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L’integrazione come strumento contro la violenza sulle donne

L’integrazione come strumento contro la violenza sulle donne

Emilia Romagna - Il lavoro della Commissione Parità dell’Assemblea Regionale dell’Emilia-Romagna ha messo in luce le tantissime problematiche che ancora restano da risolvere per un vero rapporto di parità tra uomo e donna

Moriconi Rita Domenica, 24/02/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2013

Il lavoro della Commissione Parità dell’Assemblea Regionale dell’Emilia-Romagna ha messo in luce le tantissime problematiche che ancora restano da risolvere per far sì che realmente esista nella nostra società un vero rapporto di parità tra uomo e donna e non sia invece una delle tante belle idee che rimangono in gran parte sulla carta. L’accento che io vorrei porre declinando il tema dell’integrazione è: che cosa significa multiculturalismo per le donne e quale ruolo vogliamo offrire alle nuove “cittadine” nella nostra società?

In questi ultimi venti anni il nostro Paese ha vissuto una profondissima rivoluzione sociale, che ha portato nelle nostre città modi di intendere la società prima sconosciuti ed a cui, bisogna ammetterlo, eravamo impreparati; insieme sono arrivate diverse culture religiose e differenti modi di intendere il ruolo della donna nella società. Il tema dell’integrazione è divenuto così, con il tempo, doppiamente complesso. Io fatico a giustificare chi impone alle donne di girare con un impermeabile per non suscitare desideri come accade in Pakistan; queste e altre questioni si sono poste all’arrivo dei lavoratori stranieri insieme a tanti altri problemi per il mondo femminile, che troppo spesso rimane sullo sfondo e vede le donne in seconda fila nei diritti, che purtroppo diviene, nel nostro Paese, terza e quarta fila, fino all’esclusione dalla società; questo perché non si parla italiano, perché non si riesce a trovare un lavoro, perché non si comprende come funziona la nostra burocrazia e, soprattutto, perché troppo spesso le donne non sanno a chi rivolgersi quando hanno bisogno.

La mancanza di parità diviene così doppia: se non l’abbiamo raggiunta noi donne italiane come la può raggiungere chi non conosce la nostra lingua, non ha strumenti per poter lavorare se non sotto sfruttamento, non sa come funziona la nostra società e di quali diritti civili può godere? Trascurando questa integrazione noi perderemo un grande potenziale di sviluppo in termini di reddito di famiglia e di indipendenza economica, il che necessariamente si riflette in un mancato miglioramento della collettività, perché una fetta è costretta ai margini senza opportunità. Se non favoriamo l’inserimento sociale delle donne e non trasformiamo il multiculturalismo da rispetto delle culture altrui in opportunità di lavoro e di crescita personale, creeremo soltanto delle sacche di esclusione e le donne saranno le prime a rimetterci, perché sono l’anello debole della catena. Gli uomini vanno al lavoro ed i bambini vanno a scuola o all’asilo disponendo di strumenti quasi “obbligati” d’integrazione, le donne rischiano invece di restare a casa, di limitarsi a fare la spesa nei cosiddetti negozi etnici o accompagnate al sabato dal marito senza sentirsi parte della società o senza sapere che potrebbero godere di diritti e di pari opportunità. Noi dovremo fare ogni sforzo per rompere questa catena di silenzio ed abbattere questo muro di esclusione. Non parliamo di una battaglia contro il velo e nemmeno di rinuncia al proprio modo di vivere: dovrà essere una battaglia di rispetto reciproco e di piena integrazione nella società in cui si vive insieme. Non si può più tollerare che ancora ci siano tante donne che, pur risiedendo da tempo in Italia, non possono nemmeno chiedere aiuto se ne hanno bisogno; anche questa è violenza che si somma a violenza: non sapere dove andare quando si vuole chiedere aiuto. Io penso che nella nuova stagione politica dovremo risolvere questi problemi, affinché la parità tra uomo e donna sia patrimonio anche della multicultura. Per quanto mi riguarda, darò tutto il mio impegno perché nessuna resti indietro dalle opportunità e dai diritti: per un futuro migliore della nostra società e contro ogni forma di esclusione e violenza sulle donne, io dico “non dobbiamo perderne nemmeno una”.



(Redazionale)

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