L’ANIMA DI TRIESTE. PERSONALE DEL FOTOGRAFO-ARTISTA CLAUDIO SACCARI NELLA SEDE di COLLEGAMENTO della REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA a BRUXELLES
L’ANIMA DI TRIESTE. PERSONALE DEL FOTOGRAFO-ARTISTA CLAUDIO SACCARI NELLA SEDE di COLLEGAMENTO della REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA a BRUXELLES
inaugurazione: martedì 26 novembre 2013 ore 18.30
conferenza stampa: giovedì 21 novembre 2013 ore 11.30 - Sede dell’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste (via S. Caterina da Siena 7). Interverranno il Presidente Onorario dell’Associazione Giuliani nel Mondo Dario Rinaldi, il Direttore Fabio Ziberna e la curatrice Marianna Accerboni. Sarà presente l’Artista Claudio Saccari.
S’inaugura martedì 26 novembre 2013 alle ore 18.30 nella Sede dell’Ufficio di collegamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia a Bruxelles una rassegna dedicata alle Fotografia e alla Fine art del fotografo-artista Claudio Saccari, intitolata “L’Anima di Trieste”. Organizzata dall’Ufficio di collegamento della Regione nella capitale belga e dall’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste, presieduta da Dario Locchi e diretta da Fabio Ziberna, e di Bruxelles, presieduta da Flavio Tossi, l’esposizione è curata dall’architetto Marianna Accerboni: in mostra una settantina di immagini in bianco e nero stampate a pigmenti di carbone su carta 100% cotone, e a colori, stampate a pigmenti di colore su carta 100% cotone. Le opere sono realizzate prevalentemente negli ultimi anni e tra esse si contano numerosi inediti. Visitabile nella capitale belga fino al 20 dicembre 2013.
Artista calibrato e immaginifico - scrive Accerboni - Saccari ha dimostrato già ripetutamente un personalissimo talento nel raccontare le anime dei luoghi e delle persone, riuscendo a inserire nelle proprie immagini un melange di mistero e sensibilità, estro fantastico e poetico, temperati da un senso della misura che non limita, ma anzi - magicamente - rende ancora più incisivo e convincente il suo messaggio artistico.
Dopo aver sondato e narrato la realtà, ma anche il palpito sociale e umano di un ambiente attraverso la capacità di cogliere nel paesaggio e negli esseri umani l’attimo fuggente, secondo il concetto espresso un secolo fa dal celebre fotografo francese Henri Cartier-Bresson, ora Saccari si lancia in un’interpretazione originale e molto propria della sua città, delle sue mille anime e del suo fascino di porta d’Oriente, che, per consolidata tradizione, è abituata a ospitare genti diverse, anche se talvolta conflittuali, accogliendole nel suo golfo cristallino. Qui, quando soffia la Bora scura, emergono atmosfere sottilmente legate al concetto di sturm und drang (tempesta e impeto), movimento culturale tedesco che contribuì alla nascita del Romanticismo. E la città si trasforma, come scriveva agli inizi del ‘900 nel suo libro Viaggio in Dalmazia il grande giornalista, drammaturgo e regista austriaco Hermann Bahr, in uno straordinario non luogo.
La mostra s’intitola L’anima di Trieste, ma forse sarebbe meglio dire le anime di Trieste: da quella nordica alla balcanica, alla levantina, esse abitano questa città da sempre, come raccontava anche il piccolo coboldo assiso su una libreria di un antico palazzo triestino, nel libro Il complesso dell’Imperatore di Carolus Cergoly.
Con grande sensibilità, perizia tecnica e calibrata originalità Saccari ci consegna dunque l’immagine di una città speciale, multietnica ed elegante nelle sue architetture, in cui s’intrecciano echi di culture diverse, incorniciate da una natura, dove in modo a volte fiabesco e inconsueto l’anima mitteleuropea incontra la luce del Sud.
In bianco e nero e a colori
Il fascino del mare, il lavoro, la natura nel suo aspetto più aspro e inconsueto, alcune caratteristiche uniche di questa città speciale (via della Bora), attimi di romanticismo, come il violinista polacco che suona in Viale XX Settembre, e la varia umanità che popola Trieste (Suonatore di flauto con il suo compagno, Suonatore rumeno di sax) si susseguono nell’icasticità del bianco e nero. L’autore sa per altro cogliere della realtà anche qualche lieve nota grottesca o fuori dalle righe (Tronco d’albero mascherato, Una vita, una nota). O creare una composizione geometrica contemporanea che quasi astrae dal reale (Forme di vetro nella demolita fabbrica Macchine di S. Andrea).
Nel colore si svela invece una sorta di pittorialismo contemporaneo che caratterizza la fine creatività di Saccari: coadiuvato dalla posizione geografica di Trieste (il famoso architetto Richard Rogers affermò che la luce del suo golfo è unica tra i porti d’Europa), egli compone una serie di vedute della città, in cui l’afflato espressionista s’intreccia - coerentemente con le tendenze dell’arte contemporanea - a un lieve sentire neoromantico di grande bellezza.
Anche il notturno in piazza Unità e la Bora in Carso confermano questa felice inclinazione, mentre in Vortice di spighe la luce ritorna a brillare. Tramonti e voli di gabbiani sono resi con grande maestria e l’essenzialità delle architetture di timbro razionalista fa il pari con la nitida linea delle navi da turismo in porto. In tal modo Saccari sa ammantare il reale dei colori del sogno, consegnandoci una realtà a volte lievemente surreale.
Magistrale è poi l’interpretazione della pesca nel mare appena dorato dell’alba; efficace e poetica, mai eccessiva, è la resa dei controluce e della nebbia e spesso compare una personalissima e originale reinterpretazione cromatica dei luoghi.
L’artista e il suo percorso nel tempo
1984 - 2013
Dopo aver abbandonato nel 1984 la camera oscura, in cui vigeva molto la casualità, nel corso del tempo e attraverso una quantità immensa di scatti (dai 50.000 in su), Saccari ha saputo affrontare più tematiche: dal paesaggio alla presenza dell’uomo, dalla poesia delle diverse etnie che popolano il mondo, all’introspezione, suscitando nel fruitore la sensazione di assistere a una sorta d’interpretazione panica del contemporaneo.
Se nel paesaggio, uno spunto pittorico eccellente gli ha consentito di evocare, mediante un contrappunto cromatico spesso audace e armonico, l’anima dei luoghi e la magia della natura, non sono mancati riferimenti sentimentali e intuitivi, che si sono addentrati nell’animo dei soggetti ritratti per cogliere il senso più profondo dell’esistenza: visioni coinvolgenti e a loro modo essenziali e atarassiche, ma nel contempo venate di passione, spesso proposte quale simbolo del suo sognare la vita, dall’autore, la cui famiglia (il cognome oscillò nel tempo da Sacher a Scakar) è dalla metà del ‘700 originaria del Carso; germinando da una cultura di matrice nordica, che spesso ci riconduce a un mondo educato a emozionarsi per i versi di Rilke e il grigio-scuro fantasticare kafkiano. O - conclude Accerboni - a gioire sulle note della musica mozartiana o per i cromatismi audaci di un genio della Secessione quale Klimt.
Claudio Saccari, triestino, fotografa dal ’64, partecipando con successo a importanti concorsi nazionali e internazionali, ed è giornalista pubblicista dal ’76. Sue immagini sono state pubblicate su Israel Forum, Panorama, Imagen y Sonido, Turismo e Oggi. Ha esposto in molte sedi di prestigio, tra cui i saloni internazionali di Bordeaux, Praga, Reus e Belgrado ed è autore di vari libri fotografici. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti e primi premi.
DOVE: Ufficio di collegamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia a Bruxelles - Rue du Commerce 49 - 1000 Bruxelles
QUANDO: 26 novembre - 20 dicembre 2013
A CURA DI: Marianna Accerboni
INFO: 0039 (0) 335 6750946
Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione
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