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L’Aquila e dintorni. Speranze puntellate

L’Aquila e dintorni. Speranze puntellate

Intervista a Massimo Cialente - A sei mesi dal terremoto, il sindaco fa il punto della situazione. Le difficoltà, le prospettive, i bisogni

Di Sabatino Guendalina Lunedi, 26/10/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2009

Tendopoli gradualmente smantellate a L’Aquila, la Protezione civile ha fissato la chiusura definitiva per il 30 settembre. Sono passati quasi sei mesi dal terremoto del 6 aprile e in questi giorni, nel capoluogo abruzzese, mentre alcune vie del centro storico tornano ad essere pedonabili, si fa la conta delle case. Ci sarà un tetto per tutti gli sfollati comprese le famiglie che rientreranno dalla costa con l’inizio dell’anno scolastico? E dove saranno sistemati? L’on. Massimo Cialente, Sindaco di L’Aquila, ha risposto alle domande del nostro giornale.



Nei giorni scorsi alcune vie del centro storico sono state riaperte al passeggio dei cittadini dopo il tratto che dalla Villa Comunale va a Piazza Duomo. Il restringimento del perimetro della “zona rossa” significa che L’Aquila sta uscendo dall’emergenza?


Assolutamente no, purtroppo. Il fatto che si stiano lentamente riaprendo alcuni tratti del cuore della città vuol dire che i Vigili del Fuoco e le ditte incaricate dal Comune stanno andando avanti speditamente con i puntellamenti necessari per la messa in sicurezza delle strade della città. L’Aquila antica è distrutta e occorrerà molto tempo prima di poterla riottenere bella come è sempre stata; ciò accadrà, ne sono certo, ma ci vorrà pazienza. Tuttavia, tali parziali aperture da una parte consentono ai proprietari degli immobili di poter avviare i lavori e di accelerare, pertanto, il ritorno a casa; dall’altra, per gli aquilani hanno il significato profondo di poter, dopo la tragedia, “riconquistare” il capoluogo d’Abruzzo.

La casa è una necessità vitale per i cittadini sfollati. Quali saranno i criteri di assegnazione dei 4.500 appartamenti del “Progetto C.a.s.e.” destinati a circa 15.000 sfollati con alloggi danneggiati classificati E ed F? E’ vero che sono insufficienti e rimarrebbero fuori i nuclei familiari costituiti da una e due persone? Sarebbero invece al sicuro le famiglie con tre, quattro e cinque componenti...

Alla fine di luglio il Consiglio comunale ha approvato la proposta dei criteri di assegnazione. Siamo in attesa che venga emanata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, che sancirà definitivamente le modalità per assegnare gli alloggi del progetto C.a.s.e. Secondo gli indirizzi dell’Assemblea civica, la priorità va data ai lavoratori, alle famiglie con i figli in età scolastica alle persone con gravi problemi di salute. Vedremo se tali idee saranno raccolte dall’ordinanza, che peraltro ci viene data come imminente. Gli insediamenti non saranno sufficienti a ospitare coloro che hanno perso la casa, cosa che l’Amministrazione comunale sosteneva qualche mese prima che il censimento di agosto per il fabbisogno alloggiativo lo confermasse. Sia per questa ragione che per salvaguardare le esigenze delle famiglie composte da una-due persone, abbiamo chiesto e ottenuto dalla Protezione civile la realizzazione di case in legno nelle frazioni. In questo modo sarà possibile anche tutelare le identità del nostro vastissimo territorio, composto da 64 tra frazioni e località.

Quanti sono i nuclei familiari senza casa e quante sono le abitazioni disponibili? E i cantieri aperti?

Circa 16.000 famiglie hanno abitazioni inagibili di tipo E o F o vivevano nei centri storici. Gli alloggi sfitti reperiti dalla Guardia di Finanza – che possono essere locati con contratti a spese dello Stato o pagati con l’autonoma sistemazione – sono poco più di 3.000. La Protezione civile sta inviando in una caserma e nella scuola delle Fiamme Gialle alcuni nuclei familiari, in appartamenti allestiti per l’occasione. Tutti e 19 i cantieri del progetto C.a.s.e. sono ora aperti, anche se solo alcuni sono in fase avanzata di lavori.

Nell’immediato quale piano sarà attuato per dare un tetto alle famiglie sfollate sulla costa delle quali si sta programmando il rientro a L’Aquila per l’inizio dell’anno scolastico?

Rientreranno sicuramente le famiglie con figli in età scolastica e dove ci sono genitori che lavorano. Il piano, nel complesso, è al momento nelle mani della Protezione civile. Sarà poi compito del Comune, una volta ufficializzata l’ordinanza cui ho fatto più volte cenno, gestire la formazione delle graduatorie, sempre secondo quanto ci indicherà il Governo.

Quale la situazione delle strutture scolastiche, dagli asilo nido alle scuole medie superiori, quali i tempi per riprendere regolarmente le attività didattiche?

Quasi la metà delle scuole, per fortuna, ha resistito alla scossa ed è stata giudicata agibile, o potrà essere resa agibile con piccoli lavori. Per il resto, grazie anche in questo caso alla Protezione civile nazionale, sono in corso di realizzazione delle strutture antisismiche che saranno pronte a breve. Le scuole riapriranno, tutte e nei tempi giusti. Idem per l’università; per farle un esempio, le iscrizioni per il test d’ingresso alla facoltà di medicina – che è a numero programmato – sono aumentate di oltre il 50% rispetto a un anno fa. L’Aquila continuerà a garantire l’istruzione e la formazione.

Un suo pensiero su Onna, il piccolo borgo simbolo della tragedia del 6 aprile.

Il dolore non si placherà mai. Questo bellissimo centro del territorio comunale dell’Aquila è stato martoriato dal sisma. Ancora la terribilità dopo la strage nazista negli ultimi, tragici giorni dell’occupazione tedesca. Nel cuore il ricordo delle vittime innocenti di allora, e sempre saranno nei miei pensieri tutti i concittadini che hanno perso la vita il 6 aprile, o nei giorni immediatamente successivi. Ed è giusto che su Onna si sia concentrata una buona parte della solidarietà, che ha portato alla realizzazione di alloggi temporanei e alla stesura dei progetti per la riapertura dell’asilo e della scuola. Grazie al sostegno della Germania e di altre istituzioni, Onna sarà ricostruita, come il resto dell’Aquila.

A tutt’oggi quali capi di Stato intervenuti a L’Aquila per il G8 hanno dato seguito agli impegni assunti di contribuire al restauro e alla ricostruzione del patrimonio artistico-monumentale della città?

I danni stimati ai 1.900 monumenti della città, una delle più ricche d’Italia quanto alle bellezze storiche, architettoniche, artistiche e ambientali, sono nell’ordine di centinaia di milioni di euro. Le dichiarazioni di intento sono state molteplici e abbiamo fiducia che tali manifestazioni di volontà avranno un seguito concreto. Speriamo.



(26 ottobre 2009)

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