Tratto dal romanzo di Giorgio Scerbanenco, il film della prolifica Elisabetta Sgarbi ci conduce dalla superficie al profondo con uno stile ed una idea di cinema che la regista non tradisce
Lunedi, 09/06/2025 - Il film di Elisabetta Sgarbi, Direttrice Artistica e Ideatrice de La Milanesiana, Editrice per La Nave di Teseo e raffinata regista di opere letterarie, non possono essere giudicati con gli spessi parametri con i quali vengono valutati gli altri film. Attingono a generi letterari spesso complessi che richiedono allo spettatore una capacità introspettiva non banale e il desiderio di affrontare le sfide emotive e psicologiche che ogni personaggio si trova a vivere.
É questo il caso de 'L'Isola degli Idealisti' presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2024 e nelle sale cinematografiche italiane dall'8 maggio distribuito da Fandango e prodotto da Bibi Film e Betty Wrong con Rai Cinema.
Tutt'ora Elisabetta Sgarbi lo sta presentando in varie città. Tratto da un racconto di Giorgio Scerbanenco rimasto inedito fino al 2018 e pubblicato da La Nave di Teseo, il film nel quale la regista evidenzia la cura per la parte estetica, i dettagli, i tratti caratteriali dei personaggi in una atmosfera misteriosa, meditativa, decadente, che viene evidenziata con i colori scuri, con la nebbia e con il diabolico numero 666 che emerge in alcuni momenti del film. É un dramma noir scritto da Scerbanenco negli anni '40 ma ambientato alla fine degli anni '60, come suggerisce una pagina di giornale dove si intravede il nome di Valpreda, anche se è molto forte la dimensione atemporale che fa sentire lo spettatore in bilico fra l'onirico e l'intangibile, fra l’oggi, l’ieri e il persempre.
Sceneggiato insieme ad Eugenio Lio, il film narra le vicende di due ladri, Beatrice e Guido rispettivamente interpretati da Elena Radoncich e Renato De Simone, che evocano Eva Kant e Diabolik, che giungono in una Villa piena di opere d'arte, in mezzo al mare, sull'Isola delle Ginestre, dove abita la famiglia Reffi composta dal padre interpretato da Renato Carpenteri, un ex direttore d'orchestra che mima di dirigere mentre ascolta la musica, caratterizzato da una sottile ironia con la quale non risparmia nessuno. Insieme a lui i figli Celestino, ex medico con la passione per la matematica interpretato da Tommaso Ragno che vive di ricordi, lutto d'amore e incerte scelte esistenziali e Carla alias Michela Cescon, scrittrice. Insieme a loro il cugino factotum Vittorio alias Mimmo Borrelli, spiantato e con velleità di scrittore che invidia Carla ed ha sposato Jole interpretata da Chiara Caselli con la quale trama alcune parti secondarie del racconto.
Fin dalle prime scene si comprende che Beatrice e Guido sono alla ricerca di qualcosa che va oltre il denaro. Beatrice, in particolare, tende ad evidenziare da subito la loro distanza dai proprietari della Villa. “Noi non siamo così” sentenzia, parlando con Celestino.
In bilico fra etica, trasgressione e novità, i Reffi, assecondano i ladri non denunciandoli e proponendo loro uno strano patto, in virtù del quale si propongono di redimerli attraverso una educazione emotiva, pagando loro il tempo che metteranno a disposizione per l'esperimento. Si intuisce che Clestino è attratto da Beatrice, mentre Guido è attratto da Carla. All'interno di questo gioco educativo emergono conflitti insanabili fra i membri della famiglia, consumata fra il desiderio di essere e quello di apparire altro.
Fra gli interpreti anche Antonio Rezza, della compagnia Rezza-Mastrella, Tony Laudadio, Hildegrad De Stefano, Vincenzo Nemolato, Rossella De Martino.
L’isola sembra un personaggio fra i personaggi dispersa nel mare della vita e le vicende degli strani personaggi ed evoca Antonioni, regista ferrarese che non ha mai affrontato temi banali. Anche ogni opera d’arte forse ci vuol dire altro. La nebbia evoca il pittore romantico Kaspar David Friedrich e il mare certamente è il simbolo dell’inconscio. Di una parte ancora da scoprire..
Il coraggio di Elisabetta Sgarbi nell'affrontare un testo controverso, di renderlo, a mio avviso, volutamente distante, ma con un rigore formale evidente, è decisamente indubbio. Il rischio di realizzare un'opera non commerciale, trattando temi delicati e mantenendo sempre la sua visione creativa di cinema sono altrettanto tangibili...
Per il finale e scoprire qualcos’altro occorre andare a vederlo...
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