Versione Santippe di Camilla Ghedini - È un po' la differenza che c'è tra chiedere 'come stai?', che non significa niente, e chiedere 'come stai oggi?'. La differenza è sostanziale....
Camilla Ghedini Venerdi, 08/01/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2016
Nei giorni scorsi pensavo a quanto ci si spertichi a rivendicare il valore e il senso dell'amicizia, che si traduce e compiace spesso in auto celebrazioni di cui tutti, credo, inconsapevolmente, siamo vittime...'io per te ci sarò sempre', 'puoi contare su di me' e così via, la carrellata è lunga, anzi lunghissima. Ed è fuori discussione che il più delle volte sono frasi pronunciate con assoluta convinzione, al di fuori della retorica e prosopopea. Poi però basta fermarsi un attimo a provare a dare risposta pratica a ciascuna delle soprascritte rassicurazioni per vedere che non è così, per il semplice fatto che non può essere così. Perché ciascuno ha la sua vita, il proprio modo di gestirla. Al punto in cui io mi chiedo fino a che punto ha senso la confidenza, l'ammissione di debolezza, che induce spesso gli altri, probabilmente per protezione, a darci soluzioni che non ci sono o comunque abbiamo già sperimentato. E allora ti dici che forse, tutta la 'letteratura' sul dimostrarsi per 'come si è veramente' è una cavolata. Tanto più perché uno è comunque sempre se stesso: quando manifesta, quando non manifesta. E questo perché, in un caso come nell'altro, sceglie. Io che sono sempre stata una che si è fatta prevalentemente i fatti propri, ho capito che forse, se parli di poco o di niente, è meglio. Se non dici, l'amico non sa che hai taciuto, molto semplicemente. Gli amici più consolidati sono quelli cui non racconto, perché non ho bisogno di confidare, mi vivono nella quotidianità, ci sono e basta, quindi posso evitare la narrazione. Tra le persone cui tengo di più, una, che in realtà è uno, ha la sensibilità della carta vetrata passata su un braccio reduce dalla ceretta, se l'amicizia è balsamo...lui è ferita. Eppure il bene è invariato, io so che quando ci vediamo non devo parlare di nulla, se non amenità, così lui sta sereno. Insomma alla fine, la verità è che l'età adulta, nel campo delle relazioni, ti concede moltissime deroghe...ti avvicina al compromesso...riduce le aspettative. Ti fa capire che puoi volere bene e basta, senza motivo, perché ci sono legami che sfuggono, perché c'è un principio di benessere, in quel rapporto, che vale quel non potrà mai esserci come condivisione e partecipazione. Così come credo, sempre più, che dire tutto quel che si prova o si pensa non è 'il segno' di amicizia, lo è in parte, ma vale anche accettare che gli altri sono diversi da noi e il nostro punto di vista è giusto per noi, ma non per tutti. L'altro giorno avevo la febbre e la mia amica Erika alle 8 di mattina mi ha portato le medicine prima di andare in ufficio, mi ha mandato un sms alle 6.30 per sapere se avevo dormito, è uscita apposta per andare in farmacia e venire qui. Non mi ha detto 'qualsiasi cosa tu abbia bisogno ci sono', aspettando la mia richiesta, mi ha scritto 'cosa ti serve?'. È un po' la differenza che c'è tra chiedere 'come stai?', che non significa niente, e chiedere 'come stai oggi?'. La differenza è sostanziale. In amicizia vince la quota fiducia, non la completezza delle informazioni.
Lascia un Commento