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L’immaginario maschile? Tutto potere e virilismo

L’immaginario maschile? Tutto potere e virilismo

“L'invenzione della virilità” di Sandro Bellassai - Una frase citata in “L'invenzione della virilità” di Sandro Bellassai (Carocci editore, 2011) mi è sembrata aprire un particolare punto di vista

Minelli Patrizia Sabato, 16/02/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2013

Una frase citata in “L'invenzione della virilità” di Sandro Bellassai (Carocci editore, 2011) mi è sembrata aprire un particolare punto di vista. Si riporta il parere di un giornale del ventennio: occorreva che i giovani imparassero a "parlare fascista con la stessa naturalezza con cui parlano la lingua materna". La coppia di opposti "fascista/materna", come termini che si vuole diventino contigui dice molto sul punto di vista "virile", costruito nell'immaginario maschile italiano. Reciprocità zero. Come tra "maschi" e "donne", così tra "noi" e "loro"(gli immigrati). È l'eterno ritorno del colonialismo culturale. L'excursus documentatissimo di Bellassai sul virilismo come termine fondante l'ideologia politica fascista e la sua gerarchizzazione dei ruoli, lo coniuga con il moderno ingresso delle masse (femmine) nell'agone politico, come insieme eterodiretto. Il nostro autore chiarisce bene il nesso tra virilismo e violenza: dal colonialismo alle guerre di conquista imperialistiche, ricercando sempre all'interno dei fatti le dinamiche di genere, con la sovrapposizione del rito di passaggio dall'infanzia alla virilità, con l'aggressione squadrista degli avversari e/o la sottomissione delle donne dei paesi conquistati, come esseri due volte inferiori. L'autore descrive il cambiamento sopravvenuto nella società italiana con le lotte degli anni '70. Il corpo maschile, come quello femminile, è divenuto "oggetto" della fabbrica dei consumi, portando con sé l'ossessione della fitness. Potere e virilismo restano la coppia vincente nell'immaginario maschile contemporaneo italiano. Anzi le angosce maschili restano fondante orizzonte di ipotesi politiche (vedi gli slogan della lega lombarda). La pubblicità esalta la super-woman nei suoi attributi (genitalizzati) come "protesi erotica" maschile. Per quanto nudo il re è ancora re. La dimensione "virtuale" della mascolinità trionfa sul reale: il virilismo non è vero, ma vince.. Forse perché è troppo diffusa la convinzione che altra scelta non ci sia. E dal sonno del pensiero ipotetico non nascono altro che mostri di autoritarismo. Ringraziamo Sandro Bellassai con l’impegno di immaginare rapporti di genere "diversi".





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