A tutto schermo - Due grandi attrici nei panni delle emancipate cortigiane parigine fin de siècle
Colla Elisabetta Lunedi, 19/10/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2009
Due grandi attrici americane dal talento ben consolidato, come Michelle Pfeiffer e Kathy Bates (chi non ricorda la sua interpretazione da Oscar nel ruolo della morbosa protagonista di ‘Misery non deve morire’?) tornano insieme sugli schermi cinematografici nel raffinato film ‘Chéri’, nella parte di due cortigiane ricche e indipendenti della Parigi primi Novecento. Diretto dal regista Stephen Frears (The Queen) e sceneggiato dall’omonimo romanzo della scrittrice francese Sidonie Gabrielle Colette (1873-1954, in arte Colette), il film dipinge con grande maestria uno spaccato epocale poco noto raccontando, al tempo stesso, la tormentata relazione d’amore fra una cortigiana bellissima ma già di età matura ed un uomo molto più giovane, bello e impossibile. “Colette era una scrittrice brillante - spiega il regista - un’impressionista. Sposata con un uomo dispotico e molto più vecchio di lei, fuggì di casa per vivere come artista ed attrice di music-hall. Era ammirata da tutti perché scriveva in modo originale, parlando alle donne in maniera individuale e sensibile. Le due cortigiane del film sono donne molto potenti, rappresentavano l’avanguardia dell’emancipazione ed avevano una grande influenza ma vivevano in una società chiusa e giudicante che le sopportava forzatamente e le isolava”. Al centro della storia l’educazione sentimental-sessuale del giovane dandy Chéri, figlio di Madame Peloux/Kathy
Bates (un’ex-cortigiana avida e ormai sfiorita), affidato alle arti amatorie dell’affascinante benché non più giovanissima Léa de Lonval, ispirata ad una figura storica realmente esistita ed interpretata con eccezionale grazia ed umanità dalla Pfeiffer. (già candidata all’Oscar per il film Le Relazioni Pericolose). Fra i due nascerà, a dispetto delle premesse, un vero, potente sentimento che sconvolgerà i loro destini, anche dopo il matrimonio di Chéri (il giovane attore Rupert Friend) con una coetanea, combinato dalla madre per una cospicua dote. A cavallo fra i due secoli, nella Parigi elegante e mondana, all’avanguardia nelle arti e nella moda, vivevano numerose cortigiane belle, intelligenti ed esperte tanto nell’arte dell’amore quanto in quella del business, che frequentavano, in piena autonomia, eredi ai troni, nobili e capitani d’oltremare. “Le cortigiane del calibro di Léa – afferma la Pfeiffer - erano donne emancipate ed indipendenti, abilissime negli affari e sempre in viaggio con la nobile aristocrazia. La protagonista del film è una donna intelligente, ironica e di animo nobile: quando arriva nella sua vita questo giovane acerbo e bellissimo, Chéri, lei perde, forse per la prima volta nella sua vita mentre avverte sempre più forte lo scorrere del tempo, la prospettiva di razionalità che l’ha sempre guidata e s’innamora di lui, pur consapevole che la sua relazione è destinata a finire”. Come principale set del film, la casa di Léa, è stata utilizzata la splendida villa Art Nouveau progettata dal grande architetto Hector Guimard, lo stesso che disegnò le famose entrate alle stazioni del metrò di Parigi, simboli ancora oggi dell’architettura liberty della città. Le acconciature e gli abiti dei protagonisti hanno tratto ispirazione dalla pittura impressionista e dalle opere di Gustav Klimt. Tra le più note cortigiane francesi fin de siècle si ricordano nomi quali Apollonie Sabatier, nata Josephine Savatier, il cui salotto accoglieva intellettuali del calibro di Baudelaire e Flaubert, e Marie Duplessis, ispiratrice del romanzo di Alexandre Dumas ‘La Dame Aux Camélias’.
Lascia un Commento