’OSSESSIONE NORDICA. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana a ROVIGO di Maria Cristina NA
A Palazzo Roverella di Rovigo l'attesa mostra curata da Giandomenico Romanelli, illustrata nell’ambito di una vera anticipatoria lectio magistralis tenuta a Ferrara, all’Istituto di Cultura Casa Cini, a… quattro mani e due voci, poche settimane fa.
Martedi, 18/02/2014 - L’ossessione nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana a Rovigo
A Palazzo Roverella di Rovigo l'attesa mostra curata da Giandomenico Romanelli, illustrata nell’ambito di una vera anticipatoria lectio magistralis tenuta a Ferrara, all’Istituto di Cultura Casa Cini, a… quattro mani e due voci, poche settimane fa, da Beatrice BUSCAROLI, critico d’arte, docente d’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, e Giandomenico ROMANELLI, curatore della mostra, sta per aprire a Rovigo, nella splendida cornice di Palazzo Roverella l’evento “L’ossessione nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana”.
L’arte nordica (scandinava, baltica, scozzese e tedesca più in generale) occupò nelle prime edizioni della Biennale di Venezia, che nasce nel 1895, un ruolo da protagonista.
Incise anche sull’ evoluzione dell’ambiente artistico italiano tanto che Vittorio Pica, il critico italiano forse più aggiornato e internazionale dell’epoca, ebbe a dire nel 1901, con indubbia efficacia, come gli artisti italiani, vecchi e giovani, fossero presi da una sorta di ossessione nordica:
“Il visitatore che entra per la prima volta in alcune sale della sezione italiana di questa quarta mostra di Venezia e si sofferma a guardarne, con particolare attenzione, le varie tele, grandi e piccole, disposte in bell’ordine intorno alle pareti, non può non osservare che parecchi dei nostri pittori, specie se veneti o lombardi, si appalesano profondamente influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da Scozzesi, Scandinavi o Tedeschi”.
Partendo da questa intuizione di Pica, che fu anche segretario generale della Biennale, per la prima volta una grande mostra intende documentare quanto i “Nordici”, intesi nel senso più ampio del termine secondo le intenzioni del critico, Boecklin, Hodler, Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff e gli Scandinavi di varie tendenze come Zorn, Larsson o addirittura Munch, abbiano influenzato gli italiani come il ‘nostro’ Cesare Laurenti, nativo di Mesola, ‘presente’ con sue opere anche ora alla mostra di Forlì sul Liberty, che ne subìrono il fascino o che ne abbracciarono, con convinzione ed efficacia, le suggestioni.
La mostra, allestita a Palazzo Roverella, a Rovigo dal 22 febbraio al 21 giugno, è curata, come detto, da Giandomenico Romanelli con la collaborazione di Alessandra TIDDIA ed è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.
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