Amartya Sen e Desmond Tutu per la Birmania - “Myanmar è il miglior esempio di quanto ci sia di sbagliato quando dei dittatori gestiscono lo sviluppo economico"
Providenti Giovanna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2007
Nel dicembre scorso l’International Herald Tribune ha pubblicato un articolo scritto a quattro mani da Amartya Sen (Nobel per l’economia nel 1998) e Desmond M. Tutu (Nobel per la pace nel 1984), dal titolo “The Burmese people deserve our support”, il popolo Birmano merita il nostro aiuto. Che cosa sta succedendo in Birmania (Myanmar in lingua locale e nome ufficiale dal 1989), dove una donna Aung San Suu Kyi, insiginta del Nobel per la pace nel 1991, persevera nella sua lotta nonviolenta ?
Come ricordano Sen e Tutu in un recente appello, la Lega Nazionale per la Democrazia, il partito politico di Aung San Suu Kyi, aveva ottenuto alle ultime elezioni l’82 % dei posti in Parlamento, ma i militari hanno annullato i risultati del voto e imposto una delle peggiori dittature oggi esistenti nel mondo. Scrivono Sen e Tutu: “Per decenni, una brutale giunta militare ha creato un moderno incubo nazionale, rinchiudendo più di 1.100 prigionieri politici, distruggendo virtualmente il sistema educativo, schiacciando ogni media indipendente e conducendo brutali pogrom contro le minoranze etniche”. Le “risoluzioni” delle Nazioni Unite alcune sono state ignorate dalla giunta militare di Myanmar e dall’opinione pubblica internazionale, che conosce poco sia della “gigantesca crisi umanitaria” birmana (aggravata dalla diffusione dell’Aids) sia della lotta nonviolenta della donna più amata dal popolo, che sfida il regime militare più repressivo del mondo con “determinazione e dolcezza”. Figlia del presidente – assassinato nel 1947 - che stava portando il paese verso l’indipendenza e la democrazia, Aung, negli anni Ottanta, è tornata in Birmania. Messa agli arresti domiciliari, ha continuato a condurre la sua lotta attraverso uno stile di vita personale nonviolento (meditazione, vegetarianesimo, gentilezza d’animo e determinazione delle idee) non approvando la dittatura ma anche rifiutandosi di odiare i militari che stanno distruggendo il suo paese.
Per informazioni sulla Birmania e su Aung San Suu, si consiglia di Cecilia Brighi 'Il pavone e i generali. Birmania: storie da un Paese in gabbia' Baldini Castoldi Dalai, 2006.
(22 marzo 2007)
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