29 ottobre: convegno su violenza; 1/6 novembre: spettacolo, dal 'fattaccio' del Circeo alla Legge sullo stupro sulle orme di Donatella Colasanti, di e con Donatella Mei a Roma - INTERVISTA ALL’AUTRICE
Donatella Mei è un’artista poliedrica, di quelle che non ci si stanca mai di ascoltare; attrice, poeta, cabarettista, torna per il pubblico in un ruolo tutt’altro che semplice e, ancora una volta, unico.
È un po’ nelle tue corde di immedesimarti nei personaggi più diversi. Ora lo fai con Donatella Colasanti. Perché?
È vero. L’ho fatto recentemente con Bukowski in Imbukoskiamoci, con Dorothy Parker nel mio spettacolo D&D… Questo è stato il più duro. Non c’è umorismo, è tragedia pura, quasi greca. La difficoltà è stata proprio in questo approccio per nulla ironico; ho dovuto sacrificare completamente la mia vena satirica. Perché l’ho fatto? Perché questa storia mi ha sconvolto e ci ha sconvolto e non possiamo dimenticarla. Lei aveva circa la mia età, si chiamava come me, anche io facevo l’autostop e vengo da una periferia romana.
Quanto è successo a lei poteva benissimo capitare a me, così come continua ancora a capitare a troppe donne, in tutto il mondo.
Perché venire a vedere questo spettacolo?
Bisogna venirlo a vedere perché parto dal Circeo, ma non parlo di quello, su cui si sa ormai quasi tutto, ma parlo della vicenda giudiziaria di Donatella Colasanti e, in particolare, ho provato a immaginare la sua vita interiore. Ho tentato di restituirle una voce, anche attraverso le sue poesie, che molta gente non conosce e non sa nemmeno che lei scrivesse e recitasse. Di Donatella Colasanti sappiamo quello che le è successo, ma non ne conosciamo gli effetti. Per questo mi sono documentata a lungo, ho parlato con le persone che la conoscevano, con il fratello, con esponenti del femminismo che si sono occupate di lei. Ho avuto però la sensazione che nessuno potesse dire davvero come fosse lei. Forse solo la poesia riesce davvero in questo, la poesia sa dire l’indicibile, sa svelare ciò che abbiamo di più profondo. È là che Donatella si esprime meglio che nell’aula di tribunale. Lo spettacolo si ambienta per lo più proprio in tribunale, ma si trasforma in monologo e anche in dialogo con Rosaria. È un’esperienza emozionante e sconvolgente con cui dobbiamo fare i conti.
La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale a tutte le epoche, le geografie, le razze, i ceti sociali, ecc.ecc. Secondo te quali sono i motivi che portano la società nel suo complesso, ma soprattutto i maschi, a rimuovere il fenomeno?
Infatti. Manca poco allo spettacolo e ho già litigato con due uomini che negano la recrudescenza della violenza sulle donne, nonostante l’evidenza dei dati. Penso che ci siano diversi fattori. Uno di questi è il fatto che i maschi si sentono chiamati in causa da questi episodi, che sono troppo scomodi e diventa quindi intollerabile porsi delle domande sul perché accade. Inoltre la comunicazione di massa molto spesso è gestita da loro, o comunque da persone che non fanno passare questo messaggio oppure lo mascherano facendo leva su altri dettagli: la nazionalità degli aggressori, il comportamento della vittima… per fare un esempio, lo stesso libro “Tre bravi ragazzi. Gli assassini del Circeo, i retroscena di un'inchiesta lunga 30 anni” è stato voluto da una donna, Federica Sciarelli, che poi lo ha scritto con la collaborazione di Giuseppe Rinaldi. Sono molte le persone, prevalentemente di sesso maschile, anche colte, che non accettano questo discorso. È come se desiderassero rimuovere il problema, negandolo.
Come possiamo combattere contro questa rimozione collettiva della violenza maschile contro le donne?
Tutte le donne e gli uomini che possono, ne parlino. Tutte le persone che hanno interesse e desiderio di fare luce su questo, si facciano avanti. Tutte le persone abbastanza intelligenti per farlo, lo dicano. Ne parlino tutte le persone che hanno coraggio. Ecco, ci va un po’ di coraggio. In questo paese c’è chi si sta svegliando e sta cominciando a prendere la parola, pensiamo al Teatro Valle, al Teatro di Documenti, per fare due esempi romani, ma ce ne sono tanti altri. Occorre continuare così. Invito tutti e tutte a partecipare sia allo spettacolo, dall’1 al 6 novembre, sia al convegno del 29 ottobre.
L’importanza di Donatella
Dal “fattaccio” del Circeo alla Legge sullo stupro, sulle orme di Donatella Colasanti
di e con Donatella Mei
voci di Francesca La Scala e Pietro Faiella
dall’1 al 6 novembre 2011 alle ore 20, 45 (domenica: alle 17,30) al Teatro di documenti
(via Nicola Zabaglia, 42 – Roma Zona Testaccio).
È organizzato dall’Associazione Arcadialogo e Donatella Mei il convegno sulla violenza di genere “Donne recise viole e violenze”, che si tiene sabato 29 ottobre alle ore 18.00 presso il Teatro di Documenti (via Nicola Zabaglia, 42 – Roma Zona Testaccio).
Intervengono:
Patrizia Amodio, Centro Donna Lilith
Edda Billi, Casa Internazionale delle Donne
Oria Gargano, Associazione BeFree
Maria Teresa Manente, Associazione Differenza Donna
Modera: Tiziana Bartolini, direttora del periodico «noidonne»
Promotore del convegno: Teatro di Documenti.
Ingresso libero
All’ordine del giorno, le pagine dei quotidiani e le redazioni televisive riferiscono episodi di violenza sessuale verso donne, adolescenti e bambine. Tanto la superficialità quanto il sensazionalismo propri della cronaca giornalistica trattano la tragedia come routine cui si è abituati. I lettori/spettatori non sono mai invitati a riflettere sull’intimo dolore della femminilità interrotta in tutti i suoi peculiari aspetti: l’amore, la forza, la dignità, la vita. Prendendo spunto dagli spettacoli in cartellone, Anime nel buio di Giorgia Amantini e L’importanza di Donatella di Donatella Mei, il Teatro di Documenti ospita il convegno Donne recise viole e violenze con l’intento di sensibilizzare il pubblico verso una ignominia che infetta il genere umano. Per imparare ad ascoltare la voce spezzata delle vittime, quei bellissimi fiori… recisi per strada, sul lavoro, dentro casa.
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