Intervista a Sarah Pissarello - "E' difficile conciliare i tempi soprattutto nelle microimprese"
Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2007
Sarah Pissarello, nata ad Imperia nel 1972, a soli 35 anni è titolare, insieme al padre e allo zio, dell'azienda di torrefazione "Caffè Il Chicco" di Diano Marina (Imperia). E’ presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio di Imperia, quale rappresentante della CNA. Conduce studi sull’imprenditoria femminile nel Ponente Ligure in collaborazione con la Camera di Commercio per verificare le problematiche e studiare interventi di sostegno. Insieme alla CGIL di Imperia ha realizzato la ricerca "Tempi di vita tempi di lavoro. Quale conciliazione?", rivolta alle lavoratrici dipendenti. Ha in progetto, insieme con le Pari Opportunità, una ricerca su donne e politica nell’imperiese.
Ci racconta come è arrivata a diventare imprenditrice in questo settore?
Questa è un’azienda di famiglia dal 1977, nata come bottega artigiana. Sono cresciuta qui e durante l'università ho coniugato studio e lavoro in torrefazione, per aiutare mio padre. Mi sono laureata in scienze politiche ad indirizzo economico e specializzata in statistica, con una tesi sull'imprenditoria nell'estremo Ponente ligure nel settore alberghiero. La laurea conseguita con successo è stata una grande soddisfazione, anche per la mia famiglia, e per mio padre ero destinata al classico impiego pubblico. Infatti secondo lui non ero adatta al campo della torrefazione, prettamente maschile. Una volta laureata ho collaborato con l'università continuando l'attività di ricerca nel settore dell'imprenditoria femminile mentre, nel frattempo, aiutavo mio padre. Due anni dopo sono stata chiamata alla Camera di Commercio, presso l'Eurosportello, dove mi occupavo di finanziamenti europei e quindi ancora di imprenditoria. Dopo questa esperienza, tuttavia, ho deciso di dedicarmi completamento alla torrefazione. E' stata una scelta difficile. Mio padre era andato in pensione e mio zio ed io dovevamo capire se rilevare l'attività. Da sei anni mi occupo a tempo pieno di questa azienda con grande passione, anche se ho pochi spazi per la mia vita privata. E' difficile conciliare i tempi soprattutto nelle microimprese. Per me, ad esempio, avere ora un figlio significherebbe rinunciare ad una parte della carriera.
Quali difficoltà ha incontrato?
Questo è un ambiente tipicamente maschile e la prima difficoltà è stata far accettare la scelta che ho fatto a mio padre. Inoltre all'inizio dovevo far capire alla mia famiglia, e non è stato facile, che per portare avanti l'impresa dovevamo dividere i ruoli. Mio zio si occupa della parte tecnica, io di quella amministrativa e commerciale. I rischi più grandi infatti, nelle aziende a conduzione familiare, sono legati ai problemi interpersonali che si possono creare tra parenti. Nel 2006 abbiamo fatto un salto di qualità, aprendo una Caffeteca ad Imperia, dove organizziamo corsi di degustazioni caffé, primi nella nostra Provincia. Il prossimo passo vorrebbe essere creare una rete di franchising.
Quali sono i suoi punti di forza?
Da quando sono stata investita di incarichi istituzionali in Camera di Commercio e in CNA ho assunto agli occhi delle persone molta più credibilità. Non sono una femminista, credo però alla parità all'accesso alla carriera. Mi muovo in ambienti piuttosto maschilisti, in un settore in cui le donne sono poche. Nelle aziende piccole la donna deve essere "imprenditrice tentacolare", occupandosi di tutto, con umiltà, collaborando con i propri dipendenti.
Cosa si augura per il futuro?
In questo periodo mi sto confrontando con molte donne e vorrei che il nostro territorio investisse maggiormente su di noi. Imperia è la Provincia più rosa nel campo dell'impresa e mi piacerebbe contribuire per far accrescere la rappresentanza femminile ai poteri decisionali.
* In collaborazione con Francesca Paglieri e CGIL Imperia
(19 giugno 2007)
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