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L'Alfabeto della democrazia

L'Alfabeto della democrazia

Idee - Essere padrone della nostra vita rimanendo fedeli al nostro spirito interiore

Iori Catia Domenica, 03/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2011

C’è un principio prezioso che ho capito e che desidero condividere, un monito che racchiude tanta saggezza e che occorre tenere a mente sempre: essere padrone della nostra vita rimanendo fedeli al nostro spirito interiore. L’unica cosa che davvero conta per sentirci realizzate e libere è questa. Procreare, innamorarsi, allattare è lo specifico femminile, ma la nostra vera dignità è seguire fino in fondo ciò che ci viene da dentro e ci sembra giusto, corretto, intrinsecamente buono. Non è un caso che l’attuale politica impoverisca la scuola, sottraendole tutte le risorse per vanificare qualsivoglia processo di formazione, istruzione e qualificazione professionale, gli unici strumenti atti all’acquisizione di uno spirito critico libero e personale. È uno dei tanti modi per desensibilizzare le giovani generazioni e le donne al bisogno di democrazia. Per lasciare un segno in questo mondo, sfiorando tante esistenze ed esprimendo la nostra unicità, occorre studiare, prepararsi, tenersi informate. Viviamo sotto l’ala di un totalitarismo subdolo e strisciante che addormenta le coscienze e intorbidisce le speranze di futuro. Si fiaccano le energie migliori quando tutto, anche l’iscrizione a una facoltà universitaria, diventa problematica. La democrazia per noi donne è essere noi stesse, farcela con ciò che siamo e pensiamo di valere, pretendendo di essere riconosciute, costi quel che costi. Anche se votiamo, ricordiamoci che sentirsi libere è ben altro. È soprattutto scuola, istruzione, scambio e dialogo continuo con la realtà. Se non ci concediamo questo tempo di riflessione e di scambio intellettuale ci appiattiamo sulla massa gregge che - ce lo ricorda Nietzsche - altro non desidera che l’animale capo, perdendo il senno per l’uomo forte e onnipotente. Diciamo a noi stesse e alle nostre giovani figlie quanto conti studiare, arricchire le proprie conoscenze con viaggi, libri, incontri, seminari. Nulla va perduto se si è convinte del valore della nostra formazione. Mai come oggi si rende necessaria questa autoeducazione non solo per ambire a una professione, ma anche per capire il vortice nel quale stiamo cadendo. Cercare maestri buoni e attendibili, farsi guidare dall’istinto della giustizia: rispolverare buoni testi scritti da illuminati politici o uomini di spirito. Piero Calamandrei in uno dei suoi tanti discorsi pronunciati nel 1950 in difesa della Scuola nazionale diceva "Il partito dominante non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora la scuola pubblica per privilegiare le scuole private". Nel recinto dello Stato si ottiene un parcheggio di giovani disinteressate e demotivate, nel privato si fomenta la ragione di un merito che non si capisce se legato al talento o ad avvenenze fisiche o censuarie. Insomma io non credo che solo perché la crisi economica impone tagli, la finanza debba distruggere il futuro nostro e delle figlie di domani. Credo invece che un popolo incolto fatto di donne compiacenti e col culto della bellezza, o educato solo alla celebrity momentanea della televisione, sia facilissimo da governare e da manipolare. Rendendoci tutte, noi donne in primis, marionette senza vita.

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