Login Registrati
L’export delle buone pratiche

L’export delle buone pratiche

Camerun – Italia - Uno scambio internazionale per esportare le pratiche delle associazioni femminili e le esperienze dei servizi rivolti alle donne da esse gestiti

Daniela Ricci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2008

Ho incontrato Clemence a Modena una mattina di qualche tempo fa. La sua presenza pacata e silenziosa ha riempito d’improvviso la stanza. E’ stata inviata in Italia nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale “Studio comparativo dell’assistenza offerte alla donna del paese sviluppato (Italia) e del paese in via di sviluppo (Camerun)“ condotto dall’UDI di Modena, su progettazione di Isabella Massamba, in collaborazione con il Centro Sociale dei Giovani, struttura del Ministero della Gioventù della Repubblica del Camerun. Per tre mesi, fino alla fine di giugno, Clemence è stata ospite in Italia dell’UDI di Modena per approfondire la conoscenza delle esperienze e delle pratiche di associazioni femminili modenesi (Casa delle donne contro la violenza, Centro documentazione donna, Differenza Maternità, Gruppo Donna e Giustizia, Donne nel Mondo, la stessa UDI), delle loro attività e dei servizi rivolti alle donne. Clemence Joelle Fonkwe Fotsing, 30 anni, è madre di famiglia e ci tiene a sottolineare come questa condizione abbracci nel suo Paese una visione ampia della maternità, estesa a tutti i bimbi e le bimbe. Dopo una laurea triennale in scienze dell’informatica all’Università di Dschang, centro dell’area occidentale del Camerun, l’interesse per i temi sociali la conduce nel 2000 all’Istituto Nazionale per la Gioventù e lo Sport a Yaoundé, capitale del Camerun, dove segue un percorso di formazione triennale in scienze psico-sociali e diventa dirigente della gioventù. Dal 2003 svolge la sua attività presso il Centro Sociale dei Giovani del Ministero per la Gioventù a Yaoundé, struttura pubblica che fornisce servizi di accompagnamento, assistenza e valorizzazione per i giovani e, in particolare, le giovani donne.

Quali politiche ha attuato il suo Paese per migliorare la condizione della donna?
Le donne camerunesi sono presenti a tutti livelli della vita economica, politica e sociale del nostro Paese. A loro viene riconosciuto un ruolo di grande responsabilità all’interno della famiglia, perciò le politiche di formazione e di educazione rivolte alle donne sono orientate verso un modello di valori che rispecchia doti e qualità femminili: tenacia, coerenza, negoziazione, rispetto, senso della morale materna e della disciplina familiare. Il Governo, attraverso il Ministero della Promozione della Donna e della Famiglia, insiste su politiche volte a valorizzare il ruolo della donna camerunese nell’ambito della famiglia e il suo contributo nella costruzione dell’identità del nucleo familiare. Le donne vengono sostenute, attraverso interventi mirati, in percorsi di tutela e di rivendicazione dei propri diritti, in un quadro di rispetto dei valori sociali, culturali e tradizionali del Paese. Con questi interventi si pensa di poter incidere sulle problematiche più gravi che affliggono il nostro stato: la piaga dei matrimoni precoci, l’emergenza sociale e sanitaria dell’HIV/AIDS, la povertà. In collaborazione con altri Ministeri sono stati creati i Centri sociali e di reinserimento professionale per le donne, soprattutto quelle a bassa scolarizzazione, strutture finalizzate a favorire la loro partecipazione alla vita sociale ed economica del Paese e a consentire il raggiungimento di nuove opportunità di riscatto.

Qual è il suo ruolo in questo ambito?
Sono dirigente della gioventù presso il Centro Sociale dei giovani del Ministero della Gioventù e mi occupo di servizi e iniziative di accompagnamento, assistenza e inserimento socio-professionale dedicate ai/alle giovani, alle donne e agli adulti che hanno incontrati difficoltà sociali, culturali o economiche nel loro percorso di vita. Il Centro promuove dei percorsi di formazione professionale delle durata di due o tre anni, all’interno dei quali si svolgono attività culturali, accademiche e progetti di sviluppo con l’appoggio di un servizio di assistenza psicologica.

Quali caratteristiche ha l’utenza?
Ogni anno il nostro Centro segue circa 500 utenti, di cui il 60% sono donne. Nell’intero paese sono attive complessivamente circa 50 strutture come la nostra. La maggiore parte dei ragazzi e delle ragazze che frequentano i corsi hanno completato solo le scuole primarie. Le giovani donne dimostrano di essere le più interessate a migliorare la propria condizione attraverso i progetti proposti dal Centro che spaziano negli ambiti professionali più vari: segreteria informatica, economia domestica, sartoria e moda, che è anche il mio hobby.

Che cosa le piace del suo lavoro?
L’attività a favore dei giovani, e più ancora, delle giovani donne rappresenta per me ben più di un lavoro. E’ una passione, una missione che condivido con mio marito. Il suo appoggio in questi anni è risultato fondamentale. Lui è un ricercatore scientifico, si interessa di tematiche sociali e si è reso sempre disponibile, nonostante gli impegni, a sostenermi ed aiutarmi nei progetti e nelle attività che ho svolto.

Come nasce questa esperienza di scambio internazionale?
Tra l‘Italia e il Camerun sono in corso dei rapporti crescenti di cooperazione che favoriscono un interesse particolare tra i due Paesi. Dagli anni novanta in poi l’Italia è diventata una delle mete preferite dagli studenti camerunesi per la loro formazione in medicina, in architettura, etc. Anche i miei fratelli frequentano l’Università di Modena. In questi anni hanno partecipato a diversi eventi promossi in città dall’UDI. Queste iniziative hanno suscitato il loro interesse, convincendoli che l’opportunità di condividere e conoscere l’attività pluriennale dell’associazione, poteva rappresentare per me un’importante esperienza formativa. Si sono quindi aperti nuovi rapporti con l’associazione in seguito sviluppati via e-mail e per posta. Lo stage nel vostro Paese è il risultato di una collaborazione iniziata nel 2005 e risponde alla necessità d migliorare i risultati e la qualità dei servizi del Centro con il contributo di modelli ed esperienze più avanzate in atto in altri stati.

Quali aspetti ha apprezzato della sua esperienza in Italia?
Ho accumulato molti dati ed esperienze che saranno di aiuto per il futuro della mia professione. Ho apprezzato il corso informativo e formativo all’accoglienza e alle relazioni interassociative e la conoscenza delle associazione delle donne In poco tempo, grazie alla disponibilità di amiche dell’UDI per il corso di italiano, ho appreso una lingua che non conoscevo. Ho avuto quindi accesso ad un maggior numero di fonti informative, dati e archivi, libri e giornali. Ho compreso il valore e il ruolo della donna nella sociètà tradizionale e moderna del vostro Paese e ho visto l’impegno, la fatica e le lotte portate avanti quotidianamente dalle donne per i loro diritti.

Cosa porterà con sè tornando in Camerun?
Sono nata in una famiglia numerosa, i miei genitori sono educatori. Il loro esempio mi è stato d’aiuto a comprendere che si può sperare in un futuro migliore anche nelle situazioni più difficili, purchè animati da dinamismo e determinazione. Porto con me la voglia di mantenere viva la relazione con le associazioni italiane. Sono certa che questa collaborazione potrà essere di aiuto per il futuro della donna del mio Paese. La sfida è quella di trasferire le esperienze di un paese come l’Italia in Camerun, in un contesto economico molto diverso, con l’obiettivo di dare sempre maggiore valore all’educazione e alla formazione delle donne del mio Paese e aiutarle a migliorare la loro condizione.


(17 settembre 2008)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®