Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
Lusso, premio, curiosità dell’altrove, fuga…? Che cos’è il viaggio? Perché siamo spinti ad allontanarci dalla fedeltà alla nostra sede? Che cosa ci sollecita ad avventurarci nel mondo, a misurarci con degli estranei, a staccarci dalla rassicurante protezione delle pareti di casa, dalle nostre abitudini e dalle nostre certezze? Una raccolta di impressioni e di riflessioni sulla “sindrome di Ulisse” compongono l’affascinante mosaico del più recente libro di Claudio Magris, (Mondadori, 243 pagine, € 17,50). Vent’anni di peregrinazioni alla scoperta di città e paesi: da Londra a Vienna a Leningrado, dal cuore della vecchia Germania con la sua calda intimità e le sue inquietudini, all’Europa dell’Est verso un cambiamento accelerato; dalle bellezze e le lacerazioni dell’Istria alla sgargiante vivacità della Spagna, dove Don Chisciotte, eroe ridicolo e schernito, è ancora vivo; dal pianerottolo del protagonista di Delitto e Castigo a una piccola parrocchia norvegese; dall’Iran dove ribolle la rivoluzione islamica alla Cina, vorticosa e ordinata, alla grazia e al mistero del Vientnam; dalla luce eccitante del sud del mondo alle brume dell’estremo nord, cariche di una inesprimibile nostalgia. Il tracciato è fitto e innumerevoli e disparati sono i luoghi raggiunti negli spostamenti dello scrittore. Racchiusi in brevi capitoli, scorrono come un fiume placido davanti alla nostra immaginazione. Trasportano squarci di paesaggi esteriori ed intimi, schegge preziose di storia e di cultura, visioni del passato e qualche accenno a prospettive future. Avvolti in un velo di suoni, odori e sapori, ci parlano anche della gente dei paesi visitati, donne e uomini di ogni età e di diverse estrazioni, il cui incontro, spesso fugace, ha lasciato un’impronta, l’impressione più intensa del viaggio. Perché nell’intreccio delle motivazioni che spingono lo scrittore triestino a partire e a ripartire, spicca il desiderio di penetrare l’esperienza umana racchiusa nei luoghi, di accostarsi alle persone e alle loro storie per cogliere il senso della vita e per incontrare se stesso nello sguardo degli altri.
(24 marzo 2006)
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