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L'agrinido di Larisi Lupini nelle Marche: L'orto dei pulcini

L'agrinido di Larisi Lupini nelle Marche: L'orto dei pulcini

CIA/Donne in Campo. SPECIALE EXPO 2015 - L'agricoltura sociale nelle Marche: quando il metodo Montessori arriva in campagna

Redazione Mercoledi, 01/07/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2015

Le aziende impegnate nell’agricoltura sociale sono imprese che integrano le loro attività produttive organizzando servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli quali le donne in difficoltà o vittime di abusi, le persone con handicap, i tossicodipendenti, i detenuti, gli anziani, i bambini; oppure che operano in aree particolari come la montagna o i centri isolati e lo fanno in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il vasto mondo del terzo settore.



MONTESSORI IN CAMPAGNA


L’orto dei pulcini, nell'azienda agricola di Larisa Lupini, è uno dei primi agrinido della regione Marche



L’azienda agricola Lupini di Ostra (Ancona) a conduzione familiare è quella impiantata dai nonni negli anni Cinquanta. Oltre alle produzioni di Verdicchio, Montepulciano e Sangiovese dei vigneti riconvertiti al biologico nel 2005, l’azienda che da qualche anno Larisa Lupini gestisce da titolare ha sempre provveduto anche ai consumi familiari. Nel 2012, grazie ad un bando della Regione Marche, inizia un nuovo cammino nell’agricoltura sociale. Nasce così L’orto dei pulcini, uno dei primi agrinido della regione. “Il bando era riservato ad aziende agricole di tipo tradizionale, con attività diversificate proprio come la nostra, che produce ortaggi e ha piccoli allevamenti animali per le necessità della famiglia. Con il contributo regionale abbiamo ristrutturato un rudere, adeguandolo alle normative”.



Una laurea in economia e un passato da ricercatrice nell’ambito dello sviluppo rurale, a 40 anni Larisa Lupini è soddisfatta della scelta di cambiare vita e dedicarsi completamente all’azienda agricola della famiglia. “Ho sempre avuto la passione per la cura e la conservazione dell’ambiente e con la nascita dei miei figli ho pensato che la campagna mi potesse permettere di conciliare il lavoro e la famiglia. Di tempo non ne ho mai, ma faccio una vita sana”. Di ripensamenti neanche l’ombra, dunque, per una giovane donna che ha le idee chiare su come tenere insieme passione e impresa, passando per l’innovazione. “La regione ha inserito gli agrinido nel Piano di Sviluppo Rurale in una visione che guarda strategicamente all’agricoltura sociale come possibile sviluppo economico del settore. Un altro progetto è quello della ‘Longevità attiva’, riservato agli anziani autosufficienti che possono collaborare nelle aziende. Poi, ancora, c’è l’attenzione alla vasta area del disagio delle persone con disabilità o che hanno bisogno di percorsi di reinserimento sociale. C’è molto da fare e con l’agricoltura si possono sviluppare alleanze positive”.



Le due sezioni dell’agrinido L’orto dei pulcini sono ospitate in una struttura in legno realizzata seguendo le tecniche della bioedilizia. I piccoli, da 10 mesi a 3 anni, sono mediamente 14 e le attività “si svolgono prevalentemente all’esterno, a contatto con la natura e raccogliendo gli spunti che l’azienda agricola offre ogni giorni per le attività educative”. I genitori che scelgono l’agrinido condividono il progetto che lo ispira: vita all’aria aperta e impatto nella crescita psicofisica dei loro piccoli. “Noi di giocattoli ne abbiamo pochi, inoltre seguiamo il metodo Montessori e le attività ordinarie sono il frutto delle osservazioni dell’ambiente, che offre infiniti spunti creativi”. Il nodo centrale di un’esperienza così ricca di contenuti e attenzioni è la sostenibilità economica che è in pareggio, ma senza “poter pagare il lavoro della titolare”, anche grazie ai contributi regionali nei primi due anni. “La spesa più grande è il personale - spiega Lupini - e per raggiungere autonomia economica stiamo progettando attività parallele con corsi e laboratori”. L’agricoltura sociale, dunque, è un’idea importante e utilissima tanto alle fasce deboli della popolazione cui è diretta - siano minori, anziani o persone con varie fragilità - quanto al mondo agricolo che può trovare nuove strade per una sostenibilità delle aziende e la possibilità di tutelare valori, ambienti e competenze. A patto, però, che non manchi il sostegno pubblico sia di tipo economico sia a garanzia di una condivisione che deve essere prima di tutto culturale.



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