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Laboratorio Scrittura di Esperienza con Lea Melandri

Laboratorio Scrittura di Esperienza con Lea Melandri

Alla Casa Internazionale delle Donne di Roma un lungo week end dedicato alla "scrittura di esperienza". Un laboratorio guidato da Lea Melandri, una delle voci più autorevoli del femminismo italiano.

Lunedi, 16/11/2015 -
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



4-5-6 Dicembre 2015, alla Casa Internazionale delle Donne di Roma un lungo weekend dedicato alla "scrittura di esperienza". Un laboratorio guidato da Lea Melandri, una delle voci più autorevoli del femminismo italiano.



Che cosa s’intende per “scrittura di esperienza”

A differenza dell’autobiografia, che lavora sui ricordi, sulla loro messa in forma all’interno di una narrazione, di un senso compiuto, quella che ho chiamato più volte “scrittura di esperienza” tenta di spingersi in prossimità delle zone più nascoste alla coscienza, affidandosi a frammenti, schegge di pensiero, emozioni, che compaiono proprio quando si opera una dispersione del senso.

Parlare della relazione uomo-donna, del legame ambiguo tra amore e violenza – ma più in generale di tutte le passioni che hanno il corpo come parte in causa- vuol dire far luce su una memoria del corpo che resta generalmente confinata in una “naturalità” astorica: la nascita, l’infanzia, i ruoli sessuali, l’amore, l’invecchiamento, la malattia, la morte. E’ quello che potremmo definire l’“impresentabile della vita” o le “viscere della storia”, di cui si vedono oggi i riflessi deformati, banalizzati, nell’industria dello spettacolo, nella pubblicità, nel populismo, nel sessismo e nel razzismo, ma su cui sembra difficile produrre cultura e cambiamenti.

Com’è stato per la pratica dell’autocoscienza e pratica dell’inconscio – nel femminismo degli anni ’70 – , di cui la “scrittura di esperienza” si può considerare il prolungamento o la ripresa, si tratta di imparare a leggere nei nostri scritti la scrittura dell’inconscio, collocare la parola scritta dentro al storia del corpo, creare un luogo in cui sia possibile mettere in scena il sogno e il suo svelamento.

“Dovreste ascoltarmi come s’io sognassi” – dice Sibilla Aleramo – con riferimento a una “rappresentazione del mondo aprioristicamente ammessa” dalle donne stesse e “poi compresa per virtù di analisi”.

In altre parole, si tratta di recuperare la sfera dei sentimenti, delle emozioni, dei sogni, dell’immaginario, oltre che come consapevolezza, come “valore”, parte integrante dei nostri giudizi, della nostra formazione intellettuale, delle nostre scelte; sottrarla alla svalutazione che la vede ancora oggi come “sentimentalismo” o “miseria” femminile. Inoltre, restituire alla storia, alla cultura, alla politica, passioni e accadimenti considerati ad esse estranei - l’“altro”, l’impolitico, l’astorico, ecc.- può essere un modo per entrare in una relazione inedita con la società in cui viviamo, indurre senso di responsabilità e desiderio di cambiamento.

La ricaduta è perciò doppia: sulla storia personale e sulle relazioni sociali.

In modo particolare, interessa la scuola, in quanto luogo dove l’organizzazione precoce dell’individuo può essere coattivamente “ripetuta”, o, nel migliore dei casi, “ripresa” per aprirsi a nuove soluzioni, così come la formazione di tutti i soggetti che sono coinvolti nelle situazioni di violenza contro le donne, a partire dalle persone che lavorano nei Centri antiviolenza.



A chi si rivolge

Avendo finalità formative, educative – e in senso lato anche terapeutiche – , il laboratorio si rivolge a donne e uomini che hanno desiderio di una conoscenza più ampia e più profonda di se stessi, insegnanti, studenti, soggetti che operano nel sociale, donne impegnate nei Centri antiviolenza.

A partire dagli anni ’90, laboratori di questo genere sono stati sperimentati in licei (Bologna), Università (Siena, Bologna, Pavia), sia con studenti che con insegnanti, Centri antiviolenza , gruppi di donne (Palermo, Siena, Casa della cultura di Milano, Anghiari, ecc.).

Se la formazione è innanzi tutto formazione di sé, l’esperienza che si fa nel laboratorio è anche acquisizione di una “pratica” (o, se si preferisce di una metodologia) che può essere a sua volta riportata in altri luoghi, con altre persone, nel proprio lavoro e fuori.



Tempi, numero di partecipanti, iscrizioni

Il tempo previsto: un incontro breve il venerdì sera, 1 giorno intero il sabato e la mattina di domenica. Il gruppo dovrà essere formata da 20 o al massimo da 25 persone. Il laboratorio comincia con una relazione della conduttrice, come approfondimento dell’origine, del senso e delle finalità riguardanti la “scrittura di esperienza”.

Verranno poi distribuiti testi – o meglio frammenti di testi- che prevedono una rapida lettura, sottolineature e trascrizione delle frasi sottolineate. Di seguito: una sorta di ri-scrittura, pensieri, parole proprie. I frammenti sottolineati e le riscritture saranno poi letti da ciascuna/o e discussi nel gruppo. In sostanza, si procede in modo opposto rispetto all’autobiografia: qui, il contesto storico in cui si collocano i testi, più viene disperso, disgregato, più si ha l’impressione di toccare un fondo di verità, di avvicinarsi a una percezione più reale di sé. Si potrebbe vederla come un’autoanalisi –il prolungamento o la ripresa delle pratiche del primo femminismo: autocoscienza, pratica dell’inconscio-, il percorso che fa il pensiero quando pretende di portarsi ai “confini del corpo”, di scoprire le voci, i volti, i simboli, gli habitus che ci portiamo dentro, a nostra insaputa, un paesaggio che appare “astorico”, per la naturalizzazione che ha subìto, e che per questo precipita ogni volta nel mistero, nella fatalità.

Le metafore per indicarlo non mancano: “una mineralogia del pensiero” (Asor Rosa), “una sotterranea seconda vita” (Aleramo), “il fiume sotterraneo”, da cui Virginia Woolf vedeva emergere la spinta creatrice, i “momenti di essere”.

La mattinata della domenica sarà in parte dedicata ad una riflessione collettiva e su come l'esperienza di questa “pratica” possa essere trasferita nei diversi ambiti di vita e di lavoro dei/delle partecipanti al laboratorio.



Nell’arco del 2015/2016 sono stati previsti due appuntamenti: 4–5-6 dicembre2015; 22–23-24 gennaio2016. Costo 50 euro

Prenotazione tramite Casa internazionale delle Donne, via della Lungara 19, 00165 Roma - T. 06 68401720 segreteria e-mail: segreteria@casainternazionaledelledonne.org. La quota d’iscrizione dovrà pervenire con 5 giorni di anticipo dall’inizio del corso. 

 



Note biografiche di Lea Melandri

Lea Melandri

Nata a Fusignano (Ravenna) nel 1941, vive a Milano dal 1967. Ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Tiene attualmente corsi presso l’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, di cui è stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987 e di cui oggi è presidente. Nel 1971 diventa redattrice, insieme allo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista omonima (1971-1978), di cui ha curato recentemente un’antologia: L’erba voglio. Il desiderio dissidente, Baldini & Castoldi 1998.

Prende parte attiva al movimento delle donne negli anni ’70. Di questa ricerca sulla problematica dei sessi, che continua fino ad oggi, sono testimonianza le pubblicazioni: L’infamia originaria, edizioni L’erba voglio 1977 (Manifestolibri 1997); Come nasce il sogno d’amore, Rizzoli 1988 (ristampato da Bollati Boringhieri, 2002); Lo strabismo della memoria, La Tartaruga edizioni 1991; La mappa del cuore, Rubbettino 1992; Migliaia di foglietti, Moby Dick 1996; Una visceralità indicibile. La pratica dell’inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta,

Fondazione Badaracco, Franco Angeli 2000; Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri 2001; Preistorie. Di cronaca e d’altro, Filema 2004; Lettura a M. Fraire, R. Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, 2008; Amore e violenza. Il fattore molesto della civiltà, Bollati Boringhieri 2011.

Ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali e ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista “Lapis. Percorsi della riflessione femminile”, di cui ha curato, insieme ad altre, l’antologia Lapis.Sezione aurea di una rivista, Manifestolibri 1998. Collaboratrice dal 2000 al 2004 del mensile “Carnet”, e attualmente di varie testate, tra cui: Alfabeta, Internazionale. It, Corriere della sera, Blog 27esima ora (corriere.it), dei siti www.zeroviolenzadonne.it. www.universitadelledonne.it http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/lea-melandri/. 

Nel 2012 ha ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro come “teorica femminista”.









 



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