Domenica, 25/11/2012 - Quando si parla di evasione fiscale, giustamente le categorie a reddito fisso vengono escluse, ma non è sempre così. Infatti, nella scuola c’è una forte evasione fiscale sommersa,
difficile da scoprire e combattere, mi riferisco alle lezioni private. Il loro costo grava sul bilancio delle famiglie e su quello del fisco in maniera pesante e consente agli insegnanti di avere un reddito in nero, a volte superiore allo stipendio, (un’ora di lezione
privata viene compensata con una cifra che oscilla tra i 30 e i 50 euro). Il modo per combattere questo tipo di evasione c’è, basterebbe istituire dei corsi di recupero pomeridiani per tutte le materie, per gli alunni in difficoltà, con gli insegnanti della scuola e se non bastano quelli disponibili ricorrere agli insegnanti della graduatoria dei supplenti. Fare corsi dove ogni classe non superi i 15 alunni , finanziati con un fondo specifico congruo , programmati per tutto l'anno scolastico, concentrati nel periodo iniziale e in prossimità della valutazione trimestrale o quadrimestrale. Ciò comporterebbe, che gli insegnanti che desiderano legittimamente lavorare di più, per arrotondare il loro inadeguato stipendio, possano farlo, le famiglie risparmierebbero, in questo periodo di crisi il bisogno c’è, e il fisco incasserebbe la cifra evasa. Queste considerazioni, fondate su una semplice soluzione praticata solo in parte, perché i corsi di recupero effettuati nelle scuole sono inadeguati, svolti spesso con un numero troppo alto di alunni e per periodi troppo brevi, fatti meglio potrebbero aiutare concretamente gli alunni in difficoltà e le famiglie eviterebbero di ricorrere alle lezioni private. Bisogna trovare soluzioni eque nell’interesse della collettività, se si vuole veramente dare una concreta svolta positiva ad una società, che sino ad ora ha considerato il pagare le tasse come qualcosa da evitare, l’interesse e i risparmi delle famiglie, come qualcosa da non considerare. Piera Repici
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