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L’Italia che riparte dal fotovoltaico: i target al 2016 saranno triplicati

L’Italia che riparte dal fotovoltaico: i target al 2016 saranno triplicati

Un trend, un cambio di passo verso le rinnovabili, seguito da Stati Uniti, Giappone, Cina, Canada e India. E’ l’effetto Fukushima: ha accelerato la tendenza di un mercato che riparte; ha reso reattivi gli operatori in borsa.

Lunedi, 13/06/2011 - Anche l’Italia spinge il fotovoltaico. Complice il nuovo Decreto (Quarto Conto Energia) che prevede una riduzione dei consumi di gas entro il 2020. Non poteva esserci notizia migliore per aziende come Enel Green Power che sta investendo nella produzione di pannelli fotovoltaici, nello sviluppo di grandi impianti e nel lavoro sulla generazione distributiva. Infatti secondo Ingmar Wilhelm, responsabile del business development di Enel Green Power “grazie al nuovo Decreto i target del settore fotovoltaico in Italia saranno triplicati al 2016”.

Nonostante gli aspetti ancora poco chiari del nuovo Decreto inerenti il registro per i grandi impianti e il contenuto europeo dei componenti, è una notizia che giova alla competitività delle aziende del settore in Italia. Ancora più ghiotta se si considera che Paesi come la Svizzera e la Germania hanno deciso di dare uno stop al nucleare con la conseguenza di ridimensionare i rapporti tra le varie fonti rinnovabili e gli equilibri internazionali in termini di approvviggionamento energetico.

In quest’ottica i vantaggi del fotovoltaico secondo G. B. Zorzoli, presidente di Ises Italia, dipenderanno dai futuri andamenti del gas. “In Europa - dice Zorzoli - le prospettive di gas non convenzionali sono modeste rispetto agli Stati Uniti in quanto le riserve recuperabili nel vecchio continente difficilmente potranno sostituire il fabbisogno energetico presente. Nel breve termine dunque - spiega il presidente di Ises Italia - rincarerà il prezzo del gas per aumento di domanda, ma nel medio periodo peserà la crescita delle rinnovabili in particolare del fotovoltaico con la conseguenza di un calo dei prezzi del gas e del chilowattora e competizione di mercato tra il gas e il fotovoltaico”.

Un volume di affari di circa il 162% superiore nel 2010 rispetto al 2009. Una dinamica occupazionale elevata: assorbe circa 18.500 dipendenti e sale a circa 55.000 se si considera anche l’indotto. Sono le cifre della filiera industriale del fotovoltaico che Vittorio Chiesa, direttore Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, ha mostrato nell’ambito del convegno Ripartire con il fotovoltaico: prospettive tecnologiche, mercati e nuovi trend per la competitività del sistema Italia organizzato da Ises Italia alla Camera di Commercio di Milano. Cifre non trascurabili per un settore che ha dimostrato anticiclicità rispetto alla crisi e che nel 2010 si è classificato secondo solo alla Germania per numero di installazione di impianti fotovoltaici.

Per rendere ancora più alta la competitività del settore Ingmar Wilhelm, responsabile del business development di Enel Green Power, crede che “gli investimenti in Italia dovrebbero puntare sulla combinazione tra fotovoltaico e mobilità elettrica”. Il motivo? L’assenza di emissioni e l’indipendenza dal petrolio. “Un ambito – conclude Wilhelm - che l’Italia ha tutto l’interesse a sviluppare per presentarsi prima al mondo”. Includendo anche l’integrazione del fotovoltaico all’edilizia, campo in cui il tessuto indistriale del Paese è preparato.

Un esortazione ad un cambio di passo netto dunque orientato verso le rinnovabili: il Pil e l’ambiente non potranno che ricavarne vantagggi e benefici nel medio-lungo periodo.

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