di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Lady Macbeth è la storia di un femminicidio all’incontrario. Si tratta di una storia di una femminista ante litteram.
Presentato in anteprima già al Festival di Toronto, Lady Macbeth, opera prima del regista inglese William Oldroyd, uno dei maggiori talenti registici del teatro inglese di oggi, non fa nessun riferimento all'opera shakespeariana, ma al racconto breve di Nikolaj Leskov 'Lady Macbeth del Distretto di Mcensk'.
In verità la sua protagonista, Katherine, fa impallidire l'eroina di Shakespeare soprattutto perché il lavoro sporco non lo fa fare agli altri.
Questa Lady Macbeth è la dark lady uxoricida più agghiacciante di sempre.
Lady Macbeth è un capolavoro di cattiveria, un pamphlet su come si diventa una dark lady.
Katherine è giovane, ingenua e come ogni 17 enne, crede nel vero amore. Invece, è obbligata ad un matrimonio combinato dove il marito ha almeno il doppio dei suoi anni e dove l’amore non c’è.
Si ritrova così in trappola.
Il marito non la desidera, non la sfiora nemmeno, lei è ben presto sola, con il suocero che vorrebbe un erede a tutti i costi.
A questo punto Katherine approfitta di un periodo di assenza del marito per dare sfogo alle proprie passioni.
Scopre il desiderio attraverso Sebastian, un giovane stalliere alle dipendenze del marito.
Una relazione che diventa ben presto ossessione amorosa, cosa che la spingerà, passo dopo passo, in una spirale di violenza dalle conseguenze sconvolgenti.
Tutto è difficile specie per una donna, se si abita nella profonda campagna inglese di fine Ottocento.
Katherine sarà costretta a prendere delle decisioni inaspettate, soffocata dalle rigide norme sociali dell'epoca.
La sceneggiatura di Alice Birch porta il tocco femminista. Infatti come ha affermato lo stesso Oldroyd “donne come Katherine di solito soffrivano in silenzio, nascondevano i loro sentimenti o si toglievano la vita, in questa vicenda abbiamo una giovane protagonista che combatte per la sua indipendenza e decide il proprio destino, anche attraverso la violenza”.
Florence Pugh che interpreta magistralmente Lady Macbeth è perfetta nella sua pelle candida, occhi cerulei, lingua tagliente, e mente diabolica. Un mix incantevole che diventa fatale.
Anche lei al suo primo ruolo da protagonista si muove come una “veterana” di fronte alla macchina da presa, calibra sguardi e gesti, donando la giusta inquietudine e una buona dose di follia a questo personaggio complesso e scorretto.
Un debutto interessante, quindi, sia come regia che attoriale.
"Riguardo alla scelta della protagonista - ha sottolineato Oldroyd - la sua interpretazione mi ha molto impressionato, Florence ha regalato al film un'interpretazione incredibilmente forte e sicura di sè, ha un grande istinto attoriale, unito a un'ottima tecnica".
Secondo la stessa Pugh, è stata proprio l'inattesa trasformazione della protagonista ad averla attratta del copione: "da ragazza
innocente Katherine diventa capace di compiere azioni mostruose, e anche se sappiamo che sta sbagliando tifiamo per lei e speriamo che riesca nella sua impresa".
"Il mondo di cui Katherine entra a far parte - ha sottolineato il regista - è privo di bellezza. Suo marito ha costruito la sua fortuna con la rivoluzione industriale e non ha avuto nessun contatto con la bellezza e così, non a caso, la loro casa non ha molto colore. I costumi dell'epoca, poi, sono molto interessanti da esplorare: crinoline e corsetti sono simboli potenti per il personaggio di Katherine, la intrappolano fisicamente e mentalmente, e quel look austero esprime il carattere conservatore del mondo in cui si trova".
Girato low budget (pare con soli 670,00 dollari) il film ruota tutto intorno al volto e alla fisicità di Florence Pugh, perfetta in questo ruolo a metà fra una giovane sposa nevrotica e una dark lady passionale.
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