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L'abito elegante è quello adeguato

L'abito elegante è quello adeguato

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Martedi, 27/05/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2014

 

Osservando i continui cambiamenti della moda dovuti sempre, e non lo dobbiamo

mai dimenticare, ad esigenze fisiche, il pensiero giunge agli anni '70 del novecento quando per il crescente impegno sociale e lavorativo le donne avevano bisogno di un abbigliamento disinvolto, comodo e sobrio.

Le donne cominciarono a ricoprire ruoli fino a quel momento affidati ad uomini ed ecco l'esigenza di abbandonare i tratti della femminilità colorata e frivola a favore di tailleur scuri, camicie e al posto della cravatta maschile le signore indossano foulard.

Il progetto dei nostri grandi stilisti - Giorgio Armani, Walter Albini, Gianfranco Ferrè - era vestire la donna nel quotidiano mondo del lavoro. Furono le giacche perfette prese in prestito dal guardaroba maschile a renderli celebri nel vestire le grandi dignità

manageriali. Ricordiamo, per tutte, l'eleganza di Marisa Bellisario. E poi per giusta imitazione tutti gli strati sociali si adeguarono ad un abbigliamento che definì l'entrata nel mondo del lavoro delle donne.

La vera eleganza sarà un segno indelebile nel mondo quanto più rappresenterà il ruolo, la circostanza, l'uso, il rispetto dei luoghi. Vestirsi al mattino in ufficio come una conduttrice televisiva, non è un segno né di eleganza né di " libertà personale", definizione quest'ultima che meriterebbe un ampio dibattito.

I tacchi a spillo bellissimi se adeguatamente usati, è ridicolo vederli sul tram al mattino o indossati dalle mamme che di corsa accompagnano i figli a scuola.

Ecco che tutto deve essere adeguato, alle ore del giorno, al lavoro svolto, e persino al luogo dove ci troviamo. Possiamo parlare di una vera e propria geografia dell'eleganza: non si veste a Milano come a Palermo nella medesima circostanza.

Ci sono delle regole, un tempo si chiamavano normative suntuarie, che ci indicano i colori, le fogge che si possono indossare per essere adeguati. Non si andrà mai davanti al Santo Padre con scolli vertiginosi e gonna sopra il ginocchio e in visita ad un Capo di Stato con una cravatta sgargiante e un abito chiaro, ma più semplicemente non si uscirà al mattino con la gonna corta e le calze velate nere.

Sarebbe bello rivedere al mattino donne con le calze chiare e la gonna, uomini con l'abito blu e la cravatta con piccola fantasia operosi a lavoro come un tempo.

Non è un sogno… ma una speranza per un mondo bello, adeguato ed elegante!



 

Fondazione Cerratelli

San Giuliano Terme (Pisa)

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