Lavorare per 5 euro l’ora - Disuguaglianze di genere nei Paesi dell’Unione europea. Dati da una ricerca
Sondaggio fra le nostre lettrici
LAVORARE PER 5 Euro L'ORA (o per mille Euro al mese)...
• MAGARI 20%
• NON LO FAREI MAI 16%
• È LA MIA SITUAZIONE, MEGLIO CHE NIENTE 20%
• È LA MIA SITUAZIONE, SONO ARRABBIATA/O 44%
Il 64% delle nostre lettrici dichiara di guadagnare circa 5 euro l’ora, o mille euro al mese. Quali sono le loro tecniche di sopravvivenza? “Evitare gli sprechi e spendere in ciò che è prioritario”, dice Susy. Mentre Roberta fa la spesa in tre posti diversi e si specializza in “acrobazie quotidiane”. E aggiunge: “Se potessi, emigrerei. Subito.” C’è chi si sente messa a dura prova e azzarda pronostici funesti, come Ines: “con il liberismo andremo a sbattere la faccia al muro... si finanziano le industrie degli armamenti, s'investe nella difesa, eh già.. nel futuro l'Italia dovrà affrontare la guerra ...si sa”. Non manca un sobrio e affaticato pragmatismo, ben sintetizzato da una anonima lettrice che ci scrive: “controllo tutto, penso prima di spendere anche un solo euro, mi stresso tanto”.
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SPORT E FITNESS: LA PARTITA È… IVA
“Sono una mamma di due splendide bimbe e un’insegnante nell'ambito del fitness, ho 38 anni e lavoro in questo campo da 19 anni. Lavoro 28 ore a settimana. È una vita che ho la partita IVA, ma in tanti posti non mi chiamano a lavorare proprio per questo.”
A raccontarci la sua esperienza è Fiammetta Franco, istruttrice di ginnastiche musicali, aerobica e fitness. Fiammetta vive e lavora in Piemonte e ha iniziato a lavorare quando aveva vent'anni. All'epoca si guadagnavano circa diecimila lire all'ora, 5 euro di oggi. Adesso per chi insegna queste discipline le cose vanno un po' meglio. Ma se fai l'assistente di sala pesi o di body building le cifre sono ancora quelle.
Cosa significa lavorare con la partita IVA? Quali sono i limiti e i vantaggi e che tipo di tutele hai nel lavoro che svolgi?
Lavorare con partita IVA non ti dà molti vantaggi, anzi l’unico vantaggio che hai è che puoi gestirti il tempo in maniera un po’ più elastica; per tutto il resto solo svantaggi: per cominciare metà dello stipendio mensile va in tasse (IVA, INPS, ritenuta d’acconto); se stai male non vieni pagata; se sei in gravidanza è meglio che lavori fino alla fine e che riprendi il più presto possibile altrimenti perdi molti soldi; quando è nata la mia prima figlia sono stata a casa solo due mesi, e poi me la portavo dietro e la allattavo nelle pause; vacanze, permessi, mutua, tredicesime e quattordicesime, non esistono. Per tutelarti devi stipulare un’assicurazione personale che copra te e i tuoi allievi, ovviamente te la paghi autonomamente.
C'è da dire che in questo settore, come in tanti altri, c'è molto lavoro nero, nonostante la maggior parte delle palestre siano registrate come società sportive, quindi abbiano sgravi fiscali. Hai mai avuto un contratto "normale"?
No. Nel nostro campo nessuno ti assume con un contratto normale, anzi quasi sempre si lavora con contratti a chiamata. Ora con la nuova manovra ci sono delle agevolazioni per chi apre la partita IVA, ma soltanto se hai meno di 35 anni. Personalmente continuo a fare questo lavoro, perché mi piace molto e perché mio marito ha un lavoro con un contratto che mi permette di continuare in questo ambito.
Quali sono i tuoi desideri e i tuoi progetti per il futuro?
Per il futuro sto cercando di mettere dei soldi da parte e aprirmi una mia attività, anche perché l’età avanza e non potrò insegnare per sempre. Sinceramente in questo momento mi interessa di più pensare al futuro delle mie bimbe, sperando che almeno loro possano avere un lavoro normale. Oggi come oggi bisogna inventarsi un mestiere, se aspetti il posto fisso perdi non solo tempo, ma anche speranza. Nello sport secondo me essere donna è limitante: vedo tanti miei colleghi maschi che continuano a lavorare qualsiasi cosa accada. Prima di diventare mamma il mio lavoro rendeva tantissimo, ero sempre fuori, bastavano poche ore in una convention per chiudere due giornate con 300 mila lire in tasca. È vero che ti preparavi mesi prima e che dietro ci sono anni di esperienza, ma poi con le bimbe ho dovuto scegliere. E ho scelto di rinunciare a tante cose, non ultima l’indipendenza economica. Lo rifarei perché il tempo passato con le mie figlie non ha prezzo, ma tanti colleghi maschi questa scelta non la devono fare. (E.R.)
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