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L’intervista

L’intervista

Torino - Maria Paiato è la commovente protagonista di una commedia di Natalia Ginzburg

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009

Maria Paiato, attrice superba in scena e persona semplice nella vita, è stata l’indimenticabile Miriam Mafai di “Il Silenzio dei comunisti” e la commovente Maria Zanella di un monologo che le valse il premio Ubu 2005. Questa volta è la protagonista di una commedia di Natalia Ginzburg, rappresentata nel 1968 nientemeno che al National Theatre di Londra con la regia di Laurence Olivier e ripresa in Italia di Luchino Visconti.
Nei panni pacchianotti di Ilaria, la vediamo all’inizio della pièce accogliere in una casa di campagna un giornalista freelance alle prime armi che ha concordato un incontro con il suo convivente, un economista e scrittore di fama che però non si è fatto trovare. Fra il giovanotto provato dal viaggio inutile e la donna piuttosto spenta e acciaccata dalla frustrazione per l’indifferenza domestica si stabilisce una certa confidenza. Uno scambio di battute poco brillanti è seguito da una cena frugalissima insieme alla sorella dello scrittore, una ragazzina tutta indolenza e capricci. L’episodio finisce lì. Solo che stessa situazione imbarazzante, condita di frasi convenzionali, di scambi superficiali di impressioni vacue, si ripete un anno e mezzo dopo, quando il giornalista pronto all’agognato incontro con la celebrità si rende conto di avere di nuovo un viaggiato per niente: l’illustre scrittore si è ancora una volta dimenticato del suo impegno. Passano dieci anni e questa volta le cose si ribaltano. L’intervistatore ha raggiunto un buon traguardo professionale in altro campo e l’inafferrabile intervistato – che come Godot non compare mai - non ha più granché da riferire, perché gli anni l’hanno trascinato nella decadenza e nella depressione. L’intervista è ormai obsoleta, ma l’ex-giornalista la farà ugualmente controvoglia, per non aggiungere una delusione in più ad una donna che non ha ceduto alle mortificazioni quotidiane. Ma quel comportarsi come se il tempo non fosse passato appare ormai come una sconfitta, una chiusura: non solo di vicende personali, ma anche di un periodo storico delicato come quello degli anni ’70 in Italia che fa da sfondo alla resa del terzetto.
La commedia, con il suo dialogo meravigliosamente, banalmente normale, è piena di spirito e di ironia. Maria Paiato è molto divertente nella parte della compagna trascurata della celebrità che saetta fra incontri e convegni. Alla sua trasformazione nel corso del tempo dà una venatura comica e stralunata, accentuata dai costumi che indossa. E non è da meno Valerio Binasco, che nel ruolo dell’intervistatore che si modifica fino a rendersi irriconoscibile. La giovane sorella dell’intellettuale, con la quale il protagonista avrà una breve e deludente relazione è sostenuta da Azzurra Antonacci, graziosa e insolente all’inizio e sbiadita e serena alla fine. Valerio Rinasco, che è regista oltre che interprete, asseconda la semplicità e l’immediatezza del racconto teatrale con una regia lineare, ma anche piena di spirito e di arguzia.

(16 marzo 2009)

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