Lampi negli sguardi che si incontrano casualmente e si imprimono vicendevolmente, talvolta con dolore, sempre con una sorpresa rinnovata; urti inattesi che pur costringono a una sosta, a un’alzata di sopracciglio, a un’impercettibile ma inevitabile curva delle spalle; bagagli d’intralcio, bagagli di conforto, abbandonati, trascinati, stretti a sé; predellini, marciapiedi, sale d’aspetto, corridoi, scompartimenti i luoghi della grande allegoria del viaggio dell’esistenza: hanno tutta la parvenza di dettagli da scatti impressionistici questi ‘canti dell’estranea contiguità’ della raccolta Stazioni/Gares di Fausta Genziana Le Piane.
I testi, che appaiono qui nella doppia redazione, in italiano e in francese, curata dall’autrice, hanno il pregio di esaltare, con un dettato limpido e non privo di richiami al patrimonio lirico dell’impressionismo (penso in particolare ad alcune poesie di Théophile Gautier e di Oscar Wilde) la sonorità e, insieme, la ricchezza di valenze simboliche di tutte e due le lingue.
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