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L’amore di una monaca

L’amore di una monaca

Festival delle Colline torinesi / 1 - Laura Marinoni è superba interprete diretta da Valter Malosti del sublime romanzo di Giovanni Testori

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008

Da un romanzo, scandalosamente sublime di Giovanni Testori, Valter Malosti ha tratto un dramma teatrale sfolgorante di luci cupe, di impronta marcatamente religiosa, avvolto in un clima di misticismo e di sensualità. L’elaborazione, lo studio e la regia di quel testo violento del 1975, un acre impasto di lingua, dialetti e neologismi, intitolato “Passio Laetitiae et Felicitatis” ha preso vita in una cappella sconsacrata per il Festival delle Colline torinesi. Ne è interprete principale Laura Marinoni, affiancata dalla giovanissima Silvia Altrui.
Nella visione che si spande fra lampi, tuoni, scrosci di pioggia e folate di vento, in una scenografia di Carmelo Giammello che accoglie casse da morto, crocifissi, candele, altari e altarini, una monaca evoca l’irrefrenabile slancio amoroso che l’ha travolta gettandola sul corpo del fratello e lo spasimo per la sua perdita dopo un incidente in motocicletta. Insaziabile nella sua sete d’amore, è accesa anche da sentimento inesprimibile per una novizia che la ricambia con tenerezza. Siamo agli aspetti più scomposti e torbidi della follia amorosa. Eppure quel groviglio di emozioni gonfiate da una passione infernale e dal linguaggio paradossale di Testori, quel grumo di carne e sangue, si trasfigurano in spiritualità. Nell’epilogo, che placa tanta tempesta, tutto si acquieta con la proiezione in una dimensione di serenità fuori dal mondo e la bestemmia, la profanazione dissacrante, gli affanni si annullano in una dolcissima e tenera consolazione.
L’interpretazione di Laura Marinoni è superba, così perfetta nel suo eccesso di espressionismo barocco da lasciare meravigliati. Se ne sentirà parlare. Delicatezza, fragilità e una freschezza di primavera dimostra anche la giovane attrice nel ruolo della novizia. Un grande elogio merita Valter Malosti, anche regista, che con equilibrio esemplare di tocchi ora lievi ora carnali, ha realizzato un trasferimento scenico molto insidioso.

(24 giugno 2008)

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