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L'amore e le donne nella Commedia

L'amore e le donne nella Commedia

750° nascita di Dante Alighieri - Una conversazione con Elisa Baggiarini, giovane volontaria che canta i versi danteschi nelle strade di Firenze. Per cogliere l’attualità della Divina Commedia

Bertani Graziella Lunedi, 31/08/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2015

 L’associazione Culter (www.culter.it) non ha aspettato il 750° della nascita di Dante Alighieri e già da 10 anni il 14 maggio a Firenze organizza la manifestazione “All’improvviso Dante” che - abilmente diretti da Franco Palmieri - vede centinaia di volontari, la maggior parte giovani, cantare il Sommo Poeta nei diversi luoghi della città senza alcuna pretesa accademica ma solo per omaggiarlo e testimoniare la propria passione ed il proprio entusiasmo nelle piazze, sui sagrati, ai piedi dei monumenti davanti a passanti più o meno frettolosi e più o meno attenti e curiosi. Elisa Baggiarini è una delle volontarie. Classe 1991, allieva del corso in Lettere classiche e moderne all’Ateneo Carlo Bo di Urbino, è curatrice di un progetto di “Lectura Dantis”.



Elisa come mai Dante e la Commedia?

Le mie radici costituiscono senz’altro un’ottima premessa: ho la fortuna di vivere nel “marchignolo” - tra Marche e Romagna; ho trascorso la mia infanzia a Fiorenzuola di Focara citata nel canto XXVIII dell’Inferno: “poi farà sì ch’al vento di Focara / non sarà lor mestier voto né preco”, durante l’infanzia ho visitato alcune volte il castello simbolo dell’amore tra Paolo e Francesca, Gradara, e, ironia della sorte, ora abito proprio alle pendici della collina su cui si erge la Rocca. “Galeotto fu” il terzo anno di liceo, grazie alla sapiente guida della mia insegnante di italiano e ad un progetto di lettura espressiva della Provincia di Pesaro e Urbino con letture da l’Inferno che includevano il famoso ed emozionante V canto.



 Perché se la Commedia non ci fosse bisognerebbe inventarla?

La Commedia è un testo che, a distanza di sette secoli, ancora ci parla, e la cui modernità é talmente straordinaria che si rinnova ad ogni nostra lettura perché può essere un modo per riflettere non solo sul nostro cammino spirituale-religioso, difficile da leggere al di fuori del contesto cristiano, ma anche sul come condurre al meglio la nostra vita , quella di tutti i giorni e come renderla migliore. So che tra le parole di quegli endecasillabi troverò anche qualcosa che fa al caso mio, che parla di me e della mia vita.



Tu, voi giovani come percepite la donna in Dante?

Nell’opera di Dante ogni personaggio femminile ha una vicenda esemplare ed uno degli aspetti che più mi incanta della Commedia è l’estrema forza evocativa delle sue parole. Le donne che ci presenta sono esseri di una forza straordinaria, tale da essere il centro propulsore del viaggio di Dante: l’intera vicenda narrata attraverso cento canti parte da una donna, Beatrice. E dirò di più: la Commedia non inizia con il fatidico verso Nel mezzo del cammin di nostra vita, ma dalla Vita Nova, quando il nostro autore riporta la sua personale vicenda amorosa con Beatrice dicendoci di averla vista per la prima volta a nove anni provocando in lui uno sconvolgimento tale da fargli dire che quell’amore ha reso la sua vita “nova”. In uno dei sonetti più famosi di tutti i tempi Tanto gentile e tanto onesta pare, Dante ci dice che la sua donna par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare, è una creatura miracolosa, che può condurre l’uomo alla “salute”, alla salvezza eterna, perché mediatrice tra cielo e terra. Dopo la morte prematura di Beatrice, Dante si innamora di altre donne; queste però non rappresentano nemmeno un barlume sbiadito di tutto ciò che rappresentava lei. A questa conclusione giunse dopo un lunghissimo periodo di riflessione e di studio testimoniato dal giuramento di dover più degnamente tractare di lei, di dire di lei quello che mai non fu detto d’alcuna, di scrivere per quella sua donna amata non più un “libello” di poesie, bensì un intero poema! Una giovane della mia età, ma anche un ragazzo di sedici anni che si avvicina per la prima volta allo studio della Commedia a scuola non può rimanere indifferente ad una simile storia d’amore: tutti si sentono tirati in ballo quando si parla dell’amore e del bisogno di amare ed essere amati. La Commedia può essere letta come un’intensa storia d’amore lunga cento canti dove un uomo affronta mille difficoltà e pericoli per ritrovare proprio lei, Beatrice il cui amore la spinge a chiamare Virgilio e le fa scombinare mezzo paradiso perché Dante inizi e porti a conclusione il suo viaggio. Beatrice è una delle donne più potenti della Commedia.



Torniamo alla modernità di Dante…

Le vicende presentate da Dante sono sempre singolari ed esemplari. Oggi basta accendere la televisione e sentire il telegiornale: non c’è giorno in cui non passi la notizia di un delitto passionale, di una storia d’amore finita in tragedia. Nel canto V del Purgatorio ci propone la storia di un femminicidio: Pia de’ Tolomei. Il suo dialogo con il poeta dura solamente cinque endecasillabi, ma in soli cinque versi il poeta delinea i contorni di questa tragica vicenda senza rancore né violenza alcuna. Pia nacque a Siena e morì in Maremma, e ciò lo sa bene colui che ‘nnanellata pria / disposando m’avea con la sua gemma, cioè colui che la prese in sposa, il marito, un certo Nello dei Pannocchieschi. Anche questo quinto canto si conclude con una dissolvenza di detto e non detto che avvolge il personaggio stesso in un alone di mistero. Poco importa se Nello abbia ucciso Pia per punire la sua infedeltà oppure per passare a nuove nozze; ciò che conta è raccontare quella storia, lasciare traccia di quella donna affinché tutti possano ricordarla. Ed anch’io, lettrice degli anni duemila mi rendo conto di quanto sia fondamentale raccontare una storia del genere, quasi che settecento anni fa Dante avesse già voluto sensibilizzare i suoi lettori al tema del femminicidio dando voce ad una donna che chiede semplicemente di non essere dimenticata. Tra le tante figure femminili la più potente in assoluto è la Madonna, la Regina del Cielo, così benigna e misericordiosa da concedere qualsiasi grazia non solo a chi la richiede. E lei la concederà anche a Dante, facendogli conoscere Dio e portando così a compimento il suo pellegrinaggio iniziato per amore per Beatrice.



Concludendo?

Se all’inizio dell’Inferno Beatrice si presenta a Virgilio dicendo amor mi mosse, che mi fa parlare, il Paradiso e l’intera Commedia si conclude con l’amor che move ‘l sole e l’altre stelle. L’amore è il sentimento più potente che riesce a muovere ogni cosa. E ognuno di noi può prendere questo verso conclusivo come vero: l’amore per un figlio porta un genitore a fare tantissimi sacrifici per assicurargli una vita felice; il sentimento d’amore per una persona spinge due innamorati a percorrere tantissimi chilometri per riabbracciarsi; l’amore per lo studio fa sì che un ragazzo di diciotto anni lasci la famiglia per andare ad abitare in una città che non è la sua per studiare all’università; l’amore per un autore come Dante può portare centinaia di persone provenienti da tutta Italia ad incontrarsi a Firenze per partecipare ad una maratona di lettura; e potrei ancora continuare. Ognuno di noi potrebbe continuare questa lista!



#foto5dx#E la tua Commedia?

Anch’io ho trovato “la mia perla” : è un endecasillabo e mezzo tratto dal canto XV dell’Inferno in cui Dante incontra Brunetto Latini. Dopo che Dante ha sintetizzato la sua vicenda l’anima dell’antico maestro dice se tu segui tua stella / non puoi fallire a glorïoso porto. Se tu hai un obiettivo, un sogno nel cassetto che vuoi realizzare con tutte le tue forze, se tu segui lo scintillio di quella stella, allora non potrai fallire nel tuo intento. Voglio credere che sia così.

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