L’accoglienza è finita. Il modello Riace a rischio.
Riace, paese modello per l’accoglienza ai migranti, rischia di non esserci più. Le graduatorie dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati voluta dal ministero dell’Interno) fanno sprofondare Riace in fondo alla graduat
Martedi, 25/03/2014 - “Il modello Riace da esportare in tutto il mondo”, “Riace, l’accoglienza che fa anche risparmiare”, “La favola di Riace, modello di accoglienza e d’integrazione”, sono alcuni dei migliaia di titoli che negli anni hanno raccontato un modello, appunto, una favola, un modo nuovo di fare accoglienza e integrazione da imitare ed esportare. Wim Wenders qualche anno fa realizza un cortometraggio “Il volo”, che narra la storia di un’integrazione unica al mondo.
Un modello che viene raccontato nelle pagine del Guardian e nelle televisioni europee, un sorta di paradiso per chi viaggia dall’inferno del mondo, una destinazione che diventa la speranza di migliaia di migranti che richiedono asilo. Il merito è del sindaco Domenico Lucano, eletto dal 2009 in una lista civica del centro sinistra, un sindaco illuminato, che nonostante le minacce della ‘ndrangheta va avanti nei suoi propositi e riesce a creare un sistema di integrazione tra i migranti e popolazione locale.
Ai migranti accolti sono offerti progetti formativi, che permettono di ottenere una professione a loro congeniale. Vengono rinnovati dei mestieri preesistenti come la filatura della ginestra che provengono dall’antica Grecia e che altrimenti andrebbero persi per sempre. Riace in sintesi negli anni viene rimessa letteralmente in piedi sulle gambe dei pochi residenti, e su quelle dei migranti e delle migranti, i bambini ripopolano il paese e con loro si può sognare un futuro, e “città futura” si chiama anche l'associazione che ha dato vita ai progetti di accoglienza. Un modello virtuoso, ripetuto da tanti, tantissimi in questi anni, un modello positivo che piace, che apre all’Europa un mondo positivo e innovativo invece delle visioni apocalittiche dei morti e dispersi nel mare di Lampedusa. Alla ‘ndrangheta, però, non piace il modello Riace, il sindaco viene ripetutamente minacciato, varie sono intimidazioni davanti alle botteghe virtuose dei migranti già avviate. Ma si va avanti nonostante tutto.
Fino a quando in questi giorni arrivano le graduatorie dello Sprar che è il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati voluta dal ministero dell’Interno per la valutazione dei progetti di accoglienza degli immigrati presentati dai vari Comuni, che vede Riace sprofondare al 237esimo posto. Il paese ha meno di 5.000 abitanti quindi, secondo le regole della graduatoria, i migranti (per ora più di duecento) sono costretti a lasciare il paese, insieme ai bambini che frequentano la scuola dell’obbligo. Ne rimarranno solo 15. Una graduatoria che lascia esterrefatti e che fa sentire ancora una volta l’indifferenza dello Stato e l’abbandono delle realtà del sud. Africo, il paese di “Tiradritto” il boss Giuseppe Morabito, ha per la prima volta aderito alla stessa graduatoria e si trova in una posizione più alta rispetto a Riace. Difficile non sentirsi amareggiati per un sindaco come Domenico Lucano che ha fatto dell'accoglienza il punto principale della sua battaglia politica. Un modello “distrutto” dalle nostre stesse regole. E adesso come faremo a spiegarlo al mondo?
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