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L’Islam e la donna - di Emanuela Irace

L’Islam e la donna - di Emanuela Irace

Conversazione con Fariba Alasvand, teologa e scrittirice iraniana, e con Seyedeh Sedighe Hejazi

Lunedi, 14/02/2011 -
Conversazione con Fariba Alasvand, teologa e scrittirice iraniana. E con Seyedeh Sedighe Hejazi, dirigente dell’organizzazione della cultura e relazioni islamiche.



di Emanuela Irace



Abituati come siamo ad usare le nostre categorie mentali per interpretare fenomeni e realtà che non appartengono al mondo occidentale, corriamo il rischio di non vedere cosa effettivamente quel mondo esprime. E’ il caso dell’Islam, da circa vent’anni appiattito dai media italiani su una lettura conformista, utile al sistema di propaganda che, attraverso un’informazione superficiale, orienta l’opinione pubblica per creare quella che Chomsky definisce “fabbrica del consenso”. Un sistema politico internazionale che sotto la facciata democratica, mostra l’autoritarismo imposto dal pensiero unico, ossia dal primato politico che l’Occidente realizza nei confronti del resto del mondo.

All’interno di questa visione egemone, un posto del tutto particolare viene attribuito alla posizione della donna che nella società islamica esprime una tradizione incomprensibile, se analizzata unicamente attraverso la lente del paradigma laico, proprio della nostra cultura e architrave della democrazia.

Per allontanare luoghi comuni e fare chiarezza sulla condizione femminile, secondo il diritto e la religione musulmana, esce finalmente in Italia il libro della teologa e ricercatrice iraniana Fariba Alasvand: “L’Islam e la donna”, pubblicato dall’Istituto Culturale dell’Iran, Irfan Edizioni, Euro 10. Ne parliamo con l’autrice, in questi giorni nel nostro paese per un ciclo di conferenze e con Seydeh Sedighe Hejazi, direttora generale dell’Ufficio delle Donne dell’Istituto di Cultura e Relazioni Islamiche.



Come è nata l’idea di questo libro.



<<Dopo anni di studi teologici mi sono accorta dei pregiudizi che ruotano attorno all’immagine femminile. Con questo libro ho voluto analizzare l’insieme delle leggi islamiche che riguardano le donne. Non soltanto attraverso il Corano e gli hadith del Profeta, ma nel quadro complessivo della religione e dei pareri formulati dai leaders della nostra rivoluzione, l’Imam Khomeini e l’Ayatullah Khamenei>>.



Sulla condizione delle donne musulmane si sta giocando una partita politica tra Oriente e Occidente, come valuta l’informazione veicolata dai media?



<< C’è un uso della propaganda politica in occidente che colpevolizza l’Islam attaccando la posizione della donna. E’ un uso strumentale, da parte di un sistema politico e di pensiero, che non vuole accettare la nostra esistenza culturale e la nostra dottrina>>.



Quel che viene percepito in Italia è una condizione di subordinazione e oppressione della donna musulmana...



<< Questa percezione nasce da due cause fondamentali. Da una parte l’operato sbagliato di alcuni popoli musulmani e dei loro governi che sono caduti in errore, dimenticando gli insegnamenti e i fondamenti della nostra fede. Dall’altra, la mancanza di approfondimento e la pochissima conoscenza che, sia la filosofia del diritto che l’ordine legislativo islamico, hanno nei circuiti intellettuali dell’occidente. Questa sottile forma di censura offre ai critici dell’Islam l’opportunità per screditare globalmente la nostra cultura>>.



E invece?



<<Noi abbiamo un concetto di complementarietà che lega la coppia all’interno del matrimonio. Il diritto islamico, il Corano e la tradizione attribuiscono sia alla donna che all’uomo una serie di diritti e doveri familiari che impegnano entrambi i coniugi. La donna è rispettata in quanto madre e individuo. Nel Corano è scritto che Dio ha creato i due generi: il maschio e la femmina. Nella dottrina quindi la donna ha una sua propria individualità>>.



Anche rispetto il “peccato originale” l’interpretazione data dal Corano è più egualitaria?



<<A differenza di altre interpretazioni bibliche, nel Corano è l’immagine stessa della donna che non viene svilita. Eva, e quindi la donna, archetipo femminile, non è ingannatrice, seduttrice e tentatrice. Al pari di Adamo è individuo, immagine divina. La condanna per il peccato commesso avviene per entrambi: maschio e femmina>>. 



Da anni, sulla scorta del concetto proposto da Huntigton si parla di scontro di civiltà tra Oriente e Occidente. Crede sia possibile impostare un dialogo tra questi due mondi poggianti su diverse dottrine religiose?



<<La bipartizione è molto più complessa. All’interno dei due mondi esistono sfumature, molteplici identità, etnie, culture che cercano il dialogo. Alcuni fattori differenziano il mio modo di vivere dal suo modo di vivere, ma come donne abbiamo moltissimi punti di vista che ci accomunano ed è su questi che dobbiamo lavorare. I Governi ci impongono modelli già decisi, anche semplicemente per la burocrazia che raccoglie dati. Alle Nazioni Unite, la sezione donne invia moduli dove non compaiono parametri per noi fondativi, come per esempio la sicurezza, che per noi è molto importante. Anche questo è imposizione di un modello>>.



La vicenda di Sakineh ha scosso l’opinione pubblica mostrando la faccia più oscura dell’Islam: tortura e lapidazione. A un uomo sarebbe stato inflitto lo stesso trattamento?



<<Su Sakineh è stata fatta una campagna politica denigratoria con l’obiettivo di screditare il governo iraniano. Nel diritto islamico le pene sono uguali per i due sessi e in alcuni casi, a parità di reato, sono più lievi per le donne. La lapidazione per adulterio è stata abolita dopo Khomeini. La stampa occidentale denuncia la lapidazione di 400 persone, è falso. Oggi in Iran non esiste la pena di lapidazione per nessuno>>.

 



Alla dott.ssa Seyedh Sediche Hejazi, direttora generale dell’Ufficio per gli Affari delle Donne, dell’Organizzazione della Cultura e Relazioni Islamiche, chiediamo: quanto spazio è ricoperto oggi dalle donne nella società iraniana?



<<Il tasso di analfabetizzazione in Iran è vicino allo zero. Il 60% delle donne frequenta l’università. Le donne sono presenti in tutti i campi delle professioni e dell’amministrazione dello stato, in politica, nell’economia e nelle arti. Il mio paese ha fatto molti progressi nel processo di modernizzazione. Purtroppo di questo non si trova mai notizia sui media occidentali>>.



Un altro argomento che trova largo spazio sui media occidentali è la questione nucleare, non trova che ci sia un approccio molto simile con questione femminile?



<< L’egemonia USA si esprime con questi argomenti. Anche il nucleare è una scusa. Siamo un paese in via di sviluppo e l’uso di energia nucleare appartiene a usi pacifici. Gli Usa controllano tutti i nostri siti; quale paese accetterebbe di farsi controllare così? Si parla tanto di libertà e di diritti umani, ma chi risponde dei diritti calpestati al popolo iracheno e in Afghanistan? Gli Stati uniti mostrano una doppia faccia, mortificando la libertà del popolo iraniano fedele alla Rivoluzione e alla propria identità>>.




INTERVISTA RACCOLTA PER ASSADAKAH

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