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L’identità nella figura umana

L’identità nella figura umana

I nostri figli - Ottavo appuntamento con l'interpretazione dei disegni dei bambini

Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di 0000

Nella prima infanzia l’arte aveva servito il bambino come in un sogno, mentre nella seconda infanzia il bambino diventa un servitore dell’arte. Tale capovolgimento comporta il cambiamento di forze creative che prima agivano per la formazione degli organi, del corpo, mentre successivamente e progressivamente devono venire governate dall’Io. Proprio come in un sogno risvegliatore, l’arte accanto alla fiaba, ha la funzione di preparare il bambino al mondo, per vederlo nella sua essenza, aiutandolo a prendere coscienza del proprio ambiente e del proprio sé. Nel bambino nascono delle immagini interiori che stimolano il suo mondo di fantasia colorato e profondo. Nella prima infanzia il bambino gode del suo ambiente attraverso l’imitazione, come in un sogno, mentre nella seconda infanzia sviluppa una maggiore capacità di ampliare l’esperienza dei sensi attraverso la pienezza del sentimento. E’ molto più definito il senso del bello e del brutto e nei colori, come per i suoni, si sperimentano le consonanze, le dissonanze e la scoperta dei toni.
Il mondo dell’infanzia deve essere lasciato e l’Io, in un certo senso, vuole entrare nel bambino. Il momento critico è segnato dai nove anni, in corrispondenza dello sviluppo puberale. La preadolescenza, in seguito, può essere caratterizzata da un calo della creatività, per lasciare il posto alla ricerca di nuovi valori. Il senso d’identità e dell’ideale dell’Io si possono ritrovare nel disegno della figura umana, ben descritto dall’autrice dell’omonimo test psicologico, Karen Machover. Partendo dal presupposto che la personalità non si sviluppa nel vuoto, ma attraverso il pensiero di un corpo specifico, l’immagine del corpo può essere considerata come il riflesso dell’autostima, dell’immagine di sé. Il disegno di una persona rappresenta così l’espressione di sé o del corpo nel proprio ambiente. Nel caso di depersonalizzazioni, infatti, l’immagine del corpo viene confusa con l’ambiente, nel senso che il proprio sé –intesa come unità di riferimento-, perde i propri confini. L’immagine può essere alterata anche da menomazioni, tatuaggi, cosmetici, vestiario, e altro. Immagini di stereotipi culturali e sociali contribuiscono al progetto di persona.
Il disegno della figura umana si può leggere attraverso gli aspetti:
1. globali
2. espressivi
3. analitici.
Il disegno permette di capire la problematica in atto e soprattutto il tipo di intervento necessario per un’adeguata elaborazione.
(11 aprile 2007)

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