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L’assessora di tutte, nessuna esclusa

L’assessora di tutte, nessuna esclusa

Intervista a Mariangela Bastico - “I miei testimonial sono state le donne del mio territorio, le donne ‘normali’”: “Da loro poteva dipendere quel meccanismo di passaparola basato sulla reciproca fiducia”

Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2005

Numero di preferenze ottenute in occasione del suo secondo mandato al Consiglio Regionale: 7mila. Dopo una legislatura come assessora, nelle recenti elezioni 22mila persone scrivono il suo nome sulla scheda. Ecco Mariangela Bastico in cifre. Modenese, classe 1951, come ogni donna che non vuole rinunciare a nessuno dei suoi ruoli, a 20 anni è madre, nel 1980 inizia la sua esperienza consigliare prima in circoscrizione, poi in consiglio comunale. Dal 1985 al 1992 è assessora alla sanità e alle politiche sociali poi all'urbanista e all'ambiente e poi è sindaco di Modena.
Eletta nel Consiglio regionale nel 1995, ha ricoperto l'incarico di presidente della Commissione consiliare sicurezza sociale. Nell'ultima legislatura 2000-2005 il presidente Errani la chiama a ricoprire l'incarico di assessore alla scuola, formazione professionale, università, lavoro e pari opportunità.
Come si spiegano tante preferenze? E’ forse il risultato del lavoro, della messa in azione delle”buone pratiche”?
Credo che intanto abbia avuto un peso il lavoro che ho svolto come assessore regionale dal 2000 al 2005. Credo di avere raccolto i frutti di un impegno faticoso, ma appassionante, che è stato evidentemente apprezzato dagli elettori e non solo da quelli più tradizionalmente “ulivisti”. In particolare, credo di essere stata sostenuta dal mondo della scuola, che ha trovato in me una sponda istituzionale rispetto ai danni prodotti dalla legge Moratti, e che ha avuto la possibilità, attraverso la legge regionale sulla scuola, di avviare un percorso culturalmente alternativo a quello del governo. Poi c’è stato lo straordinario passaparola delle donne: stavolta ha davvero funzionato. E credo che anche in questo senso stia cambiando l’aria: le donne sono stanche di non essere rappresentate a livello istituzionale e la formazione delle liste, da questo punto di vista, non ha minimamente rispettato le richieste femminili. Per questo le donne sono state molto votate, e non solo io. Credo che si sia voluto dare un segnale.
Come ha organizzato il suo lavoro come assessora? Quali consapevolezze aveva chiare? Quali sono i principi adottati per organizzare le tappe del suo lavoro rispetto agli obiettivi in termini di condivisione e di allargamento della partecipazione rispetto a un’ottica di genere?
Ho ricoperto il ruolo di assessore cercando soprattutto di garantire, a tutti i cittadini del nostro territorio, alcuni diritti fondamentali, senza i quali il nostro futuro sarebbe inevitabilmente compromesso. Il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il diritto alle pari opportunità. Abbiamo anche dovuto difendere le nostre conquiste – una scuola pubblica di qualità, un mercato del lavoro solido, una forte rete di servizi sociali e sanitari, una altissima partecipazione delle donne a tutti i livelli della vita sociale ed economica – dagli effetti negativi che alcune leggi nazionali avrebbero avuto sul nostro sistema. Penso alla legge Moratti sulla scuola, anzitutto, ma anche alla legge cosiddetta “Biagi” sul lavoro. Poi, ho sempre cercato di allargare la partecipazione dei cittadini – attraverso le forme associative che li rappresentano – ai processi decisori. Le leggi regionali che ho proposto sono il frutto del lavoro di molte mani e molte intelligenze e sono scaturite da impegnativi percorsi di concertazione. Inoltre in ogni legge che ho proposto vi è sempre una parte dedicata alla consultazione dei cittadini circa le decisioni sulle politiche e gli investimenti o i monitoraggi di risultato.
Qual è stata la politica di comunicazione adottata durante il suo secondo mandato?
Poche “campagne” classicamente intese, ma moltissimi incontri sul territorio – come è avvenuto in occasione della fase preparatoria della legge regionale su scuola e formazione - e un uso dei media improntato alla necessità di far conoscere alle persone i servizi introdotti, le novità che li avrebbero riguardati. Ho cercato di guadagnarmi un’autorevolezza attraverso una modalità di comunicazione riguardante non tanto le intenzioni, quanto i fatti.
Rispetto a queste elezioni un fatto interessante per l’Emilia-Romagna è stata la costituzione di un comitato elettorale composto da sole donne. Come e perché?
In occasione della presentazione della mia candidatura ho voluto assieme a me un folto gruppo di donne che da sempre mi sostengono. Ho voluto evitare il traino dei cosiddetti “testimonial”. O meglio: i miei testimonial sono state le donne del mio territorio, le donne importanti per me, le donne “normali”: elette, lavoratrici nei più diversi settori, amministratrici. Ho contato sulle donne perché da loro poteva dipendere – ed è effettivamente successo così – quel meccanismo di “passaparola” basato sulla reciproca fiducia. Ma ho avuto l’aiuto e il sostegno anche di molti uomini.
Possiamo parlare anche di nuove pratiche di comunicazione e di organizzazione di rete della campagna? Oltre ai temi in che cosa la campagna elettorale si è differenziata? Oltre alle cene e alle cinghie di trasmissione che novità sono state introdotte in questa sua campagna elettorale?
Per la prima volta ho deciso di aprire un mio sito, ancora attivo, www.bastico.it . È stata l’occasione per entrare in contatto direttamente con decine di persone che mi hanno scritto e a cui ho risposto sui diversi temi che mi venivano posti. Abbiamo sperimentato funzionalità nuove, come gli sms che si potevano spedire gratuitamente dal sito, ovviamente firmati dal mittente. O come le cartoline spedite via e-mail con la mia foto e lo slogan che ho scelto per la mia campagna elettorale “Per i diritti, nessuno escluso”. Non so dire quanto la mia campagna sia stata diversa da quella degli altri candidati, anche perché abbiamo usato strumenti anche molto tradizionali: come gli spot radiofonici e i manifesti. Quello che è certo è che io ho consumato un bel po’ la suola delle scarpe più comode che avevo, con cui ho girato in lungo e in largo la provincia!
Quanti risultati per le donne sono stati conquistati in questa elezione e quanto dei progetti avviati rimane da fare?
Credo anzitutto di poter assicurare a chi mi ha eletto – e quindi in particolare alle donne - il massimo impegno a lavorare mettendo al centro delle decisioni da assumere il punto di vista femminile, che è il punto di vista di coloro che sanno precisamente quali sono le reali esigenze delle persone, delle famiglie, dei bambini, degli anziani. Una società che accetta e fa sue le richieste e le esigenze delle donne, fa enormi passi avanti. Per quanto riguarda poi ciò che ancora resta da fare, l’elenco sarebbe sterminato. Ragionando per priorità, tuttavia, bisogna mettere in campo provvedimenti, come quelli contenuti nel progetto di legge regionale sul lavoro, che consentano alle donne di lavorare anche se hanno pesanti carichi di cura in famiglia. Per questo abbiamo pensato di introdurre – appena la legge regionale sarà approvata dal consiglio - gli assegni di servizio: un sostegno finanziario personalizzato per pagare un’assistente familiare, dedicato alle lavoratrici che potranno così non essere costrette a lasciare il lavoro quando hanno dei figli piccoli o dei genitori anziani. Poi c’è da lavorare per combattere la precarietà del lavoro, che è un fenomeno che colpisce soprattutto le donne. Il progetto di legge regionale prevede incentivi alle imprese che assumono persone precarie da lungo tempo. Infine, vorrei citare il provvedimento degli assegni formativi: perché per rafforzare la presenza delle donne nel mercato del lavoro, la loro occupabilità, la formazione è uno strumento insostituibile. Con questi assegni formativi daremo la possibilità alle donne di scegliere un loro percorso di formazione adeguato alle loro necessità, ai loro tempi.
Uniti nell’Ulivo è un progetto vincente, la fabbrica del programma a Bologna si propone come momento di grande elaborazione collettiva. Quale sarà il contributo di Mariangela Bastico con la sua esperienza a questi progetti?
Sono stata nominata da Pierluigi Bersani la coordinatrice del gruppo che elaborerà il programma politico dei Democratici di Sinistra in tema di scuola, istruzione e università. E' un compito impegnativo che mi onora e che onora anche il lavoro fatto in questi anni dalla Giunta regionale e da tutte le intelligenze che hanno contribuito a fare del nostro territorio un vero e proprio laboratorio di idee e di progetti innovativi, culturalmente opposti a quelli del Governo, in particolare sulla scuola. L’elaborazione programmatica dei Ds darà certamente un grande contributo a quello della Fabbrica del programma di Prodi. Anche perché in Emilia-Romagna, su questi temi, abbiamo dimostrato che un'alternativa c'è e che migliorare si può. E l’abbiamo fatto governando con una maggioranza molto ampia, e su temi che – in passato - avevano visto divise le forze del centro sinistra.

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